E invece ci aveva provato, a farlo. Lui era sul divano, si batteva una coscia davanti al televisore. Si era seduta, distante, vicino quanto bastava per farsi sentire. Gli occhi di suo marito si erano fatti piccoli e freddi. Nel televisore, il pubblico rideva. Lui aveva girato la testa e aveva detto: «No».
Sì fermò per pisciare, accucciata sotto la pista. Nel cielo intatto, la scia bianca di un caccia che si allontanava. Usò una salviettina, si rialzò.
Se correva senza cuffie udiva lo strisciare del torrente tra le pozze dissanguate. Scorci blu elettrici tra i triangoli dei rami. Più volte aveva sentito uno spezzarsi di legno, come se qualcosa stesse attraversando la foresta. Il sole bruciava sulla schiena, incollando la maglia alla pelle, gelandola quando entrava nelle macchie d'ombra.
Dopo una curva la campagna si apriva, gialla e tossica, e la pista procedeva sopraelevata tra i campi. Due tronchi mozzati a V e ricoperti di edera le fecero pensare a cannoni preistorici. Una piccola casa in mattoni sorgeva a pochi metri come un avamposto.
Nel televisore, il pubblico urlava e fischiava.
«No» aveva ringhiato suo marito.
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Kintsugi
AdventureUna donna. Una strada. La corsa che cambierà per sempre la sua vita.