Don't you let me go, let me go tonight

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Per la prima volta c'è una vera e propria colonna sonora, si chiama "Tonight" di Lykke Li. Io l'ho scritta con questa nelle orecchie, non so come possa essere senza, quindi uhm, vi consiglio di ascoltarla, nel mentre.








Alessio mangia di gusto tutto ciò che ha cucinato Gennaro che rimane nella pentola, aggrottando le sopracciglia, concentrato a non farsi scappare nulla. A dire il vero Alessio mangia di tutto, gli piace qualsiasi cosa, anche la pasta secca del giorno prima, la pizza fredda, qualsiasi verdura commestibile gli capiti di trovare in frigorifero, ma il biondo sta tentando di cambiare le cose.

Gennaro guarda i numeri del microonde scalare un secondo alla volta. Quindici, quattordici,... Ora guarda Alessio, volta la testa verso di lui per qualche secondo, lo osserva raschiare bene e mangiare contento l'ultimo boccone di pasta e decide che non aspetterà il trillo: apre la porticina del microonde e afferra il pane. Non vuole che si alzi, che chieda qualcosa, non vuole che si aspetti nulla, che chieda perché non è seduto a mangiare con lui, che sappia cosa sta facendo.

Vuole viziarlo, viziarlo tantissimo.

Vuole viziarlo a tal punto da farlo diventare viziato, tanto da portarlo ad un altro livello, da renderlo antipatico agli altri, da non capire più cosa sia normale, da non accontentarsi più. Alessio si accontenta della normalità, e Gennaro è un po' sotto, la normalità. Non riesce a fare le cose che fanno tutti, con lui - a dire il vero con nessuno, ma con il moro questa cosa lo tocca di più. Si è costruito attorno una bolla, è distaccato con tutti, non si lascia sfiorare da nessuno, ma poi.

È difficile creare un contatto fisico, aprirsi, dirgli ciò che pensa, non essere acido, e quando ci prova davvero Alessio si stupisce poco, perché per lui è normale, non vede tutti gli sforzi di Gennaro.

Ma stasera cambia, da stasera ce la fa sul serio, gli entra fin sotto la pelle. Comincia a prenderlo dalla gola e poi ha deciso che si lascia toccare, lo tocca lui, e si apre. Cioè, lo lascia entrare nei suoi pensieri, gli lascia la porta della sua mente aperta e poi sta ad Alessio provare ad entrare e decidere dove vuole andare.

Gli posa il pane... No, gli porge il pane e gli chiede "Vuoi?", e Alessio, che ancora sta posando la forchetta, lo guarda sorpreso.

"Sì" risponde, e afferra la pagnotta facendo distrattamente scontrare le loro dita. "Stai diventando bravissimo. Hai voti alti in cucina?" chiede spezzando il pane, congratulandosi per la milionesima volta.

Gennaro alza le spalle. "Dipende. Nei dolci sono negato, non mi vengono mai" farfuglia. Non è a suo agio a parlare di sé, ma deve, perché è normale. Certo, ha deviato il discorso su una sua pessima caratteristica, ma è già qualcosa.

Alessio ingoia un pezzo di pane con il sugo e senza guardarlo gli chiede "Ti vengono bene i primi?".

Chissà se piace a tutti o meno, perché guardandolo bene forse - forse - oggettivamente non è una meraviglia, fa un po' ribrezzo vederlo abbuffarsi così, però... Però questo è solo un pensiero di Gennaro, un dubbio che lo mette anche in imbarazzo perché in realtà lui vede solo i solchi sulle guance, le labbra in avanti, la mascella che si muove, le braccia massicce che afferrano il tovagliolo pronte a pulirlo e cioè, non fa mica schifo. Per niente.

"Mi piace la zucca".

Alessio alza un sopracciglio e lo guarda stranito. Lo guarda in faccia dopo qualche decina di secondi in cui non l'ha fatto e dovrebbe essere normale, ma Gennaro si sente andare a fuoco.

"La zucca?"

"Eh" risponde secco, sforzandosi di metterci un piccolo sorriso - o meglio, sforzandosi di non lasciarlo andare a tal punto da divorargli la faccia. "Ti è piaciuto, no? Zucca".

TonightWhere stories live. Discover now