Capitolo 2

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Ad un certo punto la mia mente tornò alla realtà quando sentii dei piccoli rumori dei rametti degli alberi rompersi.
Mi girai in tutte le direzioni possibili per la paura di non essere sola.

All' improvviso sentii una voce maschile che mi disse: «Hey ragazzina, non lo sai che fumare fa molto male alla salute?», rimasi sorpresa perché non c'era nessuno.
Pensai di essere diventata pazza, ma la voce parlò ancora.
«Guarda quassù, sull'albero», vidi un corvo poggiato su un ramo e mi misi a ridere di buon gusto.
«Wow, ciao corvo che parla. Chiunque ci sia qui in giro questo è veramente uno scherzo di pessimo gusto!», dissi seria e irritata.

Decisi di andarmene e presi la strada più corta per tornare a casa.
Continuavo a pensare e a ridere mentalmente per aver veramente salutato un corvo, ma la domanda che mi assillava di più era chi poteva essere lì a fare uno scherzo così banale. Avrei voluto raccontarlo a qualcuno ma non avevo amici, avevo solo persone che amavano trattarmi male e vedermi soffrire. A parte mia mamma. Lei diceva sempre di avere una figlia pazza, forte, e molto fantasiosa. Non so che reazione potrebbe avere se le raccontassi di aver visto un corvo parlante, probabilmente ci rimarrebbe secca. Oggi arrivata a casa l'avrei trovata lì con l'intento di cucinare qualcosa, dato che ogni giovedì veniva a trovarmi.

Tornata a casa vidi che cucinava le melanzane alla parmigiana, il mio piatto preferito. La salutai con un bacio veloce sulla guancia.
Avevo deciso di non raccontarle niente del fatto strano che era appena accaduto.
Insomma, chi avrebbe mai creduto che un corvo potesse parlare?.
Io e mia mamma eravamo molto legate, spesso io e lei eravamo cane e gatto e invece altre volte eravamo semplicemente mamma e figlia. Raramente litigavamo e quelle volte che succedeva si trattava sempre di mio padre. Io non l'avevo mai conosciuto.
Le poche volte in cui chiedevo qualcosa di lui a mia madre, lei cambiava velocemente discorso o non mi rispondeva.

Io non sapevo niente. Non sapevo come si fossero conosciuti, non sapevo che aspetto e carattere avesse. L'unica cosa che mia mamma mi spiegò, era che se ne era andato prima che io nascessi senza dare spiegazioni.

Cambiando discorso, Io abitavo nel mio piccolo appartamento di un condominio a Los Angeles e mia mamma abitava a San Francisco, abbastanza lontano da qui. Circa sei ore di distanza. Il perché mi fossi trasferita era semplice, ero più vicina alla scuola che frequentavo e grazie alla mia maggiore età volevo vivere da sola senza dipendere da qualcuno. Avevo sempre ammirato mia mamma, si era sempre fatta vedere forte, mai debole, ma i suoi occhi color nocciola contornati da profonde occhiaie nascondevano mille ansie e segreti.
Il suo esile fisico nascondeva la fragilità e la paura.
Il suo sguardo nascondeva la tristezza di una donna che non aveva mai urlato.
Non si era mai arresa e per questo io la ammiravo molto.

Lei era felice con il suo compagno Jerry, lui parlandoci chiaro, non mi va a genio e la cosa è reciproca. Infatti non veniva mai a trovarmi, ma precisamente era una fortuna. La serata proseguì bene e tranquillamente, io e mia madre nelle ultime settimane non avevamo parlato molto. Non ci eravamo nemmeno sentite su whatsapp, non so il perché, ma era come se mi nascondesse qualcosa. Ogni volta che doveva confessarmi qualche cosa smetteva di dialogare come me per giorni. A tavola non parlammo molto, e così la mia tesi era confermata, c'era qualcosa che voleva dirmi, ma non lo fece.
Dopo aver finito di mangiare mi aiutò a pulire la casa, poi andò via.
Infine io mi misi a letto per recuperare le forze.
Un altro giorno mi stava aspettando.

Il mattino seguente mi diressi verso scuola, e mi sentii osservata.
Entrai in classe puntuale. Dopo svariati minuti entrarono la professoressa di italiano e la coordinatrice che annunciarono un nuovo compagno di classe.
Quest'ultima gli fece segno di entrare e quando lo vidi mi vennero i brividi. Aveva capelli corti e bruni. Sopracciglia folte, marroni e perfette.
Un naso perfetto, labbra rosee e carnose nate per essere baciate, carnagione olivastra e occhi color miele. La descrizione di un dio greco. La coordinatrice lo aveva presentato e poi si avviò nel suo grande studio.
Nathan Edwards, pensai che il suo nome fosse magnifico e famigliare.

Il banco vicino al mio era vuoto così si sedette. Durante la lezione di spagnolo sentivo i suoi bellissimi occhi su di me, io cercavo di non guardarlo ma era impossibile tanto quanto attraente. A volte ci guardavamo e ci sorridevamo a vicenda, era tremendamente bello. Le ore passarono lentamente per colpa di spagnolo, francese, chimica e gli occhi di Nathan su di me.

Finite le lezioni tornai a casa sfinita. Erano ormai le sei e mezzo del pomeriggio e oggi era venerdì. Mi ero dimenticata di comprare i miei adorati pop corn e noleggiare un film da vedere, così per la noia decisi di uscire a fare quattro passi. Mi pentii di essere uscita, faceva freddo, le strade erano cupe, deserte e come sottofondo si sentiva solo il tacchettio delle mie zeppe nere.

Camminai per molto tempo arrivando alla zona ricca della città, sentii della musica provenire dalla casa delle "confraternite" dove si facevano sempre delle feste. Per curiosità e per noia decisi di entrarci.
Beh nulla di nuovo solite cose da liceali, ragazzi ubriachi, musica altissima, puzza di fumo, alcool e sudore.
Ragazze mezze nude con il trucco sbavato come dei panda, bicchieri vuoti sparsi ovunque e infine il mio sguardo si incrociò con quello di Jared.
Appena mi vide mi guardò con aria minacciosa e venne nella mia direzione. Io ero rimasta immobile, indecisa sul cosa fare. Quando fu davanti a me mi prese per i capelli con poca delicatezza e mi tirò vicino a sé. Sentii un terribile odore di alcool e sudore, era disgustoso così con un abile movimento mi liberai.
«Jared come ti permetti?, non osare mai più a mettermi le mani addosso!», gli urlai minacciosa. Ero furiosa e arrabbiata, uscii da quella casa maledetta e iniziai a correre svelta.
Jared mi seguì per i primi cinquanta metri circa, poi si fermò e urlò: «Tu tornerai sempre da me, e io da te. Presto lo capirai».

Ecco qui il nostro Nathan:

Ecco qui il nostro Nathan:

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-Angolo AutriceCiaoo spero che il capitolo vi sia piaciuto!!Bacioni e ci vediamo al prossimo capitolo❤️

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-Angolo Autrice
Ciaoo spero che il capitolo vi sia piaciuto!!
Bacioni e ci vediamo al prossimo capitolo❤️

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