023. Cattivo e crudele, ma non solo

Start from the beginning
                                    

È normale? mi chiedo nel frattempo, sinceramente dubbiosa e confusa.

A casa mia, per quanto spiacevole possa essere il gesto e a casa mia non lo è, il ragazzo di mia sorella stringe sempre la sua mano e non solo quella.

Non che Harry sia il mio ragazzo, ma non prova davvero nulla quando la stringe?

Niente guance rosse, niente tremolio nei suoi occhi o nel suo corpo, niente farfalle?

Merda, probabilmente non deve considerarmi neppure una donna.

Perché diavolo mi ha baciata, allora?

Mi mordo le labbra contrita.

Spostandomi quindi i capelli dal volto, cammino a tentoni nella lieve penombra, vagamente alleggerita dal chiarore lunare, un chiarore che proviene da una sorta d'enorme grata sopra di noi, e tento di darmi una specie d'orientazione nel bel mezzo di quest'infinito casino.

Tuttavia, le stelle, accompagnate dalla luna, che filtrano dalle sbarre di ferro o d'acciaio che di si voglia, mi attirano.

Mi sono mancate.

"Cosa facciamo adesso?" domando incerta e concitata, rivolgendomi solamente al ragazzo dagli occhi verdi, fintanto che lui si avvicina a me.

Con decisione, già poco tempo prima ho deciso che non rivolgerò più alcuna parola a nessuno dei suoi altri compagni.

Ovviamente, basta guardare il biondo irlandese, anche gli altri sono tutti pazzi o peggio.

Harry mi basta, non ne voglio un secondo.

La sua ossessiva attenzione nei miei confronti mi ha già colmata troppo. Non che, tutte le volte, ne sia infelice. In un certo senso, il suo genere di premura può essere dipendente.

Sussulto, all'improvviso tocco di Harry sulle mie spalle.

Certe cose non cambiano mai.

Ogni volta che mi tocca, a causa delle dannate farfalle nel mio stomaco, è come se mi toccasse per la prima volta.

Guardo poi con agitazione e con una punta d'eccitazione e gioia la sua mano, quando lui mi avvolge le sue braccia attorno alla vita, stringendomi da dietro, avvicinando con cautela le sue labbra al mio orecchio.

"Adesso," mi sussurra facendomi rabbrividire, spostandosi contro il muro al nostro lato "ti porto via con me."

Senza neppure registrare le sue parole, non posso fare a meno di arrossire di colpo, come solo farebbe una scolaretta delle elementari.

Quando tuttavia riesco finalmente a registrarle, a registrarle per bene, mi sposto di scatto da lui, sentendomi prevadere da un altro genere tremore che, confondendomi tra le farfalle, m'indebolisce.

Le mie gambe iniziano a cedere e il ragazzo, piuttosto proveniente oserei dire, mi blocca dove sono infilando una delle sue gambe tra le mie, avvicinando i suoi fianchi al mio ventre.

Sentendo qualcosa di duro premere contro di me, e riesco perfettamente a intendere che cosa sia a causa della sensazione familiare che sento, le mie guance si tingono non d'un rosso normale, ma d'un imbarazzante rosso porpora.

Insane || SIN 1 {H.S.}Where stories live. Discover now