Ti ci vedo (e mi ci vedo)

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Lo segue fuori dall'ascensore quasi correndo, inciampando nei suoi stessi piedi perché è più brillo di quanto voglia dare a vedere, e quasi colpisce la sua schiena quando lo trova fermo davanti alla porta di legno intento a cercare le chiavi nelle tasche.
Le trova velocemente e per la prima volta Luca entra nella sua casa, che lo ospiterà per la notte. È felice di averla immaginata piuttosto simile alla realtà, con il divano che risulta comodo anche alla sola vista, i mobili moderni, la grande libreria piena di volumi e qualche quotidiano gettato alla rinfusa per il salotto. Ha fatto scorta il giorno precedente Raffaello, gli ha inviato su WhatsApp la foto di questo pacco di giornali appena ritirato, si voleva informare su ciò che era successo mentre loro erano ancora segregati dentro la casa.
-Ti ci posso vedere qui dentro.- sorride mentre lo dice, lo può davvero immaginare in questa casa, nella sua quotidianità. Forse è solo troppo silenziosa per un'unica persona.
Raffaello davanti a lui sbuffa, mentre si toglie la pesante giacca che portava sopra il completo.
-Certo che puoi, sono qui.-
Luca aggrotta le sopracciglia, stupito dal marcato sarcasmo che sente nella sua voce. Sarcasmo e acidità, forse.
-Che succede?- vuole essere informato del motivo per il quale Raffaello sta attraversando a grandi falcate il salotto, aprendo l'anta di una credenza per estrarne delle coperte che stende poi velocemente sul divano.
Un'altro sbuffo, di nuovo un tono non proprio amichevole -Ti sto sistemando il divano per la notte.-
Luca capisce sempre meno la situazione, sente che l'alcol non lo aiuta a pensare razionalmente ma crede che nemmeno da sobrio riuscirebbe a seguire la matassa del ragionamento dell'altro. Si avvicina a lui allungando una mano per stringere la sua, che in quel momento sta lisciando l'angolo della coperta.
Raffaello si blocca quando avverte il contatto, alza gli occhi chiari verso di lui, anch'essi leggermente lucidi ma più coscienti di quelli di Luca, e poi scosta la mano con un gesto infastidito.
-Fuffy che succede?- chiede allora, sempre più sconvolto dalla situazione.
La giornata era stata calma, si erano incontrati nel pomeriggio per registrare Verissimo, avevano fatto aperitivo insieme e dopo la cena con i "colleghi" e gli amici. Al The Club Raffaello gli era sembrato leggermente fuori posto ma poteva capirlo, non era un'ambiente a cui era abituato, si sarebbe rifatto su di lui e sul suo imbarazzo quando sarebbero stati alla Scala.
Fatto sta che la perfetta conclusione della serata nella mente di Luca era tornare a casa con lui e infilarsi nel suo letto, anche solo per poterlo abbracciare considerando che avevano stabilito di far procedere le cose tra loro con calma.
Il divano comunque non rientrava di certo nelle sue opzioni, nemmeno in quelle più remote. Raffello aveva forse paura che vomitasse sulle sue lenzuola?
Non gli sembra un'idea così folle nel suo stato, glielo chiede.
Lui si gira a guardarlo, gli occhi spalancati in un'espressione di puro sgomento.
-Sei serio?-
Luca annuisce, sempre più confuso.
Il viso di Raffaello diventa rosso mentre vede la rabbia montargli nel corpo. Non si sente in colpa quando, invece di preoccuparsi del palese nervosismo dell'altro, si ritrova a pensare che il suo volto così imporporato faccia risaltare ancora di più i suoi occhi. In fondo è ubriaco, può permettersi di pensare ciò che vuole.
-Ma razza di imbecille!-
Non sa se a riportarlo nel mondo reale sia il mezzo urlo di Raffaello o il cuscino che gli viene lanciato a pochi centimetri dalla faccia. Con i riflessi ancora lenti si abbassa per recuperarlo, ma non fa in tempo a rialzarsi che un'altro cuscino lo colpisce sulla nuca.
Si alza sempre più confuso dopo ogni minuto che passa in quella casa e Raffaello non si fa mancare l'occasione per tirargli contro anche un giornale appena afferrato, che lo colpisce debolmente sul petto prima di cadere a terra sparpagliandosi in diversi fogli.
-Ma che stai facendo?- gli chiede a quel punto, seriamente preoccupato. -Ti metti a tirare la roba adesso?-
-Me l'hai insegnato tu, deficiente.- gli risponde caustico, girandosi per afferrare un libro alla sua portata.
Luca si allarma e si avvicina a lui cercando di strapparglielo dalle mani.
-Ehi ehi ehi, questo pesa bomber.-
Ripone il libro su un tavolino basso davanti al divano e gli afferra le braccia, accarezzandole con dei movimenti circolari dei pollici.
-Mi dici che succede?- chiede ancora, chinandosi leggermente quando l'altro uomo abbassa il viso, sfuggendo al suo sguardo.
Gli passa un dito sotto il mento, costringendolo ad alzare la il volto verso di lui.
Lo vede nei suoi occhi che qualcosa non va, lo aveva capito anche dagli oggetti che gli stava scagliando addosso, ma i suoi occhi glielo confermano.
Si arrovella il cervello alla ricerca del problema e poi si illumina.
-Oddio è perché Asia ha scelto me prima, vero? Non devi offenderti, sono irresistibile, lo sai.-
Non sa descrivere l'espressione di Raffaello in quel momento, forse una crasi tra furia cieca, sgomento e una risata nervosa. In pochi secondi comunque si ritrova spinto lontano da lui e il libro viene recuperato solo per essere scagliato contro il suo braccio.
-Ahia!- grida, afferrandosi la parte colpita. -Mi hai fatto male.-
-Bene!- gli risponde l'altro, i capelli ora un vero disastro a causa di tutte le volte che ci ha passato attraverso le mani, prova l'impulso di avvicinarsi per sistemarglieli, ma non sa come potrebbe reagire Raffaello in quel momento.
-Ma si può sapere che cazzo dici? Asia, davvero? Che cazzo!-
Luca piega la testa di lato. -Sei un po' ubriaco anche tu, quando inizi a usare troppo la parola "cazzo" vuol dire che sei ubriaco.-
Raffaello emette un verso di stizza, portandosi le mani sulle tempie.
-Vorrei esserlo molto di più.- pausa.
-Cazzo.-
Luca blocca la risatina sul nascere quando vede che l'altro lo sta incenerendo con lo sguardo, sfidandolo a ridere di lui in quel momento. Ha ancora un sacco di soprammobili a disposizione, spera che Luca se ne renda conto.
A quel punto il più giovane sbuffa, contrariato. -Puoi per favore dirmi che cosa ti prende, voglio solo andare in camera da letto e dormire con te.-
Lascia passare qualche secondo di silenzio.
-Dormire e basta, non scandalizzarti, lo so che non si fanno queste cose al primo appuntamento, anche se in realtà abbiamo già passato anche la fase della convivenza.-
-Tu il mio letto stanotte non lo vedi proprio.- gli comunica incrociando le braccia. -Se il divano non ti va potresti sempre sentire se Ivana ha una soluzione che ti aggrada maggiormente.-
La mascella di Luca cede un po' al peso di quella rivelazione.
-Ivana? Sei arrabbiato con Ivana?-
Raffaello sembra talmente infastidito da voler sbattere i piedi a terra come un bambino, ed effettivamente accenna al movimento, ma solo un po'.
-Non con Ivana cretino, con te, che dopo nemmeno due giorni non sai tenere le mani a posto.-
-Dove avrei messo le mani sentiamo?- quella situazione è assurda, alza le braccia e rivolge i palmi verso Raffaello, come a volerli rende protagonisti, essendo i soggetti del loro discorso.
-Non so dove tu abbia messo le mani, so che non ti sei fatto fatto problemi però, prima la matita sulle labbra, poi in discoteca.- sbuffa, sempre più inacidito, e si volta per non doverlo più guardare in faccia.
Luca si prende qualche secondo per elaborare la situazione e le frasi che gli sono state appena rivolte, poi arriva a una conclusione.
-Sei geloso.- la butta lì, come se non stessero davvero discutendo di questo, entrambi molto brilli, in piedi in mezzo al salotto di Raffaello nel bel mezzo della notte, con un giornale distrutto, un libro e due cuscini riversi ai suoi piedi.
-Non dire puttanate.- sente la sua voce ma ancora non si gira ad affrontarlo, perso nel guardare fuori dalla finestra Milano ancora addormentata.
-Oh, eddai Fuffy Ruffy, non ho fatto niente di male.-
Si avvicina da dietro andandolo a circondare con la braccia, poggiando la testa sull'incavo tra il collo e la spalla.
-Decido io se hai fatto qualcosa di male o no.- gli rimprovera quello.
-Tu ormai hai il germe della delinquenza impiantato, non sai più discernere le situazioni.- i loro occhi si incontrano attraverso il vetro e a vedere il sorrisetto che tira le labbra di Luca, Raffaello non può far altro che sciogliersi un po'.
-La prossima volta faccio ballare solo te, prometto.- gli soffia sul collo.
-Pensavo non ti sentissi a tuo agio.-
Raffaello si gira tra le sue braccia, ritrovandosi di fronte a lui. -Non mi sentivo a mio agio perché tu stavi facendo il coglione.-
-Maleducato.- gli dice mentre si abbassa a catturargli le labbra.
È passato un giorno dal loro primo bacio, dai loro primi baci, subito dopo la fine della festa a seguito della puntata. Chiusi nella camera di Raffaello, verso le sette di mattina, soli dopo aver trascorso la serata in compagnia l'uno dell'altro e delle persone a loro care.
Avevano parlato di tante cose, il loro passato, il futuro, il loro rapporto, e pur decidendo di avanzare con i piedi di piombo non avevano saputo resistere a quel tocco delicato e solo un po' più intimo. Così si erano ritrovati a sfiorarsi le labbra, distesi sul letto dell'hotel, entrambi su di un fianco per potersi guardare negli occhi. E velocemente quegli sfioramenti avevano lasciato posto a dei baci più seri, esattamente come in quel momento.
Luca lo incalza solo leggermente con la punta della lingua, poi Raffaello decide che quello è sicuramente il modo migliore e più veloce che l'altro abbia per farsi perdonare e quindi gli permette di baciarlo, di scivolare nella sua bocca e accarezzarlo lievemente.
Si separano quando il fiato viene a mancare, con uno schiocco che risuona nella stanza e li porta entrambi a ridere, ancora stretti nelle corrispettive braccia.
-Il mio Fuffy Ruffy.- sussurra Luca quando Raffaello porta la testa sotto il suo mento, a riposare con gli occhi chiusi contro il suo petto.
L'altro grugnisce leggermente. -Te la sei vista brutta stasera Nani, stavo pensando seriamente di lasciarti dormire sul pianerottolo.-
Si scosta dall'abbraccio solo per far intrecciare le loro mani e iniziare a trascinarlo verso la camera da letto.
Luca ride e lo segue volentieri.
-Gelosone way.-
Raffaello rallenta, premendo volontariamente il piede su quello di Luca e pressandovi tutto il suo peso.
-Ahia!- urla nuovamente quello.
Non risponde, indossando un sorrisetto sornione mentre entra  nella camera da letto e accende la luce, lasciando la presa delle loro mani per iniziare ad indossare il pigiama.
Luca si libera velocemente dalle scarpe e dagli indumenti, scosta le coperte e si infila nel letto, annusando il profumo che emanano. Non è ancora quello di Raffa, che vi ha dormito troppo poco da quando è tornato, ma sanno di bucato e l'odore lo rilassa mentre osserva l'altro cambiarsi.
Quando finisce scosta le coperte dall'altra parte del letto ed allarga le braccia, invitandolo ad accomodarsi.
Raffaello ha già tenuto a sufficienza il punto stasera e decide di accontentare entrambi andando a riposare tra le braccia di Luca.
Passano alcuni minuti in cui tutto ciò che sentono è il silenzio e il rumore della città che ormai si sta svegliando intorno a loro. Raffaello però percepisce anche chiaramente il battito del cuore di Luca, situato proprio sotto il suo orecchio, il volto premuto contro il petto dell'altro e un paio di braccia allacciate dietro la schiena per tenerlo più vicino.
-Sai cosa.- inizia Luca, la voce un po' impastata dai residui dell'alcol e dalla stanchezza, ma estremamente seria.
-Mi ci posso vedere bene anche io qui dentro.-

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Note: One-shot senza arte ne parte, giusto per svagarmi un po' dalle inutili e sterili polemiche che si sono create stanotte su twitter.
Voglio ripetere anche qui il mio pensiero, se già non si fosse capito bene: non penso in alcun modo, e non voglio assolutamente, controllare la mente o i sentimenti di Luca e Raffaello, so che c'è la possibilità che Luca si fidanzi con qualcuna, se non oggi, domani, se non domani fra due mesi o quando sarà. Il punto è che non mi importa che si fidanzi con Ivana, Paola o con chiunque lui voglia stare, io sono qui per gli Oneston, per tutto quello che ci fanno provare e perché spero che il loro rapporto (qualunque esso sia) duri il più a lungo possibile.
Poi tutto ciò che concerne scleri su twitter, fanfiction e compagnia bella, sono miei viaggi mentali che mi aiutano a svagarmi, ma non fanno del male a nessuno e per questo non permetterò vengano attaccati.
Detto questo, se avete letto fin qui grazie della pazienza, spero che la storia vi sia piaciuta almeno la metà di quanto è piaciuto a me scriverla (sì lo so, i miei oneston sono sempre dei gelosissimi litigoni, ma stavolta sono un po' più leggeri dai) e alla prossima

                                       LazyAryanne

Ti ci vedo (e mi ci vedo)Where stories live. Discover now