Capitolo 23

1.3K 45 29
                                    

"Non è assolutamente giusto. Se stare in questa scuola era impossibile quando c'era Silente, adesso con la Umbridge come preside è da suicidio" commentò Ron.

L'atmosfera ad Hogwarts era pessima, era ormai diventata una scuola di regole. La Umbridge se ne andava in giro a controllare e non dava pace agli studenti ed Harry si sentiva tremendamente in colpa per questo. Era colpa sua e lui lo sapeva. Se lui non avesse creato l'ES, la Umbridge non gli avrebbe mai scoperti ed adesso Silente non si sarebbe trovato chissà da quale altra parte e, soprattutto, la Umbridge non sarebbe diventata la nuova preside di Hogwarts.

"So a cosa stai pensando" lo avvisò Hermione. "E no, non ti permetto di dire che è stata colpa tua perchè l'idea dell'Esercito di Silente è stata principalmente mia".

"Si ma io ho acc..."

"No, Harry" lo interruppe Ron. "Anch'io allora ho accettato, tutti hanno accettato, per questo la colpa è di tutti" sentenziò.

"Comunque dovremmo preoccuparci dei G.U.F.O. La Umbridge non ci farà copiare proprio niente ed io devo ancora studiare l'ultimo capitolo di Storia della magia" si lamentò la riccia.

"Bè, beata te. Io devo ancora finire un sacco di materie e la prossima settimana si terrà l'esame" sbuffò Ron.

Harry se ne stava in disparte, ascoltando minimamente ciò che dicevano i suoi amici. Gli stava scoppiando la testa; era settimane con non dormiva a cause di incubi e visioni continue. Si pentì di aver fatto arrabbiare il professor Piton e di non aver più fatto lezioni di Occlumanzia.

"Scusate ma... ho bisogno di prendere un po' d'aria. Ci vediamo dopo". Si alzò ed Hermione gli mise una mano sulla spalla per fermarlo.

"Che hai?" chiese preoccupata.

Il ragazzo non le aveva raccontato niente per non farla preoccupare, ma sapeva che comunque alla fine lo sarebbe venuto a sapere.

"Niente, sta tranquilla". Le tolse la mano dalla sua spalla e corse fuori.

"Che gli succede?" domandò la ragazza a Ron.

"Non ne ho idea, sarà solo un po' stressato per gli esami e per Sirius. Sai dev'essere difficile avere un padrino ricercato ed un Signore Oscuro che vuole ucciderti pronto a farlo in qualsiasi momento della giornata" ipotizzò Ron.

Harry uscì fuori, inspirò l'aria frizzantina di maggio e si sedette ai piedi di un salice. I pensieri lo assalirono: Sirius, la Umbridge, Silente, il Signore Oscuro, i G.U.F.O...
Non ne poteva più.

**********
Era arrivato quello che, secondo Harry, sarebbe stato il periodo più brutto dell'anno: gli esami dei G.U.F.O.
Orde di studenti del quinto e settimo anno giravano per i corridoi in preda al panico, ripetendo di non aver studiato niente.
Si radunarono davanti all'ingresso della Sala Grande che, per l'occasione, era stata allestita come una vera e propria classe, sostituendo i tavoli delle quattro Case con dei banchi singoli.

Appena entrati la Umbridge ordinò agli studenti di accomodarsi con la sua solita voce da oca e la McGrannit diede il via al loro esame voltandosi verso la clessidra posata sul suo tavolo.

Il primo esame era andato ed Harry credeva sarebbe stato molto peggio. Hermione ripeteva in continuazione tutti i possibili errori che avrebbe potuto aver fatto ma Harry sapeva benissimo che sarebbe uscita con il massimo giudizio.

Gli studenti pranzarono nella Sala Grande, i cui banchi erano ritornati al loro stato quotidiano, e dopo tornarono nella Sala d'Ingresso per aspettare di essere chiamati per l'esame di pratica.

Il professor Flitwick chiamò prima Hermione insieme ad Anthony Goldstein, Gregory Goyle e Daphne Greengrass.

"Buona fortuna" le augurò Harry rubandole un bacio a stampo. La ragazza annuì e si diresse verso la Sala Grande.

Quando uscì sul volto aveva un'espressione preoccupata ma il moro non l'avrebbe saputo fino a sera poiché una volta terminato l'esame gli studenti non tornavano lì.

Dieci minuti dopo il professore tornò e stavolta toccò ad Harry andare.

"In bocca al lupo. Ce la farai, ricorda sei Harry Potter" sussurrò Ron.

Entrò stringendo la bacchetta nella mano così forte da tremargli.

Senza contare degli errori che non avrebbe mai detto ad Hermione per evitarsi una bella ramanzina, non doveva essergli andata malissimo.

Nei giorni successivi ci fu un'esame dopo l'altro fino a quello di Difesa contro le Arti Oscure.
Harry era certo che se sarebbe dovuto uscire in una materia con il massimo dei voti allora era la volta buona.
Non incontrò nessuna difficolta nelle domande scritte e nell'esame pratico gli riuscirono tutti gli incantesimi perfettamente e soddisfece la richiesta del professor Tofty di evocare un Patronus.

Finalmente per lui e Ron arrivò un giorno di riposo, cosa non valida per Hermione che dovette sostenere l'esame di Antiche Rune.
Passarono tutto il giorno a giocare Scacchi Magici e fecero visita ad Hagrid.

Quella sera quando Hermione rientrò nel dormitorio era frustata per aver sbagliato il significato di una parola.

"Sei sempre la solita" le disse Harry ridendo.

"Non c'è niente da ridere. E comunque qualcuno ha messo nuovamente uno Snaso nell'ufficio della Umbridge"

"Bè le sta bene" sentenziò Ron.

"Ma puoi non capire mai niente? Sicuramente incolperà Hagrid ed avrà una scusa in più per cacciarlo da Hogwarts" spiegò Hermione buttandosi sulla poltrona di fronte al camino.

Hermione tenne il broncio per tutto il fine settimana ed Harry provò ad alzarle su il morale, cosa che gli risultò piuttosto difficile visto che non aveva voglia di scherzare nemmeno lui. Alla fine ci rinunciò ed iniziò a ripassare per gli esami della settimana seguente.

Forse l'unica cosa buona di quei giorni fu che si dimenticò assolutamente di tutto. Voldemort, il Ministero, Silente, Sirius uscirono dalla sua mente per far spazio solamente a regole e incantesimi di Pozioni, Astronomia e chi più ne ha più ne metta.

La sera dell'esame di Astronomia salirono tutti sulla torre dove si sarebbe svolto l'esame.

"Dai Hermione hai superato l'esame di Aritmanzia, ce la puoi fare" si ripeteva la ragazza in continuazione.

"Ei calmati" Harry posò il braccio sulle spalle della ragazza mentre continuavano a salire.

L'esame era iniziato da almeno quaranta minuti quando Harry notò delle ombre entrare dentro la capanna di Hagrid. Guardò Hermione la quale si era accorta già di tutto. Cercò di tornare a concentrarsi sulle mappe ma gli risultò difficile, quasi impossibile.

Iniziarono a volare incantesimi ed ormai tutti si erano accorti di quello che stava succedendo e nessuno più pensava al proprio esame.

"Ragazzi mancano solo dieci minuti, per favore seduti!" continuava ad urlare il professore.

Videro la McGrannit uscire dai cancelli di Hogwarts ma non fece in tempo ad arrivare alla capanna che fu colpita da quattro Schiantesimi e cadde a terra priva di sensi.

"Oddio!" esclamò Hermione.

Hagrid iniziò a buttare giù un uomo dopo l'altro fino a quando non rimase solo la Umbridge che non potette fare niente.

"Ehm... ok ragazzi mancano cinque minuti" cercò di attirare l'attenzione il professore.

Harry e Ron iniziarono a completare le mappe a caso mentre Hermione cercò di farle decentemente in meno tempo possibile. Appena finì l'esame tutti gli studenti scesero di corsa le scale e si diressero verso i propri dormitori.

Angolo autrice
Ma da quanti anni non aggiornavo!? Spero che il capitolo vi piaccia❣️
Bye bye

You've reached the end of published parts.

⏰ Last updated: Feb 24, 2018 ⏰

Add this story to your Library to get notified about new parts!

Il mio cuore per te||Harmione||Where stories live. Discover now