Parte I: Un inatteso risveglio - 2

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Quando John Howard aveva visto la sagoma di un cavallo passeggiare nel campo adiacente alla loro casa, sulle prime non ci aveva fatto caso, preso com'era nel leggere sul giornale le notizie finanziarie, ma di colpo aveva avuto come un brutto presentimento e si era voltato nella direzione dell'animale, riconoscendolo.

Lasciato andare il quotidiano, era scattato in piedi. "Anne!" aveva gridato con tutto il fiato che aveva in corpo.



Anne si voltò di scatto. "Hai sentito?"

Assad si fermò e le fece cenno di tacere. Poi rimase in ascolto. "Credo che tuo marito abbia fatto conoscenza con..." Il suo sguardo si spostò dal corridoio dietro di loro alla sua interlocutrice, o, meglio, alla parete alle sue spalle. Estrasse il coltello dalla cintura e lo lanciò. L'oggetto passò alla sinistra della testa di lei, che si irrigidì, seguendone la traiettoria con la coda dell'occhio, e andò a prendere in pieno uno scarabeo, che era sbucato da una fessura della pietra. "... i nostri amici a sei zampe!" concluse, recuperando l'arma e mostrando il grosso insetto infilzato.

Nonostante fosse stato passato da parte a parte dalla lama, muoveva ancora le zampe.

Anne lasciò andare il respiro. "Grazie."

"Non hai bisogno di essere salvata da uno scarabeo, ma da te stessa." L'uomo riprese a camminare.



"Non ci sono da nessuna parte." Donald Hanson era appena ritornato nella camera funeraria che i due archeologi avevano inavvertitamente scoperto.

Robert stava controllando il grande sarcofago che troneggiava al centro della stanza. Con la mano eliminò uno spesso strato di polvere, rivelando un'iscrizione. "Il caro vecchio Seti." Sollevò lo sguardo. "Bene, Donald, che ne dici di vedere cosa c'è dentro?"

"Se proprio ci tieni." L'amico non si era ancora del tutto ripreso dall'accaduto e continuava a guardare con preoccupazione in direzione della sala del tesoro.

Più facile a dirsi che a farsi. Il sarcofago era di pietra e il coperchio, per quando fosse solo poggiato, senza nessuna evidente serratura o altro meccanismo di chiusura, aveva tutta l'aria di essere molto pesante.

Robert cercò di spingerlo di lato, impiegando tutte le sue forze, ma quello non si muoveva di un millimetro. "Ah, maledetto Seti, vieni fuori... non nasconderti." Il suo secondo tentativo si rivelò altrettanto inutile. Aveva bisogno d'aiuto. "Donald!" esclamò, facendo trasalire il suo compagno. "Ma che diavolo stai facendo?"

Hanson era affacciato all'ingresso, rivolto verso l'esterno della stanza. Il pavimento si era richiuso e la nube sprigionata dall'acido si era quasi del tutto diradata. Degli scarabei non vi era neppure l'ombra. Sembravano svaniti nel nulla. Ma questo non lo rassicurava affatto. "Tua moglie è scomparsa. La cosa non ti interessa?"

"Ah, sarà scappata via insieme agli scavatori e la guida." Robert aveva sottolineato le proprie parole con un gesto della mano, come se le sorti della moglie non fossero affare suo.

"Io ho visto andare via solo gli scavatori."

"Tu eri impegnato in un tête à tête con un cadavere, non hai visto proprio un bel niente." Infastidito, Robert gli fece cenno con un braccio. "Ora smettila di stare lì imbambolato e vieni a darmi una mano!"

Hanson ubbidì.



Il dottor Clive non aveva dato molte speranze. Aveva osservato a lungo la giovane donna, che giaceva priva di sensi sul letto, con il volto insanguinato, pallidissima. Aveva provato un'enorme pena nel vederla così. Lui che l'aveva fatta nascere e che aveva cercato di curarla in tutti quegli anni.

La morte è soltanto il principioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora