L'incontro

10 0 0
                                    

Amelia girò vagante in solitario fino a quando non incontrò uno strano ragazzo: aveva dei capelli non troppo lunghi né troppo corti, mossi e neri e indossava un mantello nero. Quando il ragazzo si voltò, Amelia si nascose per la paura mentre notava che aveva gli occhi neri e il viso dagli zigomi evidenti.

Amelia provocò un po' di vento per avere un po' di frescura e lì il ragazzo misterioso si accorse che non era solo.

«Ehi? C'è qualcuno?», disse con una voce lieve e stanca. Poi uscì Amelia che aveva un vestito blu con una cintura di bronzo.

«Sono Hugo. Piacere di conoscerti», dice allungando la mano. Risponde educatamente: «Amelia... Mi chiamo Amelia», disse stringendo la mano destra di quel ragazzo.

«Abiti qui? In questo villaggio abbandonato?»

«Al momento sì», disse Amelia osservando meglio il giovane uomo. Aveva un pantalone nero con dei mocassini neri consumati e un gilet giallo dai bottoni neri.

«Purtroppo tutti hanno scelto di cadere nella eterna schiavitù mentre io rimango l'unica a vivere qui. Tu non sei di queste parti», chiese Amelia a Hugo che confermò di essere un nobile del regno della terra finito in schiavitù. Allora Hugo propose: «E se ci facessimo una passeggiata per girare il mondo di Thum?»

Amelia scelse di accettare e fu così che i due giovani partirono. Amelia, iniziata la passeggiata, cominciò a narrare qualcosa della sua famiglia a Hugo.

«Mio padre era il magazziniere della signora Rosie mentre mia madre era un'insegnante, insegnava ai giovani a controllare il proprio potere dell'aria con maestria. Le ho dato filo da torcere, poiché volevo diventare forte quanto lei, ma sono riuscita a convincerla»

Hugo le chiede se aveva visto la regina Rosie e, in caso di affermazione, di descriverla.

«Oh, certo che ho visto la regina Rosie. Era come una zia per me. Portava capelli lunghi, neri e lisci come chiodi, con occhi grandi e marroni, era riconosciuta per il suo diadema, che mi ha lasciato qualche giorno prima dello sterminio causato da mio fratello Timothy», disse Amelia uscendo un diadema di bronzo con uno zaffiro al centro. A quel punto, Hugo iniziò a parlare della sua famiglia.

«La mia famiglia era meticcia. Mio nonno controllava l'acqua, mia nonna la terra. Mio padre controllava la terra come mia nonna mentre mia madre il fuoco. Io controllo la terra, come mio padre, anche se credo di esser capace di controllare l'acqua. Mia sorella minore controllava il fuoco come mia madre, mentre mio fratello controllava l'acqua come mio nonno»

Preso un attimo fiato, Hugo prosegue: «Prima della guerra, avevo un sacco di amici, non solo dell'acqua, della terra e del fuoco, ma anche qualcuno dell'aria. Per mia sfortuna, mi ero innamorato di una ragazza del regno dell'acqua: aveva dei capelli lunghi, biondo cenere e lisci, con occhi grandi e azzurrissimi, non ricordo il suo nome. Purtroppo dopo la guerra tra Fuoco e Acqua, non la vidi più, ma mi tengo un smeraldo in suo ricordo», concluse Hugo che iniziò a lacrimare.

Finito il racconto, Amelia propose di passeggiare senza parlare o avrebbero potuto riempire di lacrime la strada dietro di loro.

Amelia [in revisione]Where stories live. Discover now