Capitolo 1

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Quella  mattina, come suo solito, Elsa si svegliò si voltò verso il marito ancora dormiente e gli accarezzò lievemente il braccio per una manciata di secondi, poi  spostò la trapunta e con un movimento repentino si alzò definitivamente. Le fredde piastrelle su cui i suoi piedi erano poggiati e la temperatura mite di quella casa la fecero rabbrividire.
Infilatasi ai piedi un paio di pantofole morbide uscì da quella stanza e dopo essersi lavata andò in cucina a preparare la colazione per Andrea, che di lì a poco si sarebbe svegliato.
Con cura preparò il caffè, il cui odore si propagò per l'intera casa, e assieme ai biscotti al cioccolato preferiti di Andrea lo posò sul tavolo in vetro.
Dopo pochi minuti entrò Andrea in tutto il suo fascino. E fu proprio questo suo charme a far perdere a Elsa la testa per lui quella sera d'inverno.
Con solo  addosso  dei pantaloni che gli cadevano morbidi lungo le gambe snelle, fece la cadere in una sorta di trans. Ne era ammaliata. Del resto lei lo amava e lo desiderava proprio come quando era una giovane ragazza.

Intenta mangiare, alzò lo sguardo verso Andrea e posando sul piattino il biscotto che aveva in mano, e deglutendo chiese speranzosa:''Ti va di mangiare fuori stasera?"
Andrea alzò lo sguardo, corrugò la fonte, inarcò un sopracciglio in procinto di proferire qualcosa. Ma nessuna parola lasciò le sue labbra.
Era chiaramente un declinazione silenziosa dell'offerta e questo provocò ad Elsa l'ennesima delusione. Oggi ci sperava, ma anche ieri, e l'altro ieri.

I due uscirono di casa senza neanche salutarsi dirigendosi verso i rispettivi luoghi di lavoro.

Elsa, scese dalla sua automobile e si diresse verso il suo unico angolo di vita felice: il suo negozio di profumi.
Aveva aperto quell'attività otto anni fa. Ci era voluto del tempo prima di racimolare il denaro necessario, ma lei ci era riuscita grazie alla sua determinazione. Allorché ragazza faceva due lavori, lavorando anche dodici ore, si spaccava la schiena e quando, la sua determinazione si affievoliva, usava sdraiarsi nel giardino di quella che era casa sua, per ammirare le stelle speranzose del destino.
Elsa raggiunse il fine di quel lungo percorso fatto di numerosi ostacoli, Elsa trasformò il suo amore per le fragranze nel lavoro che avrebbe fatto per il resto della sua vita.
Lei non vendeva soltanto profumi di mercato comune, ma anche fatti su misura. Le piaceva l'idea che ognuno potesse avere il suo profumo unico e personale.
Assieme a uno staff specializzato, in un laboratorio contiguo all' attività venivano create quelle perle di unicità.
La sua profumeria molto chic si trovava a Monte Napoleone e spiccava fra le altre operazioni commerciale per la sua insegna azzurrina a cui lati vi erano disegnati delle piccole volute in oro.
Internamente aveva le pareti di un verde pastello interrotto dal bianco delle rose dipinte a mano.
Vi erano poi scaffali bianchi disposti lungo le pareti, sopra i quali vi erano una miriade di profumi e fragranze.
Varcata la soglia, si veniva trasportati in Provenza. Nondimeno il suo piccolo assaggio di Francia di chiamava Un Morceau de Provence.
Lo staff era già alla lavoro mentre la sua assistente doveva ancora arrivare. Non era una persona puntuale, ma elsa sorvolava i suoi continui ritardi perché era una valida componente. Elsa non nascondeva neanche il suo affetto verso i confronti di quella ragazza appena vent'enne determinata quanto lei.
Laura dopo dieci minuti arrivò col fiatone di una che aveva appena corso una maratona.
"Oggi più puntuale del solito eh?''
Laura sorrise un po' in imbarazzo.
"Beh, stamattina ho battuto il mio record. Ho ritardato di appena dieci minuti." Rispose togliendosi il cappotto nero.
La ragazza, dopo aver appeso il capo, volse lo sguardo verso Elsa.
"Elsa, cos'hai?" Chiede avvicinandosi.
''Nulla, Andrea Sai..." Rispose senza concludere la frase. Non voleva parlarle ancora una volta dei suoi problemi matrimoniali.
"Sai che con me puoi parlare.". La rincuorò Laura.
" Lo so, ma non voglio scaricato addosso sempre i miei problemi."
I sospiri continui di Elsa fecero capire a Laura che era meglio non insistere tanto, o quasi.
"Beh, magari un bambino è ciò di cui avete bisogno. E poi quando lo vuoi fare a quarant'anni? Dai, quando il bambino avrà dieci anni tu ne avrai cinquanta. Te lo immagini? No, trent'anni è l'età perfetta. Dai domani riprovarci. So che è difficile continuare a proporre di fare qualcosa ad uno come Andrea. Io l'avrei bastonato e l'avrei già mandato a quel paese, ma comunque provare non costa a nulla no?"
"Tu. Smettila! Non devi preoccuparti dei miei problemi con Andrea né tantomeno di quando farò un figlio." Fece finta di riprenderla.
"Oh, su. Non fare la 'mamma protettiva'."
Elsa sospirò divertita da quella ragazza.
"Aiutami a mettere a posto questi profumi sullo scaffale laggiù prima che siano le nove."
A alle nove  successe quello che elsa già aveva presagito: Una miriade di gente riempì l'attività.

La giornata era giunta a termine, lo staff aveva ormai lasciato il laboratorio. In negozio restavano solo Elsa e Laura quest'ultima noto che sul bancone dietro ad Elsa c'erano dei fogli in una busta azzurra semitrasparente.
Superò l'altra donna che  vendendola fare quel movimento si voltò nella sua direzione.
Aprì la  busta, diede una rapida occhiata a quei pezzi di carta, alzò lo sguardo e con occhi spalancati incontrò gli occhi dell'altra.
La donna confusa  reagì facendo un passò indietro in attesa che la giovane preferisse parola.
" Leo, ha dimenticato di fare queste fragranze."
Incredula Elsa le chiese:'' Sei sicura? "
"Guarda, non c'è nemmeno una sottolineatura, e lui sottolinea sempre il nome dei clienti."
Elsa, poco prima confusa e intimorita da quello sguardo strabuzzato, sorrise per l'eccessiva preoccupazione di Laura.
" Tranquilla, domani ci parlo io. E toglimi una curiosità: come fai a sapere che lui sottolinea i nomi dei clienti?"
Un ardente rossore si espanse sulle sue guance pallide.
"Uh, beh, ecco gli occhi ce li ho anch'io.'' Rispose  incurante.
Elsa sapeva tutto. Aveva intuito il suo interesse per Leo dal chiaro imbarazzo ogni qual gli occhi  di Laura si posavano su quello di Leo

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