Allora perché non vieni da me? Perché non sei qui con me? Non mi bastano le parole, voglio i fatti. Quello che c'è stato ieri sera è l'ennesima conferma che mi desidera, ma mi vuole veramente? Oggi dovrò parlare con Andrea del bambino. E se lo riferisse ad Alex e lui non mi volesse più? Mille domande e mille pensieri mi ronzano nella mente. Mi sono alzata presto questa mattina. Intorno alle dieci mio padre ci raggiungerà a casa. Gli abbiamo detto che dobbiamo parlargli. Probabilmente crede che riguardi lui e la mamma...

Faccio colazione a letto insieme alla mamma. Un po' prima delle dieci sentiamo dei rumori al piano inferiore. <<Dev'essere tuo padre...>> mormora alzandosi. <<Vengo anche io. Se lo fai venire di sopra partiamo già male>> annuisce e ci rechiamo al piano inferiore nello stesso momento in cui Andrea grida il mio nome. <<Emma!>> quando ci vede si avvia subito da me. <<Stai bene tesoro?>> mi domanda stringendomi in un abbraccio. Noto che mia madre si irrigidisce e propongo di andare a sederci in salotto. <<Cosa succede?>> domanda preoccupato sedendosi sull'angolo del divano, lontano da mia madre che è seduta alla mia destra. Rimango in silenzio, nervosa per quello che dove dirgli. Mia madre prende una mia mano tra le sue e la stringe. <<Sono incinta>> dico tutto d'un fiato. <<Cosa?>> <<Aspetta un bambino>> replica mia madre in tono tranquillo. <<Come? Di chi? Come fai ad essere così tranquilla?!>> grida contro mia madre alzandosi ed incominciando ad andare avanti e indietro per la stanza. Sento gli occhi pizzicarmi a causa delle lacrime. <<Di chi?>> domanda fermandosi. Mi fissa negli occhi, io non riesco a ricambiare lo sguardo e li abbasso prima di rispondere. <<Alessandro...>> sta in silenzio per un tempo che sembra infinito. <<Lui lo sa?>> <<No>> <<Devi dirglielo>> alzo lo sguardo nel suo. <<Lo so...>> <<Come...quando...da quanto?>> <<Otto settimane>> risponde mia madre al mio posto. <<E non mi avete detto niente...>> è più un affermazione che una domanda. <<Lo terrai?>> <<Si>> rispondo sicura. Torna a sedersi sul divano. <<è per questo che non venivi a lezione?>> <<Ha avuto un principio di aborto. Deve stare a riposo per il primo trimestre>> <<Quando? Stai bene adesso?>> Mia madre inizia a raccontargli ogni dettaglio per filo e per segno. <<Perché non mi avete detto niente?>> <<Non ho voluto io. Oltre a mamma ed Abby non lo sa nessuno>> <<Lo sai che devi dirlo ad Alex?>> <<Lo so...>> si passa una mano tra i capelli. <<Dannazione Emma...Torno a casa>> <<Non serve...non devi farlo per me>> non voglio che scelga di tornare perché si sente in qualche modo in dovere. Deve farlo quando vorrà veramente. <<Ci puoi lasciare da soli?>> mi domanda mio padre guardando per la prima volta negli occhi mia madre. Stringo la presa sulle mani di mai madre insegno di appoggio e mi alzo in silenzio. È l'ora della verità.

Alex

Siamo alla fine di ottobre, ormai è più di due mesi che non vedo Emma e mi manca da impazzire. Ogni tanto ci sentiamo attraverso degli SMS o delle chiamate. Sempre più spesso facciamo sesso telefonico, come se non potesse farne a meno. Come se fosse insaziabile. Certo, non me ne lamento! Se ha la libido alle stelle, ben venga! Tra circa due mesi partirò per New York, per frequentare la NYU. Non gli ho ancora detto niente. È una dura verità. Non so se ne sarà felice, non so se mi rivuole realmente. Mille domande mi tormentano i pensieri. Dovrei dirglielo? Dovrei farle una sorpresa? Non so proprio che fare. Sento il cellulare squillare nella tasca della tuta e rispondo. <<Pronto>> <<Alex>> <<Zio>> <<Come stai?>> <<Stanco. Sto rientrando a casa adesso da una corsetta>> dico prima di bere un sorso d'acqua dalla mia bottiglietta. <<Va tutto bene?>> domando iniziando a preoccuparmi. Lo sento starno. <<Certo. Sono tornato a casa>> <<Bene! Avete chiarito allora?>> <<Ci stiamo arrivando>> mi sento un po' sollevato. Non mi piaceva saperli separati. Lui e Sara sono una delle poche coppie che mi permettono di credere ancora nell'amore. <<Senti ancora Emma?>> <<Cosa?>> non mi aspettavo una domanda del genere. Dopo ciò che è accaduto, ne abbiamo parlato solo una volta... << Provi qualcosa per lei?>> Ma che cazzo?! Che gli prende? Mia madre gli ha detto qualcosa? <<Cosa stai dicendo?>> <<è una domanda semplice Alex!>> mi sbotta contro. <<Si>> <<Cosa?>> è giunto il momento della dura verità. <<Si, credo di amarla>> dopo la mia confessione rimane in silenzio per parecchio tempo. A conferma che è ancora in linea è il suono del traffico che lo circonda. <<Lei lo sa?>> <<No! Non glielo dico di certo con un cazzo di messaggio!>> <<Vieni alla NYU per lei?>> perché mi fa tutte queste domande?! <<Non volevo venirci per lei. Ho sempre sognato di andare alla NYU>> altri silenzi. <<Bene. Dovresti parlarle...>> <<Cosa? Perché?>> <<Non glielo hai detto vero?>> <<Non ancora. Ma ora che cazzo centra?!>> chiedo alterato, non comprendendo il suo comportamento. <<Dovresti venire a New York>> cambia nuovamente discorso... <<Tra due mesi sarò li...>> <<Dovresti venire prima>> mi interrompe. Dopo qualche altra frase criptica riattacca. Non ci capisco più niente! Perché mi ha fatto tutte quelle domande? Perché voleva sapere cosa provo per Emma? E perché mi ha chiesto se ho scelto la NYU per lei? Una serie di brutti pensieri si insinuano nella mia testa. Avrà un altro? Mi ha dimenticato? Poi però ripenso ai nostri messaggi e alle nostre chiamate. Devo cercare di capirci qualcosa.

1. I FELL IN LOVE: Mi sono innamorata del mio miglior nemico - in revisioneWhere stories live. Discover now