Capitolo 2

17 1 0
                                    

Oltrepassando la porta a vetri delle Potomak Tower, Anna percorse la spessa moquette per raggiungere la reception, blu e oro come i colori di quel colosso informatico.

«Anna De Matteis. » Disse sbrigativamente alla guardia dietro il bancone. Cercò di mantenere la calma, di apparire in tutto e per tutto una fredda donna d'affari, anche se dentro di se fremeva. Erano anni che non metteva piede in quell'edificio. Tutto era diverso eppure rimaneva sempre uguale. L'atrio di granito e vetro, il lungo bancone della sicurezza, i divanetti in pelle, e più avanti gli ascensori. Aveva oltrepassato quella porta per due lunghi anni prima di capire che il gelo di quel palazzo di cemento le stava strappando via l'anima a poco a poco. Solo quando aveva stretto la lettera di dimissioni in mano, il senso di oppressione che aveva provato sin dal primo giorno in cui era stata assunta, si era miracolosamente dissolto nell'aria e lei aveva ripreso a vivere, leggera come una piuma, libera come l'aria. Ma le multinazionali sono come un cancro. Tornano a galla anche quando credi di averle ormai estirpate definitivamente. Essere di nuovo lì , dopo tanto tempo, non era semplice ma lei era determinata a non farsi ammaliare nuovamente dal lusso e dall'aura di potere che impregnava ogni singolo oggetto presente,fino ad estendersi anche alle persone e il fatto di sapere come muoversi in quell'ambiente ostile doveva essere considerato per quello che era: un punto a suo vantaggio.

«Tredicesimo piano. » Le comunicò freddamente il receptionist e lei si incamminò decisa verso gli ascensori. Aveva bisogno di quel contratto. Non lei personalmente ma la società per cui lavorava ne aveva un disperato bisogno. Al contrario della Potomak, la Systemax era una micro impresa, un insetto di fronte a un pachiderma, che contava al suo interno dei veri geni dell'informatica con un unico difetto: nessuna mentalità imprenditoriale, nessun istinto per gli affari, nessun possibilità di sopravvivenza, nessuna capacità di vendersi. Lavoravano più per il piacere di farlo che per i soldi. Erano l'esatta antitesi di ogni altra società presente sul mercato. Nessun orario di lavoro per i dipendenti, nessun cartellino da timbrare, ferie e permessi quando ognuno ne aveva bisogno. Ognuno era responsabile del proprio lavoro.

Anna ricordava ancora con un sorriso il suo primo giorno di lavoro quando il capo, Pietro Pavesi si era avvicinato alla scrivania e le aveva chiesto un po' titubante: «Scusami, quando hai tempo, potresti vedermi a che punto siamo con gli ordini? » Lei lo aveva guardato stralunata. Dove erano finiti gli ordini impartiti senza neanche essere guardata in faccia? Si scusava anche? Non era forse tenuta per contratto a eseguire le sue richieste? «Non è urgente, in ogni caso. Quando puoi. » Aveva aggiunto andando via. Ma aveva capito di essere atterrata su Marte quando aveva avuto il piacere di conoscere i suoi nuovi colleghi. «Qualcuno vuole un caffè? » Aveva sentito urlare e dopo dieci secondi era comparso Stefano alla sua porta. «Scusali, sono degli idioti. Non conoscono le buone maniere. Vorresti qualcosa? » Dopo due secondi erano comparsi alle sue spalle altri due ragazzi. «Subito a fare gli occhi dolci alla nuova arrivata, vero? » lo aveva rimproverato uno dandogli una gomitata. «Io sono Marco. Piacere.» E si era prodotto in un raffinato inchino con conseguente baciamano. Il terzo aveva solo alzato gli occhi al cielo. «Volete farla fuggire prima ancora di iniziare? » e si era seduto sulla sua scrivania facendo penzolare una gamba. «Devi scusarli. Non sono abituati ad avere ragazze carine in ufficio. Io sono Davide.» E mentre Anna cercava di riprendersi dal loro modo di fare amichevole, Stefano era arrivato con una tazzina fumante in mano.

Si era innamorata di quel posto di lavoro e aveva tutta l'intenzione di tenerselo stretto anche se questo significava avere di nuovo a che fare con la Potomak.

Sì perché alla fine del mese il compito di far quadrare i conti era stato affidato a lei e come poteva riuscirci se loro continuavano a imbarcarsi in progetti futuristici in cui la premessa era "Noi non ci guadagniamo niente". Da qualche parte i soldi per pagare gli stipendi dovevano pur uscire no? Le bollette dovevano essere pagate, l'affitto anche. Erano due anni che Anna faceva i salti mortali per evitare che si imbarcassero in imprese senza prospettive, e adesso che gli si era aperta la possibilità di collaborare con la Potomak , non aveva nessuna intenzione di lasciarsela sfuggire.

You've reached the end of published parts.

⏰ Last updated: Jun 07, 2017 ⏰

Add this story to your Library to get notified about new parts!

Il morso della gelosiaWhere stories live. Discover now