Facendo acquisti da Clayton

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“Merda! Non sono mica un ragazzino, no?” È dannatamente irritante.

Forse questa reazione da adolescente smetterà se la lego, la scopo e la frusto… e non necessariamente in quest’ordine. Sì. Devo proprio fare così. È totalmente assorbita nel suo lavoro e così ho l’opportunità di studiarla bene.

Pensieri lascivi a parte, è attraente, molto attraente. Me la ricordavo bene.

Alza lo guardo e si blocca, inchiodandomi con quei suoi occhi intelligenti e acuti, di quel meraviglioso azzurro che sembra scavarmi dentro. È sconcertante come la prima volta che l’ho incontrata. Rimane a fissarmi, piuttosto sbalordita, e non so se la reazione sia buona o cattiva.

«Miss Steele. Che piacevole sorpresa.»

«Mr Grey» mormora, ansimante e confusa. “Ah… la reazione è buona.”

«Passavo di qua. Ho bisogno di fare qualche acquisto. È un piacere rivederla, Miss Steele.» “Un vero piacere.” Indossa una T-shirt attillata e i jeans, non quegli abiti informi che aveva la prima volta. Ha le gambe lunghe, la vita sottile, e due tette perfette.

Continua a fissarmi a bocca aperta e devo combattere contro il pressante desiderio di avvicinarmi e metterle un dito sotto al mento per farle chiudere la bocca. “Sono venuto in elicottero da Seattle solo per vederti e, per il modo in cui mi stai guardando, direi che ne è valsa la pena.”

«Ana. Mi chiamo Ana. Come posso aiutarla, Mr Grey?» Fa un respiro profondo, raddrizza le spalle come ha fatto durante l’intervista e mi rivolge un sorriso di cortesia, di quelli che, ne sono certo, riserva ai clienti.

“Inizia il gioco, Miss Steele.”

«Mi servono un paio di cose. Tanto per cominciare, vorrei delle fascette stringicavo.»

Lei schiude le labbra e inspira bruscamente.

“Ti stupiresti vedendo quello che sono in grado di fare con qualche fascetta, Miss Steele.”

«Ne abbiamo di diverse lunghezze. Vuole che gliele faccia vedere?»

«Grazie, Miss Steele, la seguo.»

Esce da dietro il bancone e indica con la mano una delle corsie. Indossa scarpe da ginnastica Converse. Mi chiedo oziosamente come starebbe con un paio di scarpe con i tacchi vertiginosi. Louboutin, ovviamente.

«Si trovano nel reparto materiale elettrico, scaffale otto» dice, esitante, mentre arrossisce di nuovo.

“Le faccio effetto.” E nel cuore nasce un po’ di speranza. “Non è lesbica, allora” penso con un sorrisetto malizioso.

«Dopo di lei» mormoro, e con la mano le indico di farmi strada. Facendola camminare davanti, ho il tempo e lo spazio per ammirare il suo culo fantastico. Ha davvero tutto: è dolce, educata e attraente, con tutte le caratteristiche fisiche che apprezzo in una Sottomessa. Ma la domanda da un milione di dollari è: può diventare una Sottomessa?

Probabilmente non sa nulla di questo stile di vita, del mio stile di vita, ma non vedo l’ora di farglielo conoscere. “Stai correndo decisamente troppo, Grey.”

«È a Portland per affari?» chiede, interrompendo i miei pensieri. Parla a voce alta e sta cercando di mostrarsi noncurante. Mi fa venir voglia di sorridere, il che è tonificante. Raramente le donne mi fanno sorridere.

«Ero in visita al dipartimento di agraria della Washington State University. Ha sede a Vancouver» mento. “In realtà sono qui per vederti, Miss Steele.”

Arrossisce e mi sento una merda.

«Sto finanziando alcune ricerche sulla rotazione delle colture e sulla micromorfologia del suolo.» Questo, almeno, è vero.

Cinquanta sfumature di ChristianWhere stories live. Discover now