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Marzo, 46 d.C; Italica (Hispania)

Il cielo era uggioso, cosparso di brume grigiastre che lasciavano filtrare, di quando in quando, qualche lama dorata. Quelle coraggiose, piccole scagliette di luce si facevano strada attraverso le fronde brillanti dei faggi e delle querce, irradiando qualche sporadico arbusto spinoso o infastidendo il riposo dei piccoli roditori che serpeggiavano nella foresta. C'era solo un punto, all'interno di quel tetro boschetto, dove i faggi rinunciavano a drizzare come stendardi i loro rami verso il cielo, dove esso poteva essere ammirato, ed era stata Marcia a scoprirlo, troppi anni prima perché lei potesse ricordarsene. Da allora, quando era preoccupata, o triste, o anche gioiosa, veniva a rifugiarsi nei Campi Elisi, dove le querce e le rocce di calcare creavano un proscenio naturale, con panche, tavolini e triclini rivestiti di muschio.

Nonostante l'umidità, che lì si faceva ancora più pregnante rispetto alla costa e alle regioni del sud, e le zanzare che le entravano nelle orecchie e le facevano prudere la pelle, Marcia adorava quel luogo. Adorava sdraiarsi sull'erba umida color smeraldo cupo, incrociare le braccia dietro la testa e spingere lo sguardo oltre l'azzurro del cielo e il bianco delle nuvole, in un universo magico di cui lei era la sola abitante, perdendosi nelle proprie fantasticherie. Si baloccava ad indovinare la forma delle nubi, quelle nubi che parevano fatte di neve, quella neve che lei non aveva mai visto ma di cui aveva sentito tanto parlare dalla Verruca. Non che la vecchia l'avesse mai vista, la neve, ma quando accoglieva in casa sua i viaggiatori del nord si faceva sempre raccontare ogni cosa, e poi andava a riferirlo alla sua vicina, la Papera, e con lei il racconto si diffondeva all'intero quartiere.

Marcia scacciò una zanzara che le stava ronzando davanti agli occhi, e abbassò le palpebre, godendosi la dolcezza del sospiro della natura sulla sua pelle, e ripensando inevitabilmente a Vanny. Era stata la prima e unica persona cui aveva fatto conoscere quel luogo, ed era stata Vanny ad iniziarla ai misteri del soprannaturale e alla potenza della fantasia. Grazie a lei, aveva imparato a considerare esseri viventi non solo le persone, gli schiavi e gli animali, ma anche i più piccoli sassi, le più soffici piume, i più fragorosi temporali e le più tremende burrasche. Vanny le aveva insegnato a rispettare la natura, e a come fare per venire da essa rispettata. L'aveva istruita sulle piante mediche e sui funghi velenosi ancora prima che lo facesse sua madre, e da lei aveva imparato a camminare con leggerezza, evitando formiche, lombrichi, cavallette e lumache.

Era stato un bel sogno, ed era stato infranto troppo presto. Quinto avrebbe anche potuto tollerare che sua figlia avesse rapporti con persone dalla pelle diversa, con convinzioni e fede diverse, con abitudini e linguaggio diversi, ma aveva fatto una sfuriata quando aveva scoperto che il padre e la madre di Vanny erano due liberti, e non faceva differenza che avessero servito alla tavola dei più influenti patrizi romani. Erano pur sempre ex schiavi, e per Quinto non era stato difficile usare le conoscenze di suo fratello per ordinare il trasferimento della famiglia da Italica a una non meglio precisata colonia ispanica dell'est. Marcia era stata tenuta confinata in casa sua per giorni, e quando era uscita per andare alla ricerca della sua amica aveva trovato solo una casa vuota e silenziosa. I fratelli e le sorelle di Vanny l'avevano sempre riempita di grida, risate e gran chiasso, e Marcia l'aveva amata al primo sguardo, nonostante il forte odore di garum che loro usavano abbondantemente per ogni portata, lo sporco negli angoli che la faceva starnutire e il fumo dei bracieri che le irritava gli occhi. La famiglia di Vanny l'aveva subito trattata come una sua pari, e per Marcia era stato un onore, perché Vanny le aveva confessato che, nonostante vivessero lì da anni, nessuno li aveva voluti incontrare o era stato interessato ad approfondire la loro conoscenza. Non erano mai nemmeno riusciti a vedere in viso i loro vicini, e persino la Papera se ne era tenuta alla larga. I liberti, ad Italica, venivano ostracizzati, ma i genitori di Vanny avevano subito capito che Marcia era diversa da tutti gli abitanti snob di quel villaggio, e l'avevano presa sotto la loro ala. Marcia era convinta che non le avessero portato rancore nemmeno quando Quinto li aveva sfrattati. Persone talmente in armonia con la natura e con gli altri non potevano avere odio nel loro cuore.

Onore e PassioneDonde viven las historias. Descúbrelo ahora