"Niente"

Una risposta breve,concisa e con tutta l'aria di essere una menzogna.

"Smettila di dirmi stronzate. So perfettamente che c'è qualcosa che non va" do una pugno alla portiera, se c'è una cosa che non sopporto sono le bugie.
Per tutta risposta si limita a contrarre la mascella. Mi passo entrambi le mani sui capelli, frustata

"Senti" sospiro "se è per quello che è successo settimana scorsa,farò finta che non sia accaduto niente. Non devi preoccuparti che lo dica a qualcuno, cercherò di dimenticarmi ogni cosa"

"No!" mi giro allarmata verso di lui,mi guarda quasi spaventato, per poi sospirare e tentare di riprendere il controllo

"Kathe,non voglio che dimentichi niente di quello che è successo,perché ti assicuro che sono stati i giorni più belli della mia vita quelli passati insieme"

Per quanto possa essere incazzata con lui,non riesco a trattenere un sorriso spontaneo. Non posso negarlo,in quei giorni mi sono sentita un'altra persona, una ragazza che non pensavo potessi essere. Ero felice,senza preoccupazioni,ero semplicemente dove dovevo essere. Con lui,con Jace.
Non cambierei niente,neanche quella notte al Rally,perché mi ha permesso di conoscere un pezzo del suo passato. Un passato tormentato e pieno di sbagli,ma comunque una parte della sua vita che fin'ora mi era stata nascosta. Ho svelato un po del mistero che quel ragazzo cela negli occhi.

"Sono solo preoccupato per te"

Lo guardo spaesata
"Preoccupato? Siamo a Miami Jace,a casa,qui non c'è niente di cui preoccuparsi" puntualizzo,non capendo i motivi della sua ansia

"So che questo porterà ad altre mille domande a cui non potrò rispondere, ma devi fidarti di me"

Fisso lo sguardo sull'edificio davanti ai miei occhi,domandandomi perché si sia fermato

"Cosa ci facciamo alla centrale di polizia Jace?"

Corrugo la fronte,cercando di capire, ma non riesco proprio a cogliere il motivo per cui mi abbia portata qua.
Sposto lo sguardo su di lui e lo vedo sorridermi.

Entriamo nell'edificio. Non ero mai stata qua dentro. Percorriamo una serie di uffici e scrivanie fino a che Jace non si ferma a parlare con un ragazzo biondo in uniforme

"Robert" gli sorride stringendogli la mano. È giovane, sembra appena uscito dal collage.

"Jace,era da un po che non ti si vedeva in giro" sposta lo sguardo su di me

"E tu devi essere Katherine Lewis"

Gli stringo la mano confusa,mentre dalla tasca tira fuori un tesserino con i miei dati

"Con questo potrai accedere quando vuoi,Jace ha già il suo"

"Accedere dove?"

Anche lui si limita a sorridermi. Iniziano a darmi sui nervi tutti questi sorrisi senza risposta. Si volta e inizia a camminare fino alla fine della stanza,imbocca una serie di corridoi fino ad arrivare ad una porta piuttosto spessa, passa il suo tesserino e ci guida dentro ad un edificio adiacente, ma molto più grande e pieno di poliziotti in uniforme.

"Agente Reinold,non dovrebbe essere in servizio?"

Robert si ferma,alza gli occhi al cielo e poi si volta.
Un uomo sulla quarantina ci raggiunge e guarda quest'ultimo duramente. Ma non sembra intimidirlo

"Ordini dall'alto Signore, mi è stato chiesto di aspettare Walker e la signorina Lewis" spiega senza battere ciglio.

"Ordini da qualcuno più in alto di me?" domanda incrociando le braccia al petto. Sembra una persona importante qua dentro e lo dimostra il modo in cui si atteggia. Sicuro e autoritario.

Lacrime del cuore 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora