Capitolo Sessantacinquesimo

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Indossava un soprabito nero, lungo fino alle ginocchia, con dei ricami dorati che richiamavano fantasie floreali, lungo le maniche, i bordi di esse, le spalle e lungo i bottoni.
Indossava dei pantaloni di pelle neri, e una camicia nera.
Portava come al solito la spada, infoderata sulla cinta dei pantaloni, e degli stivali.

I capelli ricci, erano leggermente sollevati davanti

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I capelli ricci, erano leggermente sollevati davanti.
Il viso pulito, i suoi occhi azzurri risplendevano sotto la luce del sole.
Quando io gli sorrisi, sul suo viso comparve di rimando un sorriso da parte a parte, che quasi mi fece mancare il respiro.
Era così bello vederlo felice.
Il suo viso, quando era rilassato, rivelava la sua giovane età.
« Ciao Francis » mormorai. « Ciao bellissima » disse a sua volta, abbracciandomi. «  Sei pronta? » disse, felice.
Io risi.
Il suo entusiasmo era contagioso. « Lo sono! » mormorai.
Francis mi aiutò a salire a cavallo, e dopo aver tirato le redini, partimmo.
Mi disse che il nuovo cavallo che aveva preso, l'aveva chiamato Fiona. In onore di quella creatura che gli avevano ucciso.
« Ciao Fiona...  » mormorai alla splendida purosangue che ci stava portando dritti in Provenza.
« E' davvero bellissima. Mi chiedo sempre cosa si provi a cavalcare un animale così bello » mormorai.
« Libertà » disse, e poi fermò il cavallo. «Perché ti sei fermato? »
« Ti insegno a cavalcare » disse deciso. «Francis, no. Non arriveremo neppure per domani in Provenza! »        
« Ti importa? Ho la scusa per passare più tempo per te... e anche la scusa per abbracciarti» mormorò con un sorriso.
Francis scese da cavallo, ed io mi feci più avanti, afferrando le redini.
Il principe saltò dietro di me, e mi strinse forte al suo petto.
Prese le mie mani che stringevano a mia volta le redini, e mi sussurrò qualcosa. « Allora, io ti aiuterò a guidare la direzione di Fiona. Tu tieni soltanto strette le redini, e non aver paura. Io sono dietro di te ».
Io annuii, un po' stordita.
Avevo paura, non avevo mai cavalcato un purosangue come quello, prima di allora.
Tenni ancora più salde le redini, e Francis diede una piccola scrollata. Con il piede, batté il fianco del cavallo, e quello partì velocemente, spingendomi all'indietro.
Francis tenne salda la presa.
Io davanti a me vedevo solo alberi, e praterie. Mi sentivo libera, era vero. 
« Francis, è una sensazione meravigliosa! » dissi, mentre prendevo il controllo di Fiona. Francis non lasciava mai la presa, voleva che acquisissi prima dimestichezza con lei.
A un certo punto, Francis lasciò le briglie. «Che fai? » chiesi, con una nota di terrore nella voce.
« Lascio a te il controllo » « No! » protestai. «Si, io ti stringo. Non sentirti vincolata da nulla, e non aver paura. Io sono dietro di te, pronto a prendere le redini in qualunque momento » mormorò, tranquillo.
« Va bene » dissi, senza convinzione.
Francis spinse il suo petto contro la mia schiena, e mi cinse la vita con le braccia.
Piano piano, riuscii a sentirmi un tutt'uno con Fiona, e Francis non diceva niente, per non deconcentrarmi.
« Brava, piccola. Così! » disse, orgoglioso.
Io sorrisi, ero felice.
All'improvviso però, davanti a noi spuntò un cucciolo di cerbiatto.
Il panico si impossessò di me in pochi istanti. Non sapevo come comportarmi, se avessi frenato Fiona, ci avrebbe scaraventati entrambi a terra.
Se non l'avessi fatto, quel piccolo cerbiatto ci avrebbe rimesso le penne.
Francis afferrò immediatamente le redini, e frenò Fiona.
« Stringiti forte a me! » urlò.
Feci come mi aveva detto, e lo strinsi.
Fiona si fermò con un nitrito, alzandosi sulle zampe posteriori, e come da previsione, io e Francis facemmo uno scivolone al suolo.
Il piccolo cerbiatto corse via, spaventato dal tonfo.
Fiona si bloccò, ed io mi ritrovai sdraiata completamente sul corpo di Francis, e il principe schiacciato al suolo dal mio peso.
Francis iniziò a ridere, portandosi entrambe le mani al viso.
Io schiacciai il mio sul suo petto, ridendo a mia volta.
« Se avessi cavalcato tu, questo non sarebbe accaduto » dissi, lievemente imbarazzata.
« Sei stata fenomenale, tesoro mio » commentò tra una risata e l'altra.
« Sì, certo » lo contestai.
Feci per alzarmi, ma lui mi afferrò per un braccio, costringendomi a rimanere in quella posizione.
Eravamo estremamente vicini.
Mi guardò negli occhi, e con una mano mi accarezzò i capelli.
« Mi hai chiesto tempo » disse, in un sospiro. Io annuii, sapevo a cosa stava alludendo. «Quanto tempo, Beth? Quanto tempo ti serve? Perché ho bisogno di baciarti. » disse, e sentivo ogni centimetro del suo corpo irrigidirsi sotto i miei occhi.
Continuai a fissarlo, e gli poggiai una mano sul petto.
Sentii un fremito.
Mi alzai, non era quello il momento.
Francis rimase con gli occhi spalancati, delusi.
Io sorrisi, e Francis socchiuse gli occhi, era frastornato.
« Mi dispiace » gli dissi.
Lui non disse nulla, si alzò e mi aiutò a rimontare a cavallo, dopo aver ripreso il controllo di Fiona.
Per un tratto di strada, entrambi rimanemmo in silenzio, poi Francis mi posò un bacio sulla testa, e capii che aveva dimenticato tutto.
Io mi girai, e gli accarezzai il viso, poi tornai a guardare il sentiero.
« Beth » disse Francis, cercando di richiamare la mia attenzione.
« Cosa c'è, Francis? » chiesi. « I miei sentimenti per te sono rimasti immutati, e se possibile, sono diventati giorno per giorno più forti » mormorò.
Rimasi interdetta davanti a quelle parole che, dette così, sembravano non avere un senso. «Cosa vuoi dirmi? » cercai di capire. « Tu... non provi più nulla per me? So che ami ancora Bash... ma me? » chiese, andando dritto al punto.
Fui sbalordita da quella domanda, perché pensava quello?
« Cosa dici, Francis? Perché pensi una cosa simile? » lui alzò le spalle.
« Non potrò mai competere con lui » disse, tristemente. « Per quanti sforzi possa fare... lui possiederà per sempre il tuo cuore » concluse.
« Francis, no » dissi.
Intanto eravamo arrivati.
Francis legò Fiona, e poi mi guardò.
Iniziammo a camminare, e lui mi prese la mano.
Io mi fermai, per osservarlo. « Francis, so che a volte non ti dimostro ciò che provo per te... ma ti assicuro che non è come pensi » dissi « Bash farà sempre parte del mio cuore, non posso nascondertelo... Ma lui ormai fa parte di una ferita del passato. Non posso continuare a morire dietro di lui, ho bisogno di andare avanti. Di andare avanti con te » mormorai, attorcigliando i suoi morbidi ricci attorno al mio indice.
Presi fiato, poi lo dissi. « Ti amo, Francis de Valois. Ti amo... e ti sposerò. » mormorai.
Sul suo volto si aprì un sorriso, lo stesso di quando gli dissi di sì per la prima volta.
Mi prese entrambe le mani, e le baciò.
Poi ci avviammo verso il casale.
I lavori erano già a buon punto, il casale era gremito di uomini che cercavano di renderlo abitabile e accogliente.
C'erano anche Lady Margareth e sua nipote, la piccola Sofie.
Mi lanciò uno sguardo altezzoso, quando mi vide stringere la mano del principe.
« Principe Francis, che piacere! » disse calorosamente Margareth. « Beth, ciao cara! » disse, baciandomi entrambe le guance.
« I lavori procedono bene, lady Margareth? » disse Francis, lanciando uno sguardo alla donna.
Lei annuì, in segno di assenso. « Molto bene, vostra grazia. Gli uomini che avete mandato sono tanti e lavorano sodo. In poche settimane, o più i lavori saranno ultimati » disse Margareth.
« Bene » mormorò soddisfatto Francis.
« Vostra Grazia, vi va di vedere come stanno curando i giardini? » si intromise Sofie, sbattendo le ciglia e aprendosi in un sorriso solo per lui.
« Certo » disse Francis. « Io e la mia futura moglie saremmo davvero lieti di vederli »
Sofie spalancò gli occhi. La delusione era palese sul suo volto giovane.
Margareth fece tramutare lo stupore in un sorriso. « Futura moglie? Beth, siete la promessa sposa del Delfino di Francia? » io arrossii, poi annuì. « Congratulazioni! » disse sinceramente la donna, abbracciandomi.
Tutti gli uomini si fermarono, avendo udito la notizia, e iniziarono ad applaudire.
Io feci sparire il mio viso sulla camicia di Francis, sorridendo.
Volevo scomparire.
Francis iniziò a ridere del mio imbarazzo, e mi diede un bacio sui capelli.
« Ti avevo chiesto che la questione rimanesse privata ancora per un po' » lo rimproverai. «Mi dispiace, Beth, ma la piccola Sofie doveva capire che ormai non c'era più niente da fare. La donna della mia vita sta camminando al mio fianco » disse, mentre ci avviavamo alla volta dei giardini.
Margareth, a un certo punto si distaccò da sua nipote, e mi prese sottobraccio.
« Vi rubo la vostra futura moglie per un po' » disse la donna, sorridendo.
Francis annuì, e continuò a camminare, tenendosi a distanza dalla piccola Sofie.
« Futura moglie, eh? » chiese Margareth, sorridendo.
Io annuii. « Futura moglie » assentii.
« Cos'è cambiato? » chiese. « L'ultima volta eri piena di dubbi... ora? »
« Li ho ancora, quei dubbi » ammisi « Ma ho seguito il consiglio di una donna saggia, e ho deciso di dare una possibilità a chi se la meritava. Direi che per adesso non rimpiango di averlo fatto » mormorai.
« Lo immagino. Sarai la futura moglie del primogenito di Henry » disse, entusiasta. « Sì, ma entrambi desideriamo una vita lontano dalla corte. Ci sono troppe cose lì, che ci farebbero del male » dissi, rimuginando sulla nostra decisione.
Francis intanto parlava con alcuni uomini, e ogni tanto si voltava per scrutare la mia espressione.
« Volete dire, dalla vista di qualcuno che vi farebbe male » mi corresse lei.
« Sì » dissi.
Era inutile negare, le cose stavano così.
« Parlatemi dell'altro » disse Margareth, decisa. « Chi? » chiesi.
« Dell'altro uomo » disse, con un sorriso.
« Non c'è niente da dire » mormorai, tristemente. « E' a corte, giusto? » chiese, curiosa, ed io assentii. « Ormai non c'è più niente che mi tenga legata a lui » mormorai, ancora. « Come è potuto terminare tutto così rapidamente? » io scrollai le spalle.

Once Upon a Time, a Reign | Completa, in revisione |Where stories live. Discover now