Maybe it's only my imagination

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"Adoravo quel senso di proibito con cui mi aveva marchiato"

Quella mattina, mi ero svegliato in un letto che non era mio. Cercai di ricordare per quale assurdo motivo ero lì invece di essere nel mio letto, e, con qualche sforzo mentale notevole, riuscii a ricordarmi solo l'essenziale. E quando dicevo l'essenziale intendevo i due baci di ieri sera.

Più che altro mi ricordai semplicemente il primo bacio, quello che era stato il più coinvolgente, che mi aveva letteralmente trascinata in un mondo parallelo.

Non era la prima volta che mi capitava di essere ubriaca marcia, anzi, lo ero tutte le volte, ma mai mi ero permessa di accettare il passaggio di uno sconosciuto. Di solito prendevo i taxi.

Ma la cosa più sconcertante era che mai, e dico mai, avevo baciato uno sconosciuto, che in più era riuscito a donarmi delle sensazioni. Diverse e contrastanti tra loro, ma sempre sensazioni. Più piacevoli che sgradevoli.

Fortunatamente, tralasciando l'acutissimo mal di testa che mi trascinò nella più totale sbadataggine del mattino, riuscii ad alzarmi dal letto dopo vari tentativi.

Sentii un leggero freschino che mi avvolse il corpo, e solo in quel momento mi resi conto che di indossare una sua maglia.

Era dei Guns n' Roses, uno dei mie gruppi preferiti, e probabilmente anche uno dei suoi. Mi arrivava a stento sotto alle natiche, quindi poi tanto larga come l'avevo percepita la scorsa notte non era.

Però, era comunque bella.

In quel momento mi diedi anche la libertà di ammirare la sua stanza. Era una camera con letto matrimoniale, ampia e spaziosa, con un balcone che dava la vista su tutta la città di Los Angeles.

I colori erano contrastanti tra loro, probabilmente a rispecchiare la sua personalità , infatti i mobili e le lenzuola erano di un nero cupo, e a contrasto era un luminoso bianco che fasciava splendidamente le pareti.

Su uno dei comodi a fianco di un ampio letto matrimoniale, erano poste tante foto, in cui quasi tutte rappresentavano un bambino dagli occhioni verdi e dai capelli corvini con un sorrisone. Adorabile.

Un lieve rumore echeggiò nella stanza, ma presto mi resi conto che era soltanto il rumore proveniente dalla mia pancia affammata. Era da ieri sera che non mettevo qualcosa sotto i denti.

Uscii da quell'immensa stanza, però poi rendermi conto che non sarei mai riuscita ad arrivare alla cucina in meno di 5 minuti.

Al di fuori della stanza emergevano due scale a chiocciola, uno che portava a destra e l'altra a sinistra. Probabilmente portavano tutte e due alla stessa destinazione, infatti fu così, perché quando scesi per la scala sinistra, la prima stanza che si presentava davanti era la cucina.

Per modo di dire

Solo la sua cucina, equivaleva a più di 2 stanze presenti in casa mia, ovvero la mia stanza e il salotto. Notevole.

Al centro di quell'enorme stanza emergeva un piano ad isola di marmo. I colori principali erano il grigio e il bianco, che davano alla cucina una sensazione di luminosità.

Continuai ad ammirare la cucina quando sentii una presenza dietro di me. Però, non mi girai.

Due mani mi presero delicatamente le spalle accarezzandomele lentamente. Tracciava piano un lento percorso, dalle spalle fino ai fianchi, solleticandomeli piano.

DrunkWhere stories live. Discover now