2. Adorabile e irritante sfida personale

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Ciao ragazze! Siamo - sono in realtà, dato che io che sto scrivendo sono giuuu8 - tornate a rompervi! Volevamo solo ringraziarvi nuovamente per tutto il vostro sostegno e mandarvi un grossissimo bacione!

Questo qui è il primo capitolo che leggerete pov Claudio e già da subito vedrete che si discosta abbastanza dal Claudio che siamo abituate a conoscere. E, beh, io già amo anche questo Claudio qua, stronzo ma dal cuore tenerissimo - e il suo cuoricino lo vedrete molto presto!

Fateci sapere cosa ne pensate, mi raccomando, e grazie ancora per il vostro sostegno e per i vostri commenti, ci fanno super piacere :)











2. Adorabile e irritante sfida personale

Claudio

(giuuu8)








26 agosto 2016











           

Paolo Pini è il mio migliore amico da quando avevamo entrambi dieci anni e tanti sogni nel cassetto. Passavamo interi pomeriggi a chiacchierare, seduti sulla staccionata di fronte al campo da calcio. I nostri compagni di classe si divertivano a tirarsi la palla l'uno con l'altro, noi a guardarli cadere a terra e sporcarsi di fango. E' con Paolo che ho fumato la mia prima sigaretta, è con Paolo che ho vomitato a causa della mia prima sbronza, è sempre con Paolo che ho capito di essere gay. Paolo è anche il primo ragazzo che ho baciato: avevamo quindici anni, eravamo brilli, felici ed eccitati e ci siamo ritrovati, senza sapere come, l'uno addosso all'altro, con le labbra appiccicate. Mi ricordo come se fosse ieri la faccia schifata che ha fatto Paolo, staccandosi da me e dicendo: "Claudio, bleah, non avrei mai pensato di baciare mio fratello." E ricordo, come se fosse passato solo un minuto da quel momento, la nostra risata e il nostro imbarazzo. Quel bacio, inspiegabilmente, ha rafforzato ancora di più la nostra amicizia.

Paolo è stata la spalla su cui ho pianto tante volte, è stato l'unico che mi è stato vicino in ogni momento della mia esistenza. Ci siamo fatti forza a vicenda quando ci siamo resi conto di essere gay, abbiamo avuto paura insieme e abbiamo lottato insieme. Ci siamo supportati e sopportati. Abbiamo realizzato i nostri sogni, quelli di cui parlavamo seduti sulla staccionata tanti anni fa: io sono diventato un modello richiestissimo, mi sono trasferito a Milano e ho posato e sfilato per gli stilisti più famosi d'Italia e d'Europa, mentre Paolo è riuscito ad aprire il suo locale, il Berfi's, e a farlo diventare uno dei più conosciuti di Verona. Sono cambiate tante cose: non siamo più i bambini che ridevano di tutto, non siamo più i ragazzini che fumavano di nascosto, non siamo più i giovani uomini terrorizzati dal domani. Ci siamo realizzati e siamo diventati grandi. Eppure non abbiamo mai smesso – mai – di volerci bene, perché il tempo rovina tante cose, ma non le vere amicizie. Non me e Paolo.





***





Ed ora eccomi qui, dopo quasi tre anni, a vivere di nuovo nella mia città. Verona mi è mancata da impazzire: mi è mancata l'Arena, le vie del centro piene di negozi, la sensazione di essere a casa. Mi è mancato svegliarmi la mattina nel mio appartamento tutto bianco, scendere a fare colazione al bar, rivedere quegli amici che pensavo di aver perso. Mi è mancato un po' tutto quanto, in realtà: Milano è grande, caotica, pazza. Ma è anche fredda. Vivere a Milano non è semplice, per uno abituato alle stradine di Verona, alla gente che ti saluta, al calore di sentirsi parte di una famiglia. Questo è uno dei motivi per cui ho deciso di smettere di fare il modello, dopo tanti anni, e di tornare a casa. Non è stato semplice, all'inizio, ripartire di nuovo da zero, ma sapevo che era la cosa giusta. Sono andato in palestra, ho sistemato il mio vecchio appartamento e mi sono dedicato alla mia seconda passione: la musica. In questi ultimi mesi ho frequentato un sacco di corsi per migliorarmi come dj, cosa che sognavo di fare sin dai quindici anni, dato che ho sempre amato le feste, ballare fino a non ricordarsi il proprio nome e la musica commerciale, remixata in tutti i modi possibili, resa diversa. Quando Paolo, qualche giorno fa, mi ha chiamato per dirmi che aveva un posto nel suo locale, beh, non ho potuto che accettare, iniziando a saltellare per il salotto. L'ho ringraziato in tutte le lingue del mondo, credo. L'idea di lavorare a stretto contatto con lui mi fa impazzire: so che non sarà semplice, essendo questa la mia prima vera esperienza come dj, ma ho voglia di mettermi in gioco e ricominciare da zero. Basta servizi fotografici, basta essere conosciuto e amato solo per il mio aspetto fisico. So di essere di più, so di valere di più. E non vedo l'ora di mostrarlo a tutti quanti.

Sei di mattina - ClarioWhere stories live. Discover now