Capitolo 1

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10 settembre 2009
Bentornato settembre! E bentornata scuola!! Eh già, oggi è stato il primo dei taaanti giorni scolastici che mi restano. Ti dirò, da un lato sono felice che sia iniziata la scuola, quest'estate cominciava a stancarmi. Solita routine e solito sole cocente. Inoltre, quest'estate, Rudy mi ha abbandonato, e questa situazione ha complicato il tutto. È andata in vacanza con i suoi cugini, mi aveva invitato ed ero pronto per raggiungerli, ma mia madre me l'ha impedito, ritiene che sia ancora troppo piccolo per andare in vacanza da solo. Insomma, ho quindici anni, non sono del tutto irresponsabile. Stamattina abbiamo conosciuto la nostra nuova professoressa di lettere. Sembra una tipetta simpatica e gentile sulla quarantina, alta se non più 1.60m; portava i capelli castani raccolti in uno chignon, un lungo vestito verdastro e dei buffi occhiali rotondi. Ci ha accolti subito con un caloroso saluto. È entrata, ha poggiato la borsa sulla cattedra e con un sorrisone si è presentata "buongiorno ragazzi! Mi chiamo Johannah Deakin e spero vi abbiano informato che sono la vostra nuova insegnante di lettere" dopo averci chiesto espressamente di chiamarla "professoressa Jo", ha letto l'appello e ha cercato di conoscerci meglio facendo noi delle domande sui nostri riguardi, sui nostri sogni e sulle nostre aspettative future. Poi è successa una cosa tremenda, improvvisamente, mentre tutti parlavano dei loro sogni che consistevano nel "trovare l'anima gemella", "mettere su famiglia" o " fare fortuna nel lavoro", mi sono accorto di non avere un sogno. Da piccolo ne avevo tantissimi: desideravo fare l'astronauta, l'esploratore, il veterinario... ma quando la domanda l'ha girata anche a me io sono rimasto senza parole, senza una risposta pronta, senza tutta quella sicurezza che mostravano i miei compagni quando affermavano le loro idee. Crescendo, ci sono sempre passato in modo superficiale su queste cose e non ho mai scavato dentro me per conoscere questi particolari. Così, preso alla sprovvista, ho risposto che il mio sogno è trovare l'amore.. Ma in realtà l'amore è l'ultima cosa che m'interessa. Io non so nemmeno cosa sia,figurati se posso trovarlo. Qui a scuola le ragazze  sono tutte noiose..pensano ai trucchi, ai vestiti, ai ragazzi..non riesci a costruire un discorso sensato senza tirare in ballo queste tre parole: "trucco,vestiti,ragazzi..trucco,vestiti,ragazzi..". Forse ecco perché l'unica con cui mi trovo bene è Rudy. Figurati, quando sono con lei mi sembra di trovarmi con un mio coetaneo: Rudy è tutt'altro che femminile. Ama i videogiochi, le felpe, sa giocare a calcio... mi diverto sempre un mondo quando sono in sua compagnia. Io e lei abbiamo molta confidenza, ci conosciamo da quando eravamo bambini, da quando i nostri genitori ci hanno lasciato alle maestre il primo giorno di scuola elementare.. ci siamo seduti vicini quel giorno, me lo ricordo, e da lì, non ci siamo più allontanati. No, in realtà non è andata così. Mi stava altamente antipatica i primi tempi e penso che il sentimento fosse reciproco. Prendeva sempre le mie cose senza permesso e io le tiravo i suoi lunghi capelli rossi, litigavamo in continuazione. Un giorno, però, la vidi nel cortile della scuola, stava litigando con delle bambine "capeggiate" da Amanda Lust: la prendevano in giro perché preferiva giocare con le macchinine anziché con le bambole, come tutte loro. Vedendo quella scena sentii il bisogno di intervenire... certo, era la bambina più arrogante e strana che io conoscessi, ma era pur sempre la mia compagna di banco e non potevo non far nulla. Sapevo bene che "le femminucce non si toccano" (come mi era stato insegnato da mia madre) e loro erano femminucce, non potevo trasgredire l'insegnamento (lo so, avevo soli sei anni, ma ne dimostravo molti di più); così andai a chiamare chi di dovere, la maestra, la quale provvedette ad allontanare il gruppo di bambine e a dar loro ben 6 pagine da colorare, come punizione. Intanto Rudy mi ringraziò (cosa che non accadde per i successivi 10 anni) e da lì iniziammo a passare più tempo insieme, giocavamo a pallone e con le macchinine, la invitai anche a casa mia ma, dopo aver rotto una statua di marmo giocando a essere supereroi, quella fu l'ultima volta che ci venne. Trascorrevamo, allora, le giornate nel garage di suo padre, tanto a lui non serviva, ci aveva detto, preferiva parcheggiare la roulotte di seconda mano fuori in giardino, con la speranza che qualcuno se la prendesse, per avere il pretesto, con sua moglie, di comprarsi una macchina nuova. Insomma, capii che Rudy non era poi così tanto antipatica. Più che altro imparammo a conoscere e ad accettare le nostre personalità. Da quando avevamo sei anni a oggi non è cambiato tanto. Il suo caratterino è rimasto sempre quello, anche se devo dire che ora è diventata un'ottima consigliera, e, da quando le è nato un fratellino, ho scoperto il suo lato più tenero, ora so per certo che anche lei è una comune mortale; la roulotte di suo padre è sempre parcheggiata nel giardino, mia madre non approva ancora la sua presenza in casa, anche se la statua di marmo l'ha ricomprata, e, infine, nel garage abbiamo fatto spazio a un divanetto, una televisione, uno stereo, un frigo e al suo motorino, conservando tutta la nostra infanzia in ben otto scatoloni. L'unica cosa che è cambiata radicalmente è che ora Rudy e Amanda sono diventate ottime amiche, seppur siano l'opposto, quelle due. Rudy ha provato più e più volte a farmi conoscere Amanda (sotto specifica richiesta di quest'ultima perché pare che abbia una cotta per me, cosa che mi terrorizza) ma c'è stato qualcosa che ha impedito ogni tentativo di conoscenza... non so cosa sia, c'è qualcosa che mi blocca, come se Amanda, con i suoi capelli neri, il suo trucco e le sue gonnelline rosa, mi spingesse a non essere del tutto me stesso, ad avere la sensazione di non potermi fidare totalmente di una persona del genere. Con Rudy, invece, non è così, non ho paura di mostrarmi per quello che sono, posso parlare di qualsiasi cosa con lei e oltretutto è la mia migliore amica. Chissà, magari l'amore è quello che provo io per Rudy, e un giorno potremmo anche sposarci e avere dei bambini... no, no, no, frena Harry. Che stai dicendo. L'immagine di Rudy vestita di bianco che attraversa la chiesa per venire da me all'altare mi sembra alquanto inverosimile, forse è l'ora di andare a dormire. Assolutamente.
Oh, la professoressa Jo ci ha accennato di suo figlio che oggi doveva essere a scuola ma si è sentito improvvisamente male quindi non è venuto. Da domani frequenterà la nostra classe e sono curioso di conoscerlo. Si è fatto tardi, buona notte diario.
Tuo,
Haz xx
Ps. Prometto che stanotte penserò al mio sogno.

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⏰ Last updated: Sep 07, 2018 ⏰

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