C.2

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Tirò fuori dalla tasca un pacchetto di sigarette e un accendino e con non scialans se l'accese. Se per caso fossi passato per strada senza averlo visto nel bagno probabilmente avrei solo constato che era un bel ragazzo un po troppo magro. Vedere quel ragazzo fumare è come avere un orgasmo. Girò la testa alzando un sopracciglio probabilmente si era accorto che lo fissavo.
"Non hai una casa o una cosa simile dove andare?"
"Sei sempre così scontroso con tutti?" Rigiró la testa tenendo lo sguardo fisso avanti. Appoggiai la schiena al muro dietro di me. Dopo qualche minuto parlò.
"Non lo sono." Lo guardai confuso.
"Non sei cosa?"
"Non sono scontroso." Sbuffò fuori l'ultimo tiro di sigaretta  per poi gettarla per terra e schiacciarla.
"Perchè ti.." Non mi lasciò il tempo di finile la frase.
"Perchè mi drogo eh? Giudica pure, fai come fanno tutti." Serró la mascella.
"Non ti stavo giudicando." Emise una risatina sarcastica.
"Come ti chiami?" Chiesi curioso.
"Non ti serve saperlo." Si girò entrò nel bar e si chiuse la porta alle spalle. Che acido però pensai ridacchiando ancora sotto gli effetti dell'alcool. Passeggiai per le strade distrutte della cittá, ammirando la luna e le stelle, ammirando le cose belle che stanno lontano, che ci lasciano nella merda ad ammirare le meraviglie e facendocele desiderare. Come gli occhi di quel ragazzo insomma, tanto belli ma tanto lontani, tanto assenti e tristi. Mi piacerebbe poterli vedere meglio se mai lo riverdrò. Sentii il telefono in tasca vibrare, guardai era Cristin, spensi direttamente il telefono. Mi diressi nel posto dove ero sicuro di essere sempre il benvenuto. Bussai alla porta e Jacson aprii la porta.
"Harry da quanto tempo?" Mi abbraccio stretto e mi diede qualche pacca sulla spalla.
"Devi venire a farmi visita più spesso."
"Sono stato impegnato con Cristin"
"Quando ti deciderai a lasciarla?" Sbuffai alzando gli occhi al cielo. Me lo ripeteva ogni volta che ci andavo che non era la tipa per me ma insomma faceva comodo.
"Mi fai entrare o no cazzone" Rise e mi fece spazio per entrare in casa. Un dolce calore mi avvolse il corpo. Levai la giacca e la buttai da qualche parte.
"Allora, come stai?" Mi guardò curioso mentre ci stravaccavamo sul divano.
"Vado a giorni." Mi guardò triste.
"Dovresti smetterla con l'alcool Harry.." Lo guardai male.
"Sono venuto qua per non subire le prediche di Cristin se inizi anche tu vado a vivere sotto un ponte lo giuro." Dissi esasperato.
"Harry.."
"Sisi lo dite per me eccetera eccetera, ho vent'anni so badare a me stesso più o meno, è un periodo e basta aspettare che tutto passa." Si alzò dal divano per prendere il telecomando e accendere la televisione. Cazzeggiammo tutta la sera tra televisione, sigarette e frasi lasciate in sospeso. Mi addormentai su quel divano dove avevo passato le notti della mia adolescenza mentre Jacson il mio fratellone si prendeva cura del suo fratello che pian piano prendeva la strada sbagliata, mi ci sono addormentato dopo la prima canna, dopo la prima sniffata, dopo le prime pasticche e ora dopo le mille sbornie. Mi aveva aiutato tanto e io non avevo fatto nulla per lui se non provocargli un peso in più. Ma gli avevo giurato che quando sarei riuscito a sistemare la mia vita gli avrei restituito tutti i favori uno dopo l'altro.
La mattina mi svegliai con un mal di testa allucinante. Andai in cucina per cercare una cazzo di aspirina, dopo aver messo sotto sopra la cucina la trovai. La  ingoiai con un pó d'acqua e uscii di casa. Jacson non aveva bisogno di essere avvisato sapeva che me ne andavo alla mattina. Andai a casa per farmi una doccia. Appena varcata la porta gettai le chiavi sul tavolo, una voce isterica mi martellò in testa.
"Dove cazzo sei stato?" Cristin...
"Ero preoccupata! Potresti degnarti di guardarmi?"
"Stai zitta Cristin" Mise su un'espressione scioccata.
Lanciai le scarpe di lato in bagno mi spogliai e mi infilai sotto la doccia. Feci scivolare l'acqua su di me restando immobile, mi sparsi una buona dose di bagnoschiuma addosso e sui capelli. Uscii dalla doccia , mi cambiai lavai i denti e mi buttai sul divano massaggiando le tempie.
"Harry perchè mi fai questo?" Dentro di me stavo pregando che la smettesse di lagnarsi e stesse zitta.
"Veni qua" Aprii le braccia e la feci stendere con la testa sulla mia pancia e le mia braccia attorno al suo collo. E si lo ammetto ciò pensato ora la strozzo. Ma mi limitai a coccolarla sperando che si addormentasse dato che sicuramente era stata sveglia tutta la notte a d aspettarmi. Probabilmente lei mi amava si ma la cosa non era ricambiata, può essere meschino e bagari posso sembrare un mostro ma lei mi faceva comodo quindi me la tenevo stretta. Come previsto si addormentò dopo qualche minuto. Struciai via dalla sua presa stando attento a non svegliarla, misi le scarpe, una vecchia giacca, presi le chiavi ed uscii di casa. Accesi una sigaretta per scaricare la tensione, era presto per iniziare a bere. Decisi comunque di tornare in quel piccolo bar.
Varcai la porta e mi sedetti in uno degli sgabelli liberi. Il vecchio signore di ieri sera tornò davanti al bancone fece per prendere la stessa bottiglia di ieri ma lo fermai con un gesto della mano.
"Va bene una birra." La stappò e rimase in silenzio a guardare. Gli occhi erano uguali a quelli di mister occhi blu forse era suo nonno.
"Ho qualcosa in faccia?"
Non rispose. Tornò al suo tavolo con altri uomini senza guardarmi.
Bevvi alcuni sorsi della mia birra tendendo lo sguardo sul bancone. Lo ammetto speravo di rivedere mister occhi blu. Mi intriga quel ragazzo, mi piacerebbe sapere la sua storia e come è finito a farsi di eroina. Si vede che qualcuno lassù in cielo esiste perchè dalla vecchia porta cigolante entrò mister occhi blu. Si guardò attorno notanto dopo poco la mia presenza, si soffermò un attimo a guardarmi per poi girare la testa e andare in direzione dei bagni. Stava andando di nuovo la per farsi una pera?

-ELISA-

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