Chi mi risponderà? Cosa dirò? Come faranno a capirmi?

"Chi è?"

Mi schiarisco la voce e pronuncio lentamente il mio nome, scandendolo bene. Non è la voce di Meredith ma dovrebbe essere sua madre se non sbaglio.

"Niall!"

Il cancello si apre, entro con cautela. Vedo uscire sua madre dalla porta, si copre per bene con un giacchetto di lana e mi sorride.

"Che piacere vederti!"

Mi abbraccia e sorrido imbarazzato, non capendo nulla di ciò che sta dicendo. Dovrei farmi insegnare da Meredith le parole base della lingua italiana.

"Meredith?" domando semplicemente, facendo intuire alla signora che sono qui per lei. Mi guarda dispiaciuta, borbotta due parole ma non vedendo una reazione da parte mia decide di parlarmi a gesti.
Con le dita indica una camminata e capisco che non è in casa.

E' più difficile di quanto pensassi parlare con qualcuno che non capisce la tua lingua. Dopo vari tentativi riesco a farmi scrivere il luogo e l'indirizzo dove sua figlia si è recata. Sempre impostando il navigatore arrivo in un batter d'occhio davanti al locale. Riesco a trovare parcheggio proprio di fronte l'entrata e scendo frettolosamente, impaziente di vederla.

Non credo che qualcuno possa riconoscermi qui, Meredith me ne aveva parlato e dalle sue parole ho intuito che non è un paesino tanto affezionato alla mia band. Entro tranquillamente, non è molto affollato ma di gente ce n'è.
Mi faccio una passeggiata tra i vari tavoli guardandomi attorno. Dove sarà?

Sento una risata, e quella risata la riconoscerei tra mille. Mi volto di scatto verso quella direzione ma improvvisamente avrei voluto non essere mai salito su quell'aereo.
C'è la mia piccola Med che ride animatamente con un ragazzo, che la guarda come se fosse la cosa più bella del mondo, e che si sta avvicinando al suo viso fin troppo per i miei gusti.
Lei sembra felice, ha quel suo tipico sorriso timido sul volto. Indossa una gonna nera a vita alta, le sue gambe magre e pallide non sono mai state così belle. Sorrido tristemente notando un paio di converse rosa ai suoi piedi.

Vorrei avvicinarmi, vorrei rovinare quel momento, ma non sarebbe giusto nei loro confronti. Nei suoi confronti.
E' giusto così, mi sono innamorato di lei in ritardo e ormai devo farmi da parte.
Non riesco a vedere oltre, non voglio vederla mentre bacia un ragazzo che non sono io. Faccio qualche passo indietro urtando un ragazzo della mia stessa età, più o meno. Mi scuso distrattamente ed esco fuori salendo in macchina. Sono un idiota.
Resto per parecchi minuti a fissare un punto impreciso della strada e proprio quando sto per mettere a moto l'auto vedo uscire dal locale Med insieme a quel ragazzo. Mi volto per guardarla e casualmente fa lo stesso anche lei. Aggrotta le sopracciglia e poco dopo si rende conto di chi io sia.

Chiudo gli occhi sospirando. Non posso andarmene, vorrà delle spiegazioni che non potrei darle. Lascio scattare la serratura delle portiere e aspetto a testa bassa.
Sento la portiera del passeggero aprirsi, metto su il mio miglior finto sorriso e alzo lo sguardo.

"Cosa ci fai qui?"

Sta sorridendo ma non riesco a ricambiare. Sono proprio cotto di lei se mi ritrovo a soffrire in questa maniera.

"Volevo vederti prima di Natale, mi mancavi" dico senza vergogna. Fa un verso strano con la bocca che in un altro momento mi avrebbe sicuramente fatto ridere.

"Non ti stanchi mai di viaggiare" commenta divertita. Non posso che non darle ragione.

"Sei impegnata?" domando riferendomi al ragazzo. Si imbarazza un po' ma cerca di non darlo a vedere.

Belong; njh Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora