Fumo

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Aprii gli occhi e sbadigliai, la luce del sole filtrava dalla finestra e così mi alzai dal letto e andai in bagno per farmi una doccia calda per riscaldarmi.
Avevo voglia di spaccare tutto, avevo voglia di piangere fino a non avere più le lacrime.

Appena finii di farmi la doccia, mi vestii con un paio di jeans, un maglione nero e le mie amate vans.

Scesi di sotto afferrando lo zaino e vidi mia madre seduta su una sedia, delle lacrime rigarono il mio volto ma le scacciai subito.
Inizio Flashback:
"Mamma! Vieni in bagno!" Urlai perché avevo visto una macchia di sangue sulle mutandine.
Non mi rispose, non sapevo cosa fosse e così cominciai a piangere.
Cercai su internet e lo scoprii.
Ero diventata signorina, l'emozione che si condivideva con la propria madre ... Io non la stavo provando.
Fine flashback.
Mia madre mi guardò negli occhi, un secondo ma poi abbassò il viso.
Sospirai e poi uscii da casa mia, sfoderando uno dei miei migliori sorrisi.
Vidi Thomas dentro alla sua auto.
Mi avvicinai e appena entrai lo baciai, lui mi strinse forte a se approfondendo il bacio.

Arrivammo a scuola, non avevo voglia di scendere e sorridere come una scema a tutti.
A nessuno importava davvero di come mi sentissi.

Salutai Thomas e scesi dalla macchina, me ne andai verso il muretto e mi accesi una sigaretta.
Il fumo mi rilassava.
Mi faceva ricordare di non essere solo una scema, lo facevo perché mi faceva sentire benissimo.
Chiusi gli occhi inspirando il fumo.
"Fa male fumare" aprii gli occhi e guardai davanti a me, vidi Riley.
"Tu e il tuo amichetto avete rotto le palle" lei ridacchiò mettendosi seduta accanto a me, la guardai male e lei sostenne il mio sguardo.
"Sai, non fai paura così tanto"
"Non voglio far paura sfigata" lei ridacchiò roteando gli occhi.
"Ah no? Solo perché sei popolare tutti hanno paura di te" alzai le spalle fumando la sigaretta.
"Non devi offendere Alessandro" la guardai male e sbuffai.
"Mi lasci in pace? Puoi andartene"
"Ti rovino la reputazione?" Annuii.
"Che peccato" esclamò andandosene, la guardai confusa e poi alzai le spalle.

Finii di fumarmi la terza sigaretta ed entrai dentro la scuola, andai a sbattere contro qualcuno.
"Stai più attento la prossima volta!"
"Sei tu che mi sei venuta addosso"
Alzai lo sguardo e vidi gli occhi celesti di Alessandro fissarmi.
"Sei tu che eri in mezzo alle palle"
"Pure?" Chiese confuso, sbuffai e me ne andai verso il mio armadietto.

Entrai in classe e andai a sedermi vicina ad Elizabeth.
"Mi sono messa con un tipo!" Urlò con la voce squillante, le sorrisi.
"Che bello, racconta pure" non volevo davvero ascoltarla, lei cominciò a raccontare di un tipo con cui aveva limonato.
Alessandro entrò in classe, aveva il labbro leggermente spaccato ma nessuno ci fece caso, tranne Riley.
"Che hai fatto?" Domandò Riley, lui alzò le spalle e poi fece un sorriso.
"Ashley mi stai ascoltando?!" Annuii e poi la professoressa entrò in classe.

A fine lezione, mi alzai dalla sedia e andai dallo sfigato.
"Ciao" lui mi guardò confuso e così mi misi seduta sul suo banco.
"Ehm ciao" rispose a disagio.
"Hai preso gli appunti di Storia?"
"Ovvio che si ..."
"Dammeli sfigato" lui sospirò passandomi il suo quaderno di storia e così sorrisi avvicinandomi a lui, lo presi per il colletto della camicia e lo avvicinai a me.
Lo baciai su una guancia.
"Grazie sfigato" lui diventò rosso.

Arrivai a casa insieme a Thomas.
"Ci vediamo stasera?" Chiese dolcemente baciandomi a stampo.
"Devo studiare stasera" lui sbuffò e così me ne andai in casa.

Erano le 22.00 di sera, ero fuori casa. Non avevo voglia di tornare.
Mi accesi una sigaretta, la fumai e vidi Leo correre per la strada.
"Ehi!" Lo salutai, il cane abbaiò venendo accanto a me.
Sorrisi accarezzandolo e lui scodinzolò.
"Leo!" Urlò Alessandro, lo guardai.
Mi vide e corse verso di me.
"Ehi, gli piaci e viene sempre da te"
Ridacchiai roteando gli occhi.
"Anche a me piace questo cucciolone" ammisi e Alessandro si mise seduto accanto a me.
"Non hai freddo?" Chiese guardandomi confuso, scossi la testa ma avevo freddo.
Sentii la pesantezza di un giacchetto sulle mie spalle.
Guardai Alessandro.
"Non lo voglio" cercai di levarmelo, ma lui sospirò.
"Accettalo" rispose non ammettendo repliche.
Finii di fumarmi la sigaretta inspirando l'odore di fragola e ammorbidente che emanava il giacchetto di Alessandro.
"Tieni un pezzo di barretta, senza cioccolato" sorrisi prendendo il pezzo della barretta e la mangiai.
Non avevo né pranzato né cenato.
"Grazie mille" lui alzò le spalle.
"Leo non addormentarti proprio adesso eh" esclamò Alessandro accarezzando il suo cane.
"Dovresti andare a casa" risposi.
Alessandro annuì e mi sorrise.
"A domani Ashley" se ne andò via.

Senza accorgermene sorrisi, buttai la sigaretta a terra e entrai in casa.

Mi misi il pigiama e me ne andai sotto le coperte.

You Are My Opposite, But I Love YouDove le storie prendono vita. Scoprilo ora