Prologo

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Leonard Petrov è morto, non esiste più, per voi sono Lenny.
Diciotto anni fa il mio destino è cambiato, lasciando una crepa così profonda da non poter essere rimarginata.
Da allora cerco di espiare le mie colpe. Come, vi starete chiedendo.
Vivendo ogni giorno come fosse l'ultimo.

La mia vita non è più importante, sono dannato per l'eternità.
Merito il tormento.
A volte penso che avrei dovuto esserci io su quell'auto, sarei dovuto morire, tanto nessuno avrebbe sentito la mia mancanza.

Sono un dominatore, o forse è meglio dire sadico.
Non faccio distinzione di sesso, uomo o donna che sia, fotto tutti senza pietà.
I sentimenti non fanno più parte di me, nelle mie vene scorre il gelo più totale.

Il club è l'unico posto dove posso dimenticare.
È mio, lo posseggo.
Nessuno osa sfidarmi.
Nessuno provoca il sottoscritto.
Adoro essere temuto, essere osservato con paura.
Se decidi di stare con me, solo per qualche ora ovviamente, sai che non ne uscirai indenne, ma devastato.
È come firmare un patto con il diavolo.
Un contratto che sigilli col sangue.
Devi essere cosciente se desideri avvalerti della mia compagnia.
Chiudersi in stanza con una pantera, è meno pericoloso.

Sorseggio uno scotch  liscio.
Rigiro il bicchiere fra le mani , scrutando quel liquido ambrato caldo come il fuoco.
Nella mia mente appaiono i suoi occhi azzurri, per un attimo avevo creduto di intravedere uno spiraglio di luce.

Quella donna bellissima non riesce a uscire dalla mia testa, sono passati quattro anni, cazzo.
I suoi capelli color miele, la sua pelle morbida e bianca come il latte, il sorriso perfetto.
La cosa che mi ha colpito di più è stata la sua espressione, atterrita e demoralizzata. 

Riesco a fiutare subito il dolore, anche perchè mi nutro di quello.
Sono un mostro, questo è il soprannome che mi è stato affibbiato dal mondo perverso di cui faccio parte.

Non sarei dovuto andare a quel matrimonio, ma Ian e Karl hanno insistito così tanto.
Maledetto il giorno in cui mi sono fatto abbindolare.

Un bussare improvviso mi scuote dai miei dilemmi.

< Chi è? >.

< Mr Petrov, posso entrare o preferisce che venga in un altro momento? >.

< Entra Cindy, ormai mi hai interrotto>.

La donna che gestisce il club varca la soglia  ancheggiando sensualmente.
È avvolta in un vestito di pelle rossa.
I suoi seni spiccano dalla scollatura generosa, niente che io non abbia già visto. L'ho scopata più volte condividendola con altri , adora essere torturata e regge il dolore in modo sorprendente.

< Spero per te che sia importante! >.

< Mr Petrov>. Sussurra con uno sguardo basso.

< Puoi alzare gli occhi, forza, sto perdendo la pazienza, e sappiamo entrambi che non sarebbe un bello spettacolo >.

< Nel salone si è creato scompiglio, c'è una donna che chiede di lei insistentemente>.

< È lucida o sta delirando? >.

< Dice che vuole parlarle>.

< È stata informata che solo io decido quando presentarmi ?>.

< Si Mr Petrov sa le regole del club, ma dice di chiamarsi Isabel e che non se ne andrà senza averla vista >.

Non può essere.

Migliaia di flashback passano nella  mia testa.
Adesso sono incazzato di brutto.

Avevo rimosso quella parte, il passato doveva restare sepolto, invece eccolo qua, beffardo come una iena di fronte alla sua preda.

<Portala subito nel mio ufficio, ora! >. Esclamo con un tono di voce alterato.

< Subito >.

Tracanno altro liquore per stordire i miei pensieri, per placare il mio cuore in subbuglio.
Che strano batte ancora, pensavo di non averlo più.
Balzo dalla poltrona con velocità, come se fossi inseguito da qualcosa.
So benissimo cos'è...
La mia coscienza.

Giro avanti e indietro.
Ho il fiato corto, la vista appannata dall'ira, i pugni serrati lungo i fianchi.

Un rumore mi fa voltare verso quella maledetta direzione.
La causa delle mie sofferenze è di fronte a me,  con lo sguardo impaurito ma allo stesso tempo vuoto.

< Che cazzo ci fai qui! >.

< Leonard >.

< Leonard è sparito quella notte , non chiamarmi più così !>. Urlo con tutto il fiato che ho.

< Sono passati tantissimi anni da quando lei è... >.

< Non osare nominarla, la tua lurida bocca non deve infangare la sua memoria!>.

< Perché continui a farti del male, tu non sei così, abbiamo sbagliato è vero, ma non credi di aver espiato abbastanza le tue colpe? >.

Afferro il primo oggetto che ho di fronte, scagliandolo a terra con tutta l'aggressività che ho in corpo .

La sua espressione cambia in modo repentino.

< Io sono questo! >. Grido stritolando un bicchiere fra le mani < Io sono un mostro, proprio come te! >.

Pezzi di vetro si conficcano nel mio palmo, rivoli di sangue colano lungo la camicia macchiandola di una tonalità scarlatta.

Indietreggia, con gli occhi sbarrati, le gambe tremolanti.
Si proprio così , deve rimpiangere amaramente il momento in cui ha deciso di mettere piede nel mio club.

< Tu mi fai schifo, mi ripugni ,nella maniera più assoluta>. 

< Ti prego, lasciami andare >. Singhiozza mentre la strattono per i capelli.

< Ora dimmi, perché sei venuta a cercarmi >.

< Io >.Piange disperata < Volevo soltanto vederti, avevo bisogno del tuo perdono >.

< Mai, non lo avrai mai, e adesso scappa, prima che ti faccia del male. Conto fino a tre, se allo scadere del tempo sei ancora qui, ne pagherai le conseguenze! >.

Tiro un pugno con rabbia sulla parete, così forte, da causare un rumore assordante.

< Uno , se fossi in te fuggirei a gambe levate >.

< Io ti ho amato veramente >.

Il solo pronunciare quella parola mi fa salire un conato di vomito.

< Bugiarda, tu hai sempre mentito! Va via, sparisci! >.

Sbraito rompendo tutto quello che ho a tiro, sembro un animale in gabbia.

Isabel si dilegua all'istante, fra imprecazioni e lamenti isterici.

Avanzo, con la mano ancora sanguinante, verso la mia scrivania.
Getto sul pavimento tutto quello che c'è sopra.
Afferro la bottiglia di scotch , ne scolo tutto il contenuto.
Mi accascio sulla poltrona, stringendo la testa fra le mani.
Le tempie martellano incessantemente, l'aria comincia a mancare.

Strappo la camicia di dosso con un unico gesto. Il tatuaggio che ricopre metà del mio braccio e una parte delle spalle  ,spicca attraverso il lieve bagliore del lampadario .

Ogni volta che lo scorgo, le frustrazioni  riaffiorano prepotenti, quasi a voler ricordare il marcio che c'è in me.

Purtroppo però ,queste ,non mi lasceranno mai.

Ho fatto una promessa, ed ho intenzione di portarla a termine.
Solo la morte potrà mettere la parola fine alla mia miserabile esistenza.

Merciless ( versione completa Disponibile Su Amazon)Where stories live. Discover now