Quando incontrai i tuoi occhi.

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Eccomi. Spero davvero che vi piaccia, sono un po' preoccupata 😅 Fatemi sapere che ne pensate, potete dirmi anche cose negative, davvero! Siate sincere...se la storia vi convince cercherò di continuare al più presto! Un bacio!!!

Ogni volta che ripenso alla mia storia, alla nostra storia, ci sono due cose che faccio spontaneamente. Due cose di cui prima non mi ero mai accorta. Ma oggi si, oggi ho fatto questa piccola grande scoperta, che mi ha reso il cuore pesante tanto da far quasi male. Ero davanti allo specchio, concentrata mentre mettevo il mascara, le labbra leggermente schiuse. Mi sono guardata, con quell'espressione buffa e involontaria, e mi è subito tornato in mente lui. Me lo sono immaginata mentre entrava in bagno con il sorriso sulle labbra, mentre mi abbracciava da dietro lasciandomi un piccolo bacio sul collo. E poi ho ricordato tutte le volte in cui mi prendeva in giro per questa mia smorfia comica e concentrata, la smorfia di chi non si sta semplicemente truccando, ma sembra intenta a fare la cosa più difficile al mondo. Mi sono ricordata la sua faccia buffa, quella che faceva tutte le volte che mi imitava, facendomi ridere di cuore. Ho pensato a lui e intanto mi guardavo allo specchio. Ho notato subito il cambiamento sul mio viso al ricordo di quei momenti. Ho notato subito i miei occhi sorridenti e brillanti e il sorriso dispiaciuto di chi sa di aver perso qualcosa di veramente grande. Una lacrima è scesa involontaria. Ho distolto lo sguardo dallo specchio, con la consapevolezza che per oggi avrei fatto a meno di quel po' di trucco sugli occhi. Penso e ripenso ancora a questo momento, a questa piccola grande scoperta che ho fatto solo poche ore fa, mentre cerco di prestare attenzione a Claudio, che sembra parlare ininterrottamente da ore.
"Elo mi stai ascoltando?" Mi chiede alla fine perplesso, notando finalmente il mio sguardo perso nel vuoto.
"Sì amore. Scusa ma sono un po' stanca e ho sonno. Ti dispiace spegnere la luce? Continueremo a parlare domani." Gli dico, fingendo uno sbadiglio, con l'intenzione di chiudere la conversazione alla quale mi rendo conto di non aver preso minimamente parte. Lui alza le spalle, limitandosi ad annuire con accondiscendenza. Come sempre. Spegne la luce, mentre io infreddolita mi tiro il piumone pesante fin sotto il mento. Mi volto dandogli le spalle, mentre lui mi stringe a sé.
"Ah amore, lo stavo per dimenticare. Di pomeriggio ha chiamato un tizio con il nome strano." Mi irrigidisco all'istante.
"Chi?" Chiedo, forse con troppa freddezza.
"Aspetta, non ricordo...ah si! Mi pare di ricordare che ha detto di chiamarsi Lele." Il cuore comincia a martellarmi forte in petto.
"Che voleva?" Gli chiedo con un filo di voce.
"Non lo so. Gli ho detto che non eri in casa. Lui mi ha chiesto di dirti che ha chiamato. Ah, mi ha detto di dirti anche che ha letto il tuo libro. Chi è Elo?" Mi chiede con curiosità Claudio. Allontano le coperte dal mio corpo, diventato improvvisamente caldo.
"Nessuno...solo un vecchio compagno di scuola." Mi limito a rispondere. Poi fingo di addormentarmi. Il respiro di Claudio si fa sempre più pesante. Si è addormentato. Sospiro, mentre i ricordi tornano a galla...

Dodici anni prima...
Secondo anno di scuola superiore, primo giorno. Sospiro osservando il cancello d'ingresso del mio liceo, con la tristezza e il sonno di chi vorrebbe solo tornare a casa a dormire. Mi sento tirare per le spalle, poi qualcuno mi stringe tanto forte da impedirmi di respirare. Ci metto meno di un secondo a capire di chi si tratta.
"Ada, mi stai strangolando!" Rido divertita, mentre la mia amica mi rivolge uno sguardo disperato.
"Non voglio entrarci lì dentro!" Escama disperata, quasi sul punto di piangere, facendomi ridere ancora di più. Non mi resta che afferrarle la mano con forza e trascinarla dentro con me, mentre lei continua a lamentarsi. E continua, continua ancora fino all'arrivo del professore. Il silenzio cala in aula. Non certo perché sia entrato il prof., ma perché con lui c'è qualcun altro. Un ragazzo della nostra età. È strano, questo è il primo pensiero che la mia mente elabora. È altissimo. E buffo. Non riesco a fare a meno di notare i jeans a vita altissima, i mocassini eleganti e la camicia a quadretti, ovviamente  dentro i pantaloni.
"Questo è un secchione, ne sono sicura." Sussurra Ada al mio orecchio, facendomi sorridere. E in effetti l'abbigliamento non lascia molto spazio a dubbi. Peccato, perché alla fine è carino. Si guarda intorno spaesato, fino a incontrare il mio sguardo. Mi fissa per secondi che sembrano secoli, fino a che non mi resta che abbassare lo sguardo, visibilmente in imbarazzo. Che stupida che sono. Avrò fatto la figura della cretina. Per fortuna nessuno sembra essersene accorto, neppure Ada.
"Ragazzi, lui è Lele. Si è trasferito qui a Roma da Napoli con i suoi genitori un mese fa. Accoglietelo bene, è uno studente modello." Il professore smette di parlare, poi rivolge un sorriso al ragazzo, invitandolo a sedersi.
"Te lo avevo detto che era un secchione!" Esclama Ada soddisfatta. Lele si guarda intorno, poi nota il posto libero nel banco proprio davanti a quello mio e di Ada. Si siede, poi si volta verso di noi e ci sorride. Noto le due fossette che gli si formano agli angoli delle labbra.
"Ciao!" Esclama, continuando a fissarmi. Non so perché, ma ho immediatamente paura di essere arrossita. Abbasso lo sguardo e lascio che sia Ada a rispondere al saluto per entrambe. Ha il sorriso bello, riesco solo a pensare in questo momento. Poi mi impongo di tornare in me. Torno a parlare con Ada, non degnandolo di uno sguardo né di una parola. Noto con la coda dell'occhio che si gira, tornando a darci le spalle. E io ritorno a respirare.

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