2 Capitolo

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Caro Draco,
mi dispiace molto non essere potuta venir con te alla stazione ma avevo un'urgente faccenda da sbrigare. Spero comunque che tu stia bene e che durante l'anno riuscirai ad adempire al compito che il tuo Signore ti ha affidato.
Qualunque cosa accada tu devi fare solo ciò che più ti aggrada, io e tuo padre accetteremo qualsiasi tua scelta.
Ma non disonorare il nostro nome, Draco. I tempi sono cambiati, e pure le persone, non scordare che molti a causa dei numerosi precedenti di tuo padre tenteranno di recarti del male, sono sicura che sarai in grado di gestire comunque la situazione.
Ricordati che avrai sempre un aiuto, anche dalle persone più inaspettate.
Ti auguro una buona giornata,
Narcissa Malfoy.

Draco Malfoy rilesse un paio di volte quella lettera speditagli da sua madre, seduto in uno scompartimento riservato dal resto chiassoso del treno, in completa solitudine.
Aveva preferito isolarsi dai suoi logorroici compagni di casa, quell'anno non doveva assolutamente permettersi distrazioni.

Aveva smesso di piovere, ma le nuvole continuavano imperterrite a seguire i binari del treno.
Il sole veniva filtrato leggermente da quel bigio velo, illuminando in un debole raggio di luce la locomotiva che continuava fischiando il suo percorso.

Draco strinse forte il pugno che teneva ancora in mano la lettera, accartocciandola con un gesto rabbioso e lanciandola in aria.
Il pezzo di carta volteggiò un attimo sopra di lui, prima di andare a fuoco in seguito ad un suo incantesimo.
Il ragazzo, finalmente sfogatosi, ripose con stanchezza la bacchetta nella divisa.

Era consapevole di essere freddo e algido, il suo aspetto e il suo carattere ne erano la dimostrazione, perciò di conseguenza il più adatto per quella missione, ma per quanto si sentisse onorato nell'essere stato scelto non era sicuro di sentirsi pronto. Uccidere era difficile persino per lui.
"Oh caro Draco, io ho scelto te perché tu come me non sei in grado di dimostrare le tue emozioni. Ti chiedo solo di non farti immischiare nei sentimenti. Sono quelli ad ingannarci ogni volta."

No, seppur la sua controvoglia, non avrebbe deluso nessuno, men che meno la sua famiglia che si aspettava molto da lui.
Tirò un sospiro di sollievo, rassicurato finalmente da quella sua improvvisa determinazione.

I capelli color alabastro gli sventolavano di fronte agli occhi a causa del finestrino lasciato leggermente aperto, liberi dalla costrizione del gel che tanto utilizzava tempo addietro.
Gli occhi color cenere, illuminati da qualche pagliuzza argentea, si chiusero in un movimento lento.

Non seppe per quanto tempo si era appisolato, solamente che al suo risveglio si trovò di fronte a sé lo spaventoso volto di Bellatrix Lestrange, deformato in un orribile sorriso di cortesia.
Draco si irrigidì sul suo sedile, guardandosi attentamente intorno sperando che nessuno l'avesse notata. Solo successivamente si ricordò che erano in uno degli scompartimenti meno ambiti del mezzo.

«Zia, cosa ci fate voi qui?» chiese con tono gelido il ragazzo, drizzandosi nella sua postazione.
Bellatrix sorrise ancora più sinistramente.
«Caro Draco, entrambi siamo a conoscenza di ciò che ha causato tuo padre con i suoi innumerevoli fallimenti, no?» chiese maligna la donna, alzandosi dal suo sedile e dirigendosi verso di lui, che di reazione si drizzò anch'esso sul suo posto.
«Sì, ne sono a conoscenza, ma non credo siano affari vostri, zia. Vorrei pregarti gentilmente di andartene, non sarebbe opportuno farmi vedere in compagnia di una mangiamorte.» quell'affermazione fece accigliare immediatamente la corvina, che con un movimento fulmino gli puntò la sua bacchetta deformata al petto.

«Oh Draco, non hai ancora capito? Io ucciderò Silente, così di conseguenza morirai per mano del tuo Signore Oscuro e tuo padre  finalmente pagherà il suo debito. Non sarai una grande perdita tesoro, non ami nessuno e nessuno ti ama...» sussurrò diabolicamente la donna, ormai ad un soffio dal nipote, che continuava imperterrito a mostrarle la sua maschera di fredda indifferenza.

«Non dici nulla, Dracuccio?»
«Stupeficium!» l'urlo del biondo riecheggiò in tutto il vagone e l'incantesimo venne parato di un soffio dal suo stesso obiettivo.
Bellatrix sembrava essere stupita da quel gesto, ma poi scoppiò in una macabra risata.
«Crucio!» Draco non fu colto impreparato, essendo un abile lettore del pensiero aveva intuito la futura mossa della donna e si era buttato di getto a terra.

«Expelliarmus!» intervenne una voce ed una figura irruppe nel luogo del combattimento.
Il suo volto passò dallo stupito, al preoccupato e successivamente una furia cieca le attraversò il volto.
«P-Professor Piton io...» tentò di giustificarsi Draco, accigliandosi leggermente, lasciando cadere immediatamente la bacchetta a terra. La sfidante lo imitò ridacchiando.
«Severus benvenuto!» l'accoglienza di Bellatrix fu sicuramente più calda.

«Devo pregarti di andartene Bellatrix, e subito.» mormorò Piton, fissando la donna con sguardo contraddittorio. Bellatrix mostrò loro una smorfia infelice, prima di scomparire in una nube nera che lasciò dietro di lei l'ombra buia di uno dei suoi soliti sorrisi.
Nel vagone calò un silenzio tombale.

«Professor Piton lei cosa ci fa qua?» inutile dirlo, Severus si era già allontanato a passo svelto, lasciando di nuovo solo un confuso Draco.

Il giovane ringhiò sferrando un pugno rabbioso al vuoto, per poi lasciarsi cadere su un sedile.
Sua madre aveva ragione: lo volevano morto, ma sarebbe stato in grado di difendersi, ne era convinto.
Ora più che mai era determinato a completare a tutti i costi la sua missione.

Nel frattempo il professor Piton sembrava intraprendere una strada piuttosto curiosa: si diresse velocemente agli scompartimenti centrali, virò a sinistra in un movimento totalmente fluido, ed entrò nel bagno delle ragazze, completamente vuoto.
Con un sospiro si appoggiò ad un lavandino e solo allora l'incantesimo parve terminare la sua magia.

Al posto del capo nero e unto dell'uomo, si alzò quello riccioluto e bruno di una ragazza.
Hermione rabbrividii un attimo, pallida in volto, prima di vomitare nell'apparecchio sanitario di fronte a lei.

Era stata una fortuna che lei si aggirasse da quelle parte per i turni di ronda, non sapeva altrimenti quale sarebbe stata la sorte di Draco Malfoy.
Allora Narcissa aveva ragione. Qualcuno voleva ucciderlo, e sicuramente quel qualcuno non era solamente Bellatrix.
Ce n'erano molti altri, forse nella speranza di vendicarsi di qualcosa.

Hermione si sentì girare la testa e si bagnò il viso con dell'acqua fredda.
Si trattenne ancora dieci minuti nel bagno, prima di sentire il treno fermarsi in un fastidioso fischio.

Quando scese dal mezzo, accompagnata dai suoi amici, si ritrovò a tirare un sospiro di sollievo nel vedere una chioma bionda a pochi metri davanti a lei nell'affollata calca di studenti.

I suoi genitori stavano bene.

Nota autrice:
Buongiornissimo! Sono contenta che vi piaccia questa storia, mi fa davvero piacere! Ci vediamo al prossimo capitolo con la speranza che questo abbia soddisfatto le vostre aspettative❤️

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