Prologo - Abbandonata

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Abandoned's POV

Si svegliò di soprassalto.

Per un momento non capì dove si trovasse. Un piccolo abitacolo, una consolle piena di pulsanti e una cupola di vetro spesso che la separava dal vuoto.

Poi, rammentò tutto. Di fronte a lei, oltre il vetro, dominava il paesaggio di un pianeta dalla superficie dorata. Guardò il pannello di navigazione, ma quando vide il display completamente nero ricordò che si era rotto.

Non aveva la più pallida idea di dove si trovasse. A dirla tutta, non aveva la più pallida idea di cosa stesse succedendo. I suoi ricordi arrivavano fino a quattro giorni prima. Poi, il buio. Non sapeva realmente il perché della sua rocambolesca fuga, e non ricordava nemmeno dove avesse imparato a pilotare così bene. Non rammentava nemmeno il suo nome.

Quando la capsula criogenica si era aperta, il suo istinto le aveva detto di fuggire, e così aveva fatto.
Non era del tutto sicura di aver seminato i suoi inseguitori. Ma cosa importava?

La spia del carburante lampeggiava. Il serbatoio era completamente vuoto. Con il propellente che le restava, avrebbe potuto compiere un altro salto nell'iperspazio, o un atterraggio. Le sue scorte erano quasi del tutto finite. Non che ne avesse mai avute molte.

Dopo la fuga, aveva trovato un thermos con dell'acqua e due buste di cibo disidratato, oltre ad una pistola ad impulsi e due caricatori.
Guardò nuovamente il pianeta dorato di fronte a lei. Non sapeva il suo nome, né tantomeno se fosse abitabile o meno.

Quasi tutti i sensori erano stati danneggiati dai laser degli inseguitori. Il sistema di navigazione e i propulsori FTL erano le uniche cose che funzionavano ancora su quella nave. E a stento.

Cercò di riordinare le idee. Non aveva molta scelta. Poteva tentare la sorte con un altro salto, sperando di trovare una qualche genere di installazione spaziale al quale chiedere aiuto, oppure poteva cercare di atterrare su quel pianeta di cui non sapeva nulla.

Doveva trovarsi in una frangia di spazio piuttosto periferica, dato che nel suo viaggio di quattro giorni e una mezza dozzina di salti non aveva incontrato anima viva. Le speranze di trovare una qualsiasi forma di vita intelligente nello spazio erano quasi nulle.

D'altronde, non sapeva se il piccolo caccia sul quale viaggiava avrebbe potuto portarla sulla superficie del pianeta che aveva davanti. E poi, se anche fosse sopravvissuta all'atterraggio, sarebbe potuta morire a causa dell'atmosfera non adatta alla vita, oppure uccisa da chissà quale mostruosa creatura.

'Insomma posso scegliere in che modo morire', pensò ironicamente. Rimase per alcuni minuti a fissare la superficie dello sconosciuto corpo celeste. I cieli erano sereni, sgombri da perturbazioni. Almeno quello non sarebbe stato un problema.

Ma poi i suoi pensieri cominciarono a vagare per altri lidi. La sua mente era piena di domande senza risposta, e i pochi indizi che era riuscita a carpire avevano soltanto alimentato delle altre domande.

Alla fine, prese una decisione. Con la destra portò avanti le levette dei motori. Questi tossicchiarono un poco, senza però accendersi del tutto.

«No no no, non adesso, per favore»

Provò una seconda volta. Stavolta, i motori tossicchiarono di nuovo, ma poi iniziano a girare, producendo un rollio basso e continuo. Le sembrò il piu bel rumore che avesse mai sentito.

Spinse la cloche avanti, e la nave cominciò ad avvicinarsi all'atmosfera del pianeta.
In pochi minuti, iniziò la procedura d'atterraggio. La nave cominciò ad avvicinarsi alla superficie, prima piuttosto lentamente, ma poi aumentando gradualmente di velocità.

Ai lati della cupola di vetro dell'abitacolo si profilarono delle fiamme, essendo la nave lanciata come una meteora sulla superficie.
Era del tutto normale, ma il piccolo caccia iniziò a sobbalzare sempre più forte.

All'improvviso il propulsore di dritta esplose con un boato, e la nave iniziò a deviare verso destra.
Lei cercò di eguagliare la spinta virando a sinistra, ma il velivolo non rispose più ai comandi.

Iniziò a sudare freddo.

Se l'angolo di atterraggio variava di troppo, sul pianeta sarebbero arrivati soltanto rottami fumanti.
Senza alcun preavviso, le fiamme ai lati della nave si spensero, e questa si librò nel cielo limpido.

Visto da un occhio inesperto, sarebbe potuto passare per un buon atterraggio, ma la situazione era tutt'altro che buona.
Adesso il piccolo caccia era pericolosamente inclinato verso destra, e aveva un solo motore funzionante. Era riuscita a riprendere parzialmente il controllo, ma i guai non erano ancora finiti.

Improvvisamente la visibilità si ridusse quasi a zero, mentre una forte turbolenza sconquassava la nave. Doveva essere finita in una tempesta di sabbia o qualcosa di simile. Cercò di tenere una rotta il più possibile parallela al terreno, ma l'altimetro era rotto, e non aveva idea di quale altitudine avesse raggiunto.

Un'altissima duna di sabbia apparve improvvisamente di fronte a lei. Cercò di evitarla, ma non aveva abbastanza spazio di manovra.

Il caccia urtò contro la sabbia, capovolgendosi e roteando più volte su se stesso. Poi, l'impatto.

Xero Chronicles: Our HouseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora