fishing

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AU in cui Federico e Benjamin vanno a pescare insieme. Federico è estremamente annoiato, e finisce per avere una brutta bruciatura mentre Benjamin gli ride dietro.

A me non piace andare a pescare; forse perché non mi piacciono i pesci, o sono semplicemente una persona impaziente, e quindi non potrei mai andare in riva ad un lago, buttare l'amo in acqua e aspettare chissà quanto.

Questa volta però, Benjamin mi aveva convinto. Forse era perché mi aveva detto che se lo accompagnavo a pescare, mi avrebbe ripagato questa sera sotto le coperte. Ma questi sono solo piccoli dettagli.
"Questa sera però facciamo veramente sesso, giusto Ben?" chiedo, spaccando il silenzio che si era creato dentro all'auto. Niente musica, niente chiacchiere. A volte si poteva sentire i miei sussurri.

"Te l'ho detto, Fede. Sì, faremo sesso. E se me lo chiedi un'altra volta domani non riuscirai a camminare," replicò con un sorriso compiaciuto.

Lasciamo perdere le mie guance che sono diventate violentemente rosse, e concentriamoci più sul fatto di quanto Benjamin fosse così sexy in quel momento; il suo ghigno malefico che danzava liberamente sulle sue labbra carnose, i suoi occhi leggermente più piccoli a causa della forte luce che emanava il sole.

"Sei molto bello oggi," dissi quasi senza fiato.

Benjamin voltò tranquillamente il capo verso il mio sguardo di adorazione: un enorme punto interrogativo era dipinto sul suo viso. "Grazie, anche tu," rispose sorridendo.

Dopo quelle ultime parole, non ci siamo scambiati più parole; abbiamo solo iniziato a cantare a squarcia gola per il resto del viaggio, finché non siamo arrivati in questo fitto bosco e un sentierino che probabilmente portava al lago.

Benjamin scese per primo, e mi chiese di aspettarlo un secondo. Così, confuso, aspettai, finché dopo un paio di minuti non mi aprì la portiera, e il Benjamin che avevo avanti mi fece scoppiare dalle risate tanto che mi piegai in due, portando il busto in avanti e tenendomi lo stomaco.

"Che c'è?" chiese, cercando di sembrare offeso. Lo guardai di nuovo, cercando di non ridere; aveva quei cappellini che solo i pescatori portavano, la canna da pesca a tracolla, e degli stivali che ormai erano più grandi delle sue gambe.

"Sei ridicolo," dissi tra una risata e l'altra.

Lui alzò gli occhi al cielo. "Ti amo anch'io," disse scherzando, mentre io risi ancora più forte al suo comportamento infantile.

Scesi finalmente dalla macchina, e restai confuso quando Benjamin mi tirò degli stivali. "Che ci devo fare?" chiesi confuso.

Lui mi guardò annoiato e alzando le spalle, disse,"Metterli?" come se fosse ovvio.

Io sospirai, e in pochi secondi li infilai su per i miei polpacci. "Sono fastidiosi," commentai, non appena iniziai a seguirlo verso il lago.

"Anche tu lo sei, ma non mi lamento," replicò, e dal suo tono potevo sentire che stava sorridendo.

"Ha Ha Ha,"

Lui si girò di scatto verso di me, e improvvisamente, attaccò le sue labbra sulle mie, in un bacio passionale e avido. "Smettila di fare il bambino e muovi quel bel culleto," sussurrò a pochi centimetri dal mio viso, il suo respiro mi solleticava le guancie.

Io annuì freneticamente e, contento del suo lavoro, si girò e continuò a camminare in avanti.

Ci sono voluti dieci minuti prima di arrivare alla riva; noi ci siamo tenuti per mano nonostante avessimo dei guanti appiccicosi che usavano solo i pescatori. Quando mi diede le istruzioni di come usare quell'affare chiamato canna, mi affacciai su una roccia, e lanciai l'amo il più lontano possibile.

"Bravo così, piccolo," mi sussurrò Benjamin alle spalle, il sui respiro sul collo.

"Grazie," mormorai arrossendo. Mi iniziò a baciare il collo, lasciando una scia di saliva lungo tutta la superficie della pelle del mio collo e della mia spalla.

"Non mi distrarre," cercai di dire fra un affanno e l'altro.

"Devi essere pronto a tutte le distrazioni, Fede," mormorò sulla mia pelle. Lui rise dolcemente sulla mia pelle prima di distaccarsi dal mio collo e lanciare anche lui il suo amo.

Erano passate tre ore da quando eravamo seduti silenziosamente sulle roccie di quel posto carino. Sebbene fosse un posto carino, tuttavia, io mi ero addormentato. Sotto al sole. L'unica cosa che mi svegliò fu la risata rumorosa del mio ragazzo.

"Ma che..." sussurrai, non capendo per quale motivo lui stesse ridendo. Una sensazione di bruciore mi attraversò tutto il corpo, iniziando dal viso e finendo alle caviglie.

"Oddio," rise Benjamin, passando una mano sulla guancia. Si stava davvero asciugando le lacrime? "Ti sei bruciato," rise di nuovo, piegandosi in due. Notai che la sua canna era buttata per terra, insieme agli stivali.

"Volevo farti vedere il pesce che avremmo dovuto mangiare questa sera, ma a quanto pare tu ti sei addormentato," continuò a farfugliare ridendo.

Io sbuffai, e quando provai ad alzarmi, un dolore lancinante attraversò il mio petto. "Agh!" gemetti, portandomi una mano sull'addome. Quando riuscì a guardarmi il corpo, notai che era tutto rosso. Completamente rosso.

"Ti sei bruciato! Oddio sto ridendo da un'ora," esclamò, piegandosi in due e portandosi una mano sulla bocca per fermare le risate. Alzai semplicemente gli occhi al cielo.

Quella giornata non poteva finire peggio.

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