DUE

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2 Ottobre

A scuola c'è un'aria di allegria che coinvolge tutti gli studenti e li spinge a correre da una parte all'altra del corridoio ridacchiando e parlando fra loro. Non so di che cosa si tratti ma sono decisamente curiosa.

Mentre avanzo nell'atrio vedo alcune ragazze del secondo anno che parlottano fra loro sovraeccitate e mi avvicino, interrompendo la loro conversazione e salutandole.

"Buongiorno." Le saluto. Loro mi fanno un cenno con la testa, portando il mento sul petto e toccandosi il sopracciglio sinistro con due dita della mano destra rivolgendomi la loro attenzione. Non le conosco, ma essendo di un anno più grande sono autorizzata a parlare con loro anche senza essere stata presentata da qualcun altro.

"Sapete dirmi cosa sta succedendo? Sembrano tutti così euforici."

"Gli Hanson danno una festa a casa loro questo fine settimana. Stanno invitando tutti."

Inarco le sopracciglia e strabuzzo gli occhi. Invitano tutti? Non sono mai stata casa loro, ma i gemelli Hanson –Gareth e Jesse- sono dei Medi come la maggior parte delle famiglie e abitano nel mio stesso quartiere, il che vuol dire massimo centoventi metri quadri.

"Siete proprio sicure?" Chiedo. Loro annuiscono.

"Jesse sta distribuendo i biglietti per l'ingresso, se ti sbrighi puoi comprarne uno." Mi dice una di loro, con i capelli biondi raccolti in una coda alta. Io annuisco sovrappensiero, ma so che non andrò a quella festa: mia madre non mi ha mai nemmeno permesso di stringere amicizia...

Ha sempre cercato di tenermi lontana dalla vita attiva da adolescente così che nessun altro debba soffrire per la mia imminente scomparsa. Sarebbe tremendamente egoista da parte mia permettere a qualcuno di affezionarmisi per poi spezzargli il cuore morendo.

Saluto le ragazze e mi dirigo al piano di sopra un attimo prima che il professore di Geografia apra la porta della classe e faccio in tempo a mettermi in fila dietro a Melanie. Appena arrivo di fronte al professore lo saluto abbassando la testa e toccandomi il sopracciglio e lui ricambia.

"Buongiorno Lastern."

"Buongiorno professore."

Lui mi segna presente sul registro che ha fra le mani ed io entro in aula, accomodandomi al mio banco.

Il professor Dylan è un uomo squisito che ama i ragazzi ed il suo lavoro e, fortuna per le ragazze, non è ancora sposato: ha quasi quarant'anni e non ha nemmeno la fidanzata il che lo rende un ottimo partito per qualsiasi ragazza abbia più di sedici anni.

Molte mie compagne di classe sarebbero disposte a sposarlo già l'anno prossimo e sono certa che le loro famiglie approverebbero. Un bell'uomo, facoltoso e ancora nel fiore degli anni e, soprattutto, benestante è ciò che ogni genitore desidera per la propria figlia.

È bravo in tutto ciò che insegna e la nostra classe è fortunata ad averlo ottenuto.

Mentre prendo appunti noto Gareth Hanson che, appoggiato alla finestra dietro di lui, mi guarda mentre mordicchia la matita. I suoi capelli dorati sono esattamente della tonalità che piace a me ed il suo viso è gentile e pulito ma maturo. Dimostra quasi vent'anni nonostante abbia la mia stessa età, e la sua famiglia è nel campo alimentare, cosa che lo rende un ottimo partito.

Gareth mi sorride compiaciuto quando mi sorprende a fissarlo ed io abbasso la testa, rossa come un pomodoro, fingendomi estremamente interessata alla lezione.

Alla fine della giornata quando ormai sono nell'atrio ad un passo dalla porta principale sento una voce chiamarmi.

"Keara! Keara Lastern!"

Mi volto e con grande sorpresa e imbarazzo noto proprio Gareth che mi viene incontro con un sorriso stampato in faccia e dei cartoncini in una mano.

"Buon pomeriggio" mi dice una volta vicino. Io lo saluto portandomi la mano al sopracciglio: siamo dello stesso anno, ma lui è un uomo ed io non potrei mai rivolgergli la parola per prima. Ovvero, potrei, ma sarebbe estremamente sconveniente.

"Volevo invitarti alla mia festa venerdì sera. A mia sorella farebbe piacere che ci fossi anche tu." E mi allunga un cartoncino che io prendo con diffidenza.

Non ci siamo mai parlate con sua sorella, come può volermi alla sua festa?

"Non ho i soldi per pagarlo." Dico dopo aver osservato il biglietto. Gareth scrolla le spalle.

"Non fa niente, è un regalo."

Lo guardo scettica senza sapere cosa rispondere: mia madre non mi lascerebbe mai andare alla festa e uscire di nascosto non se ne parla. Non voglio rifiutare l'invito per non offendere la sua gentilezza, ma se tengo il biglietto senza usarlo potrei fare torto a qualcuno che invece vuole andare a divertirsi.

"Mi dispiace, non posso accettare." Gli porgo il cartoncino con un tuffo al cuore, ma lui non lo prende e mi guarda con aria furbetta.

"Ormai è tuo e sarebbe un vero peccato se lo sprecassi."

Deglutisco, di nuovo a corto di parole. Forse potrei provare a chiedere prima a mio padre. Scommetto che farebbe da intermediario e convincerebbe mia madre a concedermi un paio d'ore di svago.

Annuisco piano, stupendomi di me stessa, e facendo sorridere Gareth che mi lascia un veloce bacio sulla guancia prima di sgattaiolare via. Un bacio!

Mi guardo intorno, assicurandomi che nessuno ci abbia visti prima di infilare velocemente il cartoncino in tasca ed avviarmi a piedi verso casa.

Non so come farò a convincere mia madre a lasciarmi andare, ma sono sicura di una cosa: non ho intenzione di arrendermi.











Questo capitolo è un po' più corto del primo. Spero non vi dispiaccia troppo: aggiorno tutti i giorni e comunque trovo che i capitoli troppo complessi alle lunghe stanchino.

Volevo ringraziare tutti coloro che hanno votato e commentato, ve ne sono davvero grata, ed in particolare volevo ringraziare chi ha inserito la storia fra i propri elenchi di lettura.

In particolare mi è rimasta impressa una lettrice che ha inserito la storia al suo elenco "Storie che consiglio"

Mi ha fatto un piacere enorme!

Non so cosa possiate pensare della mia storia a questo punto. La società nella quale vive Keara per il momento è abbastanza utopica (se tralasciamo il dettaglio macabro delle morti previste) ma vedrete che cosa succederà!

Una domanda: come reagireste voi se sapeste quando morirete?

Un bacione

William

Survived #Wattys2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora