Antonio e Cleopatra....Louis come Antonio ed Harry come Cleopatra...
La guerra, la lotta per il potere e l'amore....senza il finale tragico che contraddistinse la loro vita reale...
Cover di tomlinsay
Questa storia non è di dominio pubblico
Nella notte che seguì l'assassinio di Cesare, Lepido, il capo della cavalleria, occupò il foro con i soldati e, all'alba, tenne un discorso al popolo in cui condannò gli uccisori del dittatore.
Louis, nel frattempo, aprì in casa sua il testamento di Cesare, alla presenza del nipote prediletto del defunto, Ottaviano.
Non appena fu loro chiaro il contenuto del documento, si guardarono in faccia e si sorrisero.
" Cesare era un uomo eccezionale e proprio per questo va vendicato come merita " disse Louis.
" Nel suo testamento mi ha adottato, ora sono suo figlio....sarà facile per me, con questo nome, ottenere il potere politico. Tu godi dell'appoggio incondizionato delle legioni e Lepido della cavalleria...insieme ci impadroniremo di Roma e daremo una punizione esemplare a coloro che hanno ucciso mio padre " esclamò Ottaviano.
" Ai funerali di Cesare leggerò le sue ultime volontà e, quando il popolo saprà cosa c'è scritto in esse...beh...si scatenerà l'inferno..." ribadì Louis.
" È quello che ci serve, solo quello che ci serve..." aggiunse Ottaviano pensieroso.
Qualche giorno dopo, davanti ai rostri,*nel foro, vennero celebrati i funerali solenni di Cesare.
Fu costruita un'edicola dorata che riprendeva le forme del tempio di Venere Genitrice, antenata della famiglia del defunto.
I magistrati portarono sulle spalle il corpo di Cesare e lo deposero, su un catafalco d'oro e d'avorio, all'interno dell'edicola.
Louis avanzò con volto solenne e prese la parola.
" Amici, Romani, compatrioti, ascoltatemi... Io vengo a seppellire Cesare, non a lodarlo. Il nobile Bruto, uno dei suoi assassini, ha detto che Cesare era ambizioso e senza scrupoli, pronto ad ogni cosa per ottenere il potere... Qui in mano ho il testamento di Cesare e ora vi leggerò cosa pensava di voi, cittadini romani... L'ambizioso e superbo Cesare, come lo definiscono i suoi nemici, vi ha lasciato i suoi giardini intorno al Tevere per svago e diletto e....e...ad ognuno di voi ha lasciato 300 sesterzi del suo patrimonio personale! Ditemi, allora....Cesare era un uomo che pensava solo a sè?"
Non appena Louis ebbe finito di parlare, il popolo cominciò ad agitarsi e ad urlare, invocando il nome del dittatore e la morte sugli assassini.
Due soldati, al segnale dato loro da Ottaviano, lanciarono due ceri accesi sul corpo di Cesare e, subito, si alzarono le fiamme.
I veterani delle sue legioni, con le lacrime agli occhi, gettarono nella pira improvvisata le loro armi, mentre le matrone si strapparono di dosso i gioielli e li lanciarono nel fuoco.
Più l'incendio divampava, più gli animi dei presenti si accendevano.
Alla fine la folla, armata di lance e fiaccole ardenti, marciò contro le case dei congiurati, che vennero incendiate.
Molti degli assassini vennero uccisi, mentre Bruto e Cassio riuscirono a fuggire prima di essere catturati.
* I rostri erano le tribune nel Foro Romano da cui i magistrati tenevano i loro discorsi al popolo. Il nome deriva dalle prue delle navi nemiche che i Romani portarono come trofeo dopo la battaglia di Anzio nel 338 a.C.
Storicamente Antonio e Ottaviano non si misero subito d'accordo su come gestire il potere a Roma, ma qui ho abbreviato un po' i tempi per arrivare subito al cuore della storia. Tutto il resto è, però, storicamente accaduto. Qui sotto vi metto le foto che ho fatto a Roma del luogo in cui sarebbe stato bruciato il corpo di Giulio Cesare.
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