Prologo(2/2)

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La ragazza era avvolta dalle tenebre, era in un luogo sconosciuto.
Appoggiò la mano destra a terra e la sentì bagnarsi.
Ad un tratto si accese una debole luce, non capì da dove provenisse.
Era in una stanza minuscola, aveva addosso soltanto una veste sporca di terra, e aveva una catena attaccata alla caviglia, che la teneva incatenata al muro dove era appoggiata.
Si guardò le mani e scoprì un liquido rosso che le bagnava.
Sentì una fitta alle braccia.
Tirò su le maniche della veste che indossava e lanciò un urlo agghiacciante, animalesco.
Aveva le braccia piene di tagli aperti, profondi e sanguinanti.
Ad un tratto vide un uomo incappucciato avvicinarsi e tendere la mano verso di lei, le sue dita avevano delle lunghe unghie sporche di terra e sangue.
Istintivamente portò le mani in avanti, come per proteggersi, ma l'uomo le afferrò le braccia con le sue mani raggrinzite e di colore bluastro e premette con le unghie sulla sua pelle, tagliandola e facendo uscire fiotti di sangue.
La ragazza urlò, ancora e ancora, sentendo le unghie taglienti penetrarle le braccia come lame affilatissime.

La ragazza si ritrovò a cercare di soffocare le urla con il piumone del suo letto, madida di sudore.
Aveva avuto un'altra volta quell'incubo.
Si tolse le coperte di dosso e guardò la sveglia sul comodino accanto al letto.
Ogni notte si risvegliava esattamente alla stessa ora, ovvero alle tre e ventiquattro, come una ossessivo-compulsiva.
Cercando di regolarizzare i battiti del suo cuore, buttò la testa sul cuscino e respirò a fondo, per poi tirare su le maniche della sua camicia da notte e accarezzare le sue braccia.
Cicatrici. Sentiva altre cicatrici.
Sempre più profonde.
Si alzò lentamente dal letto, accendendo la luce.
Guardando le nuove cicatrici, scoppiò disperatamente a singhiozzare.
Ogni notte, quell'incubo.
Ogni notte, quelle cicatrici.
Poteva risentire il dolore provato durante l'incubo, accarezzando le sue esili braccia.
Si chiedeva perché stesse succedendo proprio a lei.
Gli altri non le credevano, credevano che fosse lei a procurarsi quelle cicatrici.
Loro dicevano che era un'autolesionista, lei raccontava la verità, loro dicevano che era una pazza psicopatica.
Crollò esausta sulle sue ginocchia.
Era stanca, era stanca della sua vita.

Demons - Jeff The KillerKde žijí příběhy. Začni objevovat