Capitolo I

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Massimo seguiva coi suoi occhi castani vitrei tutte le finestre di testo che gli si aprivano: neanche il più avanzato CeleComputer® avrebbe potuto stare al passo con i suoi pensieri, così, qualche volta, si bloccava del tutto, obbligando Massimo a procedere con l'ormai antiquato sistema a tasti.Così fece e, sbuffando, iniziò a digitare freneticamente i tasti in ordine, parola chiave: Lavoro. Capitò su qualche sito-spazzatura, prima di trovarne uno veramente interessante, che lo fece fremere sulla sedia. Si scostò alcuni capelli ricci che gli ostruivano la visuale e iniziò a leggere

www.AV(airsecurityline).interspace/job/control.it

Benvenuti sul sito ufficiale della compagnia di sicurezza privata AV, la più importante compagnia del 29°secolo. Abbiamo avuto l'onore, in passato, di aver scortato le persone più abbienti negli stabilimenti minerari più remoti di tutta la Via Lattea, nonchè salvato dalle bande criminali interi carichi di merci dal valore di miliardi di denari. Dopo aver inaugurato la prima sede satellitare, necessitiamo di personale preparato e istruito per i futuri incarichi. Il compenso varierà rispetto al tipo di impiego svolto. Ricerchiamo le seguenti figure professionali:

-Cantierista ed esperto meccanico motori tipo 53

-Personale medico e alimentare

-Addetti alle pulizie

-Personale con esperienza militare (minimo 4 anni di servizio)

-Personale con esperienza aerospaziale (minimo 4 anni di servizio)

-Tecnici elettronici

-Personale con esperienza nel settore spettacoli

-Ingegneri balistici e spaziali

-Personale con esperienza informatica

Tutte le richieste di lavoro dovranno essere spedite entro il 16/05/2832. Dopo essere state studiate e valutate comunicheremo ai richiedenti selezionati la data, l'orario e il luogo di partenza prestabilito.

Cordiali saluti,

Miriam, Presidentessa della AV inc.

Massimo fece un mezzo salto e a stento riuscì a frenare l'euforia del momento: prese il gatto grigio sdraiato comodamente sulle sue gambe e gli fece fare una giravolta. Il gatto, per tutta risposta, si aggrappò ai capelli marroni spettinandolo del tutto e quasi gli graffiò le guance leggermente abbronzate con alcune lentiggini, ricordo dell'adolescenza e dei bei tempi passati. Lo posò immediatamente e riprese a scrivere sul CeleComputer®, tutti i suoi numeri di telefono, email ecc. Mandò anche una copia del suo curriculum e, dopo una lunga contemplazione del risultato, decise di mandare la richiesta. Si sdraiò sul letto e riflettè riguardo la giornata, poi, ammirando la luna e le stelle sul soffitto trasparente, si addormentò, facendo sogni piacevoli e speranzosi.

Il giorno dopo si alzò di buon ora e uscì a comprarsi dei vestiti e un frullato. Con i mezzi pubblici sotterranei, raggiunse il centro. Solo bambini piccoli con le loro mamme e anziani che lanciavano mollichine di pane ai piccioni costituivano la maggior parte delle persone, durante un giorno lavorativo. Passeggiò per il centro storico, una piazza di circa duecento metri, con al centro un monumento risalente al 2500: un preistorico modello di astronave mezzo schiantato al suolo che aveva creato un piccolo cratere. L'intero abitacolo e la cabina di pilotaggio erano spiaccicate al suolo, mentre i motori, le alette e le turbine erano praticamente intatte. La scritta, sfortunatamente, era sbiadita e una lettera sola si intravedeva: S. 

Costeggiò una lunga fila di negozi paralleli alla piazza, cercando di arrivare alla fine, nei pressi del negozio di bibite più bello di tutta la città. In verità la città era veramente piccola, come del resto tutti gli insediamenti del 29°secolo. Pochi chilometri di strutture rappresentavano la più grande metropoli del globo. La popolazione, in fin dei conti, era di solo 10 milioni di persone, ovvio che non avrebbero occupato tanto spazio. Tutte le fabbriche erano state spostate nello spazio, rendendo il commercio più facile e agevole. Ritornando a Massimo: dopo una lunga osservazione dei gusti in vendita, scelse lo stesso che sceglieva da dieci anni. Il commesso versò un intruglio blu in una macchina che, per mezzo di un campo magnetico, rendeva la poltiglia dura come roccia. Attraverso un trapanino in tungsteno, ricavò un buco dalla cilindrica bevanda, rivelando un cuore dolce e succoso. Prese una cannuccia verde da un recipiente in vetro e la infilò nel forellino, poi la porse a Massimo, che pagò il conto e si allontanò. Appena fuori dal negozio, iniziò a bere avidamente, fino a doversi fermare per il dolore alle tempie. Si coprì con una giacca grigia auto-riscaldante meglio che potè compensando il freddo del succo. La bibita si chiamava fragelina ed era fatta a base di fragole geneticamente modificate, le quali cambiavano colore a seconda del tempo atmosferico e della temperatura. Essendo stata fatta riposare in un bagno di azoto liquido e in una cella buia e priva di aria per tre settimane, il succo restava del colore blu, simbolo di freddo e imminente tempesta. Riguardo al sapore...beh, noi persone del 21°secolo lo troveremmo a dir poco rivoltante, con quel suo odore di cloro e sapore di trielina...bleah! Ma, come si dice, col tempo i gusti cambiano e così era accaduto. Dal 2822, la moda era di testare gli intrugli più incomprensibili, vomitevoli e addirittura nocivi presenti sulla terra, ma quando quattro ragazzi bevvero una tazza di cioccolata con acido solforico la moda finì...! Solo Massimo aveva mantenuto quello spirito da sedicenne che lo portava ad adorare alcuni alimenti dal gusto discutibile, come la fragelina. Finito di bere, sgranocchiò il contenitore di fragelina solidificata, assaporando ogni singolo morso. Uscito dalla piazza, si incamminò tra grandi viali con case di mattoni rovinate dal tempo. Le famiglie degli operai vivevano in quelle modeste casette. Vicino a esse, si trovavano due piccole scuole appena costruite: il vetro era stato sostituito da plastica rinforzata al titanio, impedendone la rottura da parte di vandali o maldestri. Non aveva mai visto le classi, poichè sapeva che non ce ne erano. Tutta la scuola non era altro che una gigantesca sala computer, dove gli insegnanti si riunivano e si collegavano per mezzo di computer agli alunni, impedendo a quest'ultimi di marinare la scuola o di non partecipare perchè in malattia. Tutti gli schermi erano collegati tra di loro e ogni insegnante poteva vedere se un alunno stava facendo un tema sulla storia dell'umanità o giocava di nascosto a qualche gioco di guerra interplanetaria. Passando oltre le scuole, la città si estendeva nei quartieri più poveri e periferici della città, dove baraccopoli e mercati neri dominavano la zona. Questi quartieri si autodefinivano indipendenti, ed eleggevano una sorta di re che qualche volta organizzava ridicole rivolte quasi sempre sedate sul nascere. Le caste più altolocate si divertivano a prenderli in giro definendoli "re degli stracci". Venuti a conoscenza di queste beffe, il popolo di quel piccolo povero regno fece un passo avanti, bruciando tutti gli edifici governativi del quartiere. Nacque così una "guerra fredda" tra ricchi e poveri, che finì con l'occupazione e distruzione delle sedi del "re degli stracci". Comunque, in quelle zone era sconsigliato avventurarsi, sopratutto di notte, vicino alle vecchie sedi, poichè seguaci dell'ormai defenestrato re si aggiravano pronti a impedire con la violenza l'accesso alla "città" da parte di stranieri provenienti da classi benestanti. Per questo motivo Massimo decise di non andare oltre, anche poichè sapeva che dopo poche file di tende e case di cartone la città finiva, dando spazio a boschi e pianure sconfinate fuse insieme a antichi resti delle vecchie metropoli ormai cancellate dal tempo. Decise allora di tornare a casa, chiamando un taxi sotterraneo che dalla periferia lo portò direttamente al suo appartamento bilocale in uno dei palazzoni del centro città. Sfinito si buttò sul letto a getto d'aria che, oltre a procuragli una piacevole sensazione di frescura, talvolta lo aiutava a riflettere sulla sua vita e quella del suo tempo. Il fatto di non poter avere cognomi, per esempio, era sì una trovata del governo per far sentire tutti fratelli e uniti, ma al tempo stesso eliminava l'unicità e parte della sua identità. Molte volte si chiedeva quale fosse stato il suo cognome nella "vecchia epoca" (1800-2300). Altre volte volte si chiedeva se c'era stata davvero un'epoca prima della "Grande nube" che aveva coperto il mondo per più di trecento anni. Si immaginava cognomi che neanche avevano a che fare con l'alfabeto Unilingue. I suoi pensieri iniziarono a vacillare quando nella stanza si diffuse il "profumo del sonno" un gas profumato che si diffondeva quando si faceva tardi, eliminando i problemi relativi all'insonnia. Si abbandonò al sonno artificiale riposando le membra e la mente. Quando il giorno dopo si svegliò, un suono monotono e costante adornava la schermata blu del CeleComputer® : era arrivato un messaggio di risposta.  

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⏰ Last updated: Jan 31, 2020 ⏰

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