Buttai giù la pasticca e tornai a pogare.

Il pogo era la cosa che più mi sfogava.Spallate,gomitate,gente aggrappata ad altra gente,persone sollevate in aria dalla folla.Ci si picchiava,in pratica,se si vuol definire il pogo guardandolo con gli occhi di un piccolo-borghese.Si creava una sorta di bolla intorno a chi pogava,chi entrava non ne usciva più per tutta la durata dell'esibizione.Molti di noi erano sotto effetto di droghe eccitanti,perciò neanche ci pensavamo a stare fermi e seduti a guardarsi quattro pazzi suonare.Compresa io.Quella pasticca mi aveva fatto rinascere,saltavo e strattonavo gente a destra e a manca.

Di Suzy e Zanna non ce n'era più traccia a fine serata.

Feci amicizia con un gruppo di ragazzi che venivano dalla Puglia e che si erano da poco trasferiti a Roma,o meglio,alloggiavano da poco nell'area della Villa sfruttata come dormitorio.Passamo insieme la serata,buttando giù roba a tutto andare.

Alle quattro del mattino facemmo irruzione in un parco,scavalcando la ringhiera.La sorte volle che si accendessero gli irrigatori proprio nel momento in cui ci eravamo finalmente sdraiati sull'erba verde e fresca,stremati dalla serata.Iniziammo a giocare con l'acqua,ci spogliammo,tutti urlavano e ridevano,fino al momento in cui vedemmo una volante degli sbirri.Tax,uno dei ragazzi,diede l'allarme e iniziammo a correre come fulmini verso la ringhiera.Qualche piccolo-borghese abitante dei palazzi circostanti aveva chiamato gli sbirri.Mentre correvo sentivo il gelo sulla pelle e gli occhi mi lacrimavano,ma avevo talmente tanta roba in corpo che in realtà mi sembrava di non sentire nulla e correvo spedita verso l'alta ferraglia che dovevo scavalcare,e anche velocemente.

Uno,due,tre,quattro,cinque,sei,sette,otto.In meno di due minuti eravamo tutti fuori dal parco a correre verso un vicoletto abbastanza nascosto.Scoppiammo tutti in un ridere profondo fino a farci uscire le lacrime,che cazzo di sbirri erano?

Tax tirò fuori dallo zaino una bomboletta rossa e scrisse sul muro "Non cadremo mai nelle vostre trappole per topi!".Quando finì di scriverlo,ci disponemmo tutti in fila ad ammirare quelle parole.Ognuno di noi le interpretò a proprio piacimento e alla fine della lunga riflessione ci chiudemmo a cerchio,abbracciati.Fu un momento bellissimo per me.Avevo appena conosciuto quei ragazzi,eppure sapevo che sarebbero entrati a far parte della mia vita.

Alle cinque mi chiamò Farrah."Dove sei?Bestia è incazzato nero con te!",non capivo perché Bestia dovesse essere arrabbiato con me,che avevo combinato ora?

Con i ragazzi ci incamminammo verso il locale per riprendere le macchine.Ci scambiammo i numeri di telefono e tornammo tutti a casa.Almeno io,loro tornarono agli alloggi di Villa.

Erano le sei.Trovai Farrah a dormire con una coperta leopardata sul divano e Bestia sulla poltrona,come se mi stesse aspettando.

Alzò lo sguardo e prese una cosa dalla tasca.Tirò fuori una siringa.

"Questa ora me la spieghi",mi disse.Non sapevo cosa dire,quella spada non era mia.Non avevo neanche mai provato la coca,figuriamoci l'ero.

"Non è mia,pezzo di merda.Falla sparire subito,non ho idea di come possa essere arrivata in casa.Sei da poco uscito dalla dipendenza e se anche fosse,pensi che sarei così stronza da farmi dentro casa?Bestia,tu stai diventando pazzo,lascia stare!Butta quella cosa e vattene a dormire.Vuoi controllarmi addosso?Bene,fallo,vedrai che non ho buchi.Non ho bisogno di questa roba!",ero incazzata come non mai.Bestia subito riuscì a rigirare la frittata:"ah no,certo,tu preferisci le pasticche.Capisci che ti stai rovinando?Non ti è bastato vedere come mi sono ridotto io?Ti sei fatta trasportare da quella pazzoide di Suzanne,una volta ragionavi con la tua testa!",Farrah si svegliò e sedendosi ordinò a Bestia di calmarsi.Io,ancora sull'uscio della porta,mollai tutto per terra e andai verso di loro.Dissi a Bestia che se prendevo pasticche era perché lo volevo io e non perché qualcuno mi dicesse o mi convincesse a farlo.Continuai dicendo che le prendevo ogni tanto,quando volevo sballarmi un po' di più e lasciare che i miei pensieri scivolassero via dalla mente,non doveva permettersi di dirmi cose del genere.Non doveva permettersi,soprattutto,di dirmi che non ragionavo più con la mie testa.Io ragionavo sempre e solo con la mia testa e non m'importava mai di cosa potessero dire o pensare gli altri.Io ero me stessa ed ero io a decidere per me.Ero così infuriata che presi quella siringa e la lanciai dalla finestra,chiedendo a Bestia se ora fosse contento.Forse un'idea ce l'avevo,di quella siringa trovata in camera mia.Zanna aveva colpito di nuovo e avevo voglia di prenderlo a calci nelle costole con i miei anfibi pesanti.La finestra della mia camera era molto bassa,Farrah pulendo magari l'aveva lasciata aperta e Zanna aveva colpito.Ero sicura che fosse colpa sua.Se anche mi sforzavo di trovare una spiegazione al perché l'avesse fatto,non la trovavo.Pensavo solo che fosse solo un idiota e me ne convincevo sempre di più.

Bestia si alzò e mi prese per un braccio.In quel momento sentì una scossa nel corpo,un mix di paura e coraggio.Mi strinse il polso con la sua mano enorme e io diventai di colpo bianca come il latte.Gli occhi mi divorarono e sentivo il cuore battermi in gola.Farrah lo fissava,ancora seduta sul divano,in una posizione di evidente tensione."Lasciami,cazzo,pezzo di merda!" esclamai."Voglio una convivenza pacifica,hai capito,piccola stronza?Ora ti pulisci,ti sistemi e ti rimetti a cercare lavoro.Abbiamo bisogno di tirare avanti,ed è tutto inutile se i soldi che ti dà Farrah tu li spendi in qualcosa che ti rovinerà la vita.Non me ne frega nulla delle tue giustificazioni,devi finirla con le pasticche.Stai diventando pelle e ossa,ma ti specchi mai?Quanto tempo è che non fai un pasto decente?Quanto tempo è che non ti guardi allo specchio?Mi fai incazzare,non vedi nulla oltre quello che è di tuo interesse.Io ci ho messo tanto ad uscire dal vortice e non è per niente facile.Ho già sofferto troppo per me in prima persona,non voglio soffrire anche per un'altra persona.Non ti voglio trovare con la bava alla bocca e gli occhi bianchi,stesa per terra",mentre parlava mi teneva stretto polso e io continuavo a fissare il pavimento come una bambina che viene sgridata dal padre.Continuò:"fai una scelta".Ricordo a memoria queste parole,tanto mi sentì messa alle strette.

Sfilai il polso dalla sua stretta e gli sputai.Farrah si alzò di scatto e mise una mano sul petto di Bestia,che si gonfiò di rabbia.Buttò fuori dal naso tutta l'aria che poteva e mi diede uno schiaffo.Tenendomi lo schiaffo me ne andai in camera e misi la cassetta dei Sex Pistols.Mi fermai a guardarmi allo specchio,mettendo da parte il mio orgoglio e ripensando alle parole di Bestia.Mi resi conto che aveva ragione,dovevo fare una scelta.Non potevo continuare a mentire a me stessa,ripetendomi di essere una persona che tiene a sé stessa,che nella vita si dà da fare,perché non era evidentemente così.Da un po' di tempo avevo trascurato tutto,Farrah in modo particolare.Stavo poco in casa ed ero sempre in giro a procurarmi guai.Non avevo più un lavoro,mi ritrovavo magra,trascurata,senza un vestito buono addosso.

Mi fissai per un bel pezzo davanti a quello specchio rettangolare e non arrivai a nessuna conclusione.Ero fermamente decisa a darmi una ripulita e a cercare lavoro,questo sì,ma non avrei mai accantonato la mia voglia di trasgredire le regole ferree della società,gli amici e la musica.Ero giovane e dovevo costruirmi un futuro,senza dubbio.Ogni giorno mi ripetevo "c'è tempo ancora",senza mai darmi davvero  fare.Era ora che mettessi la testa apposto,ma non sapevo con sicurezza se ce l'avrei fatta.

Mi accesi una canna e mi sdraiai sul letto,nuda,fissando il vuoto.Mi addormentai e a svegliarmi furono delle voci familiari provenienti dalla cucina.

Pensai subito che non volevo vedere o sentire nessuno.Mi feci forza,misi un vestito nero e andai in cucina.Farrah era seduta a capotavola,Bestia alla sua destra e c'erano Betsy,Clara,Tax,Davide e Dok.Stavano pranzando allegramente e quando mi videro scese il silenzio totale."Che c'è?sacchi di merda,non mi salutate?!".Scoppiarono a ridere,mi sedetti anche io e feci colazione con le speciali patate al forno di Farrah.Erano la sua specialità.

Il pranzo fu abbastanza tranquillo,a parte qualche frecciatina di Bestia nei miei confronti e Farrah che puntualmente lo riprendeva dandogli un calcio su uno stinco.

Nel primo pomeriggio Betsy mi chiese di accompagnarla dal parrucchiere e accettai.Salimmo in macchina,lei mise i piedi sul cruscotto e partimmo.

"Hai saputo di Zanna?",mi disse Betsy con un sorrisino sulla faccia poco simpatico."No,cosa è successo?",risposi con un tono a metà tra la curiosità e il rifiuto verso di lui."Il boom dell'ero.Sta arrivando.Sta succedendo un casino,Zanna ci è cascato.Suzy è sparita,nessuno ha idea di dove possa essere."

I miei dubbi si confermarono e la notizia non mi colpì affatto.In fondo avevo capito di che tipo di persona si trattasse,dopo tanti anni avevo aperto gli occhi.La scomparsa di Suzy non mi preoccupò.

D'un tratto mi resi conto di esser diventata gelida come un cubetto di ghiaccio.Non m'importava più di niente e di nessuno.Questo pensiero mi torturò per giorni e giorni.Credevo di esser diventata una specie di mostro,non riuscivo a controllare questi miei sentimenti d'indifferenza verso i comportamenti delle persone.Soprattutto non capivo se fossi diventata così per via di ciò che avevo passato o se in realtà già lo ero.

Cercai per molto tempo di guardarmi dentro,di cercare una risposta.Una risposta però non basta mai per mille domande e trovare mille risposte era impossibile.Mi trovavo in un vicolo cieco,ammanettata.

Betsy parlava e io non stavo ascoltando neanche una parola di ciò che diceva.Avevo in mente gli occhi di Bestia che mi fissavano.Dovevo pensare di meno e agire di più.

Occhi inconsapevoliWhere stories live. Discover now