Capitolo 1

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Quelle parole erano rimaste nella mia testa e continuavano a ostacolare i miei pensieri "non sei niente" avevo preso la mia valigia dal ritiro bagagli e mi stavo incamminando verso l'uscita dell'enorme aeroporto "sei come lei, quella sporca puttana che ora mi sta implorando di non ucciderla" avvistai un taxi ma non vedevo bene, erano le tre di notte e non c'era nessuno per la strada. Vidi la macchina gialla avvicinarsi e fermarsi davanti a me, mi abbandonai sul posto del passeggero, andando a sbattere contro la stoffa ruvida del sedile
«dove la devo portare?» chiese un uomo sulla sessantina che aveva gli occhi stanchi
«Sant street, numero 342 grazie» mise in moto e ci avventurammo nel buio della città come se non fosse accaduto niente nelle scorse ventiquattro ore "ora fuori!! Fuori da casa mia puttana" mi scese una lacrima che non raggiunse la guancia, non volevo sprecare acqua per quello, senza di lui non sarebbe successo niente
Senza di lui o senza di te?
La mia voce interiore mi fece riflettere, sembrava da matti e ne ero cosciente ma ero stata in sua compagnia per sedici anni, con lei e senza nessuno.
«arrivati!» vidi i grandi palazzi e un enorme edificio davanti a noi, kyerkor office. Tirai fuori i soldi che avevo calcolato di spendere e li porsi al taxista, che con un segno con la testa mi ringraziò, lasciandomi davanti all'imponente struttura dove all'esterno mi aspettava Michele, lei era come una sorella per me, si era trasferita qui con la famiglia all'età di 10 anni, lasciandomi da sola in quell'inferno ma ci sentivamo avvolte e solo lei sapeva dei miei lividi e marchi che mi portavo sulla pelle fin da bambina.
« ciao Charlotte!» disse lei per prima, i suoi capelli biondi erano perfetti come il resto di lei, magra e alta, come una modella. Simpatica e intelligente, quelle erano le parole per descriverla.
«ei...» alzai il braccio ma mi bloccai, un dolore proveniente dalle costole mi fece sbiancare e impaurire "non puoi cambiare tu!" "Troia" "inutile, stupida"
Mi venne incontro e mi portò dentro, ero distrutta e non potevo neanche fare un movimento.
"Charlotte? Oh tesoro cosa ti hanno fatto?" Cora, la mamma di Michele, mi aveva sempre visto come una seconda figlia, come qualcuno da proteggere. Era un medico al Grace hospital ed era brava, da piccola mi stupivo di come facesse a conoscere tutti i nomi delle piante ma allora avevo solo 6 anni ed ero facilmente impressionabile, visto che nessuno mi spiegava le cose, a casa dovevo fare tutto per me e nessuno mi aiutava. Il marito di Cora, nonché padre di Michele, morì in un incidente tre anni fa e il colpevole non fu mai identificato. Erano venuti a passare il Natale nella nostra cittadina ma se ne sono andate con il più brutto regale possibile, mi ricordo di non essere andata al funerale perché mio padre non volle lasciarmi andare...a chi avrebbe potuto tirare bottiglie di vetro sennò? Ora che avevo sedici anni non faceva più quelle cose, peggio. Siamo passati dallo spegnere sigarette sulla schiena a colpire con una mazza da baseball in solo 5 anni.
«sto bene...» riuscii a dire ma loro non mi sentirono, Cora mi aprì la camicetta e venne a conoscenza del mio segreto. Mio padre questa volta aveva esagerato...mi aveva pugnalata con un coltello da cucina, la ferita non era profonda ma usciva molto sangue. Mia madre non faceva niente, stava lì a guardarmi soffrire e a reputarmi la colpa di queste sventure...
«chiama un'ambulanza subito!» disse la mia amica ma la mamma non la sentì
«il taglio è in superficie, non c'è da preoccuparsi, con la giusta medicazione e dei farmaci passerà tutto in due settimane...ora si deve riposare» mi portarono verso una camera che mi dispiacque non poterla ammirare, era di un colore verde tenue che frugava fino a diventare bianco verso il soffitto. C'erano altre due porte ma non sapevo dove portassero perché erano mozzafiato anche quelle, erano nere con delle decorazioni bianche che riprendevano il soffitto ed erano uguali al lampadario enorme che penzolava in mezzo a quella camera grandissima, mi appoggiarono su un letto enorme e tutte e due cercarono di non mettersi a piangere per me. Avrei solo voluto fosse un sogno, uno di quelli strani da raccontare alle amiche e riderci sopra ma invece era reale. Come dimenticare gli occhi di mia madre persi nel vuoto, il sangue che sporcava il marmo bianco della cucina e i poliziotti che avevano sfondato la porta...ma era troppo tardi, l'unica cosa che volevo fare era scappare via, lontano come se non fossi mai esistita in quella città, come se nessuno mi ricordasse come "la ragazza che ha vissuto un incubo finito in tragedia", non come un'orfana di madre, anche di padre ma lui era vivo e le sue ultime parole prima dell'arresto furono:" ti troverò e saranno guai per te". I brividi invasero il mio corpo e la sensazione di solitudine sparì quando Michele mi abbracciò forte.
Lei era sempre stata la mia famiglia, l'unica che mi ha saputo capire e io con lei ero felice però non volevo portare il nero nella sua vita felice per questo ogni volta che stavo con lei e volevo piangere, mi trattenevo o per non farla immischiare in tutta questa merda che mi sono portata dietro.
«Ora riposati tesoro e guarisci perché tra una settimana inizia scuola...e tu dovrai essere impeccabile perché puoi essere mille volte meglio di quello che vuoi far apparire» Cora la mamma che non avevo mai avuto spense la luce, lasciando me e la mia amica da sole a guardare il soffitto.
«come hai passato questi anni...?» riuscii a pronunciare e di scatto Michele si girò
«ti interessa sul serio?» scherzò lei e io cercai di annuire ma nn avevo molte forze.
«Bè non addormentarti perché sarà lunga come storia» rise e io mossi le labbra
«sono tutta orecchie...Bè non proprio tutta ma» ora sì che ricordavo i pochi attimi felici
«Allora...mi sono fidanzata con un ragazzo, che prima era uno stronzo ma che invece aveva solo bisogno di qualcuno che sciogliesse il suo "cuore di ghiaccio"»
«Michele sai di non essere Elza vero?» ridemmo e lei continuò a ricordare i fatti, mi preparò all'inizio traumatico in un istituto per ricchi sfondati, io ero brava a scuola certo ma non riuscivo a essere al livello degli altri studenti
«...Non fare quella faccia, sarai bravissima, mi raccontavi sempre di come i professori ti acclamavano in classe perché non trovavano un voto per il tuo lavoro»
«ma qui siamo a Seattle, e dovrò andare a scuola con ragazzi che l'unica cosa traumatica che hanno vissuto nella loro vita sarà stato o un voto inferiore a A+ o la diminuzione della paghetta mensile di mille euro»
«sopravviverai Charlotte, ci sono io qui con te...ora» appoggiò la sua testa sulla mia spalla e mi strinse la mano
«scusa per essere piombata qui all'improvviso» dissi sottovoce ma lei mi sentì e strabuzzò gli occhi
«scusa io che non ho capito quanto era grave la tua situazione...familiare» le lacrime le bagnavano il viso
«scusa se non mi sono fatta sentire quando è morto tuo padre, non sono neanche venuta alla cerimonia di sepoltura» ora io appoggiai il mio capo sul suo
«di sicuro c'era un motivo...non ti preoccupare»
«sono così le riunioni tra migliore amiche di solito...solo scuse e pianti?» ridemmo
«no di solito si mangia anche» disse Michele e io mi accorsi solo ora che non mangiavo da un giorno
«non parlare di cibo, sarei capace di mangiare un cuscino» altre risate ma poi lei si fece seria.
«aspettami qui, non muoverti» disse per poi alzarsi di slancio
«certo perché ero anche in possibilità di alzarmi e andare a fare due passi» lei uscì dalla stanza facendomi la linguaccia.
«cinque minuti e arrivo» urlò per il corridoio, svegliando metà palazzo secondo me. Ma la sua promessa la rispetto, non feci neanche in tempo a posizionarmi meglio nel letto che vidi arrivare la sagoma della mia amica con in mano un vassoio pieno di caramelle, patatine e tutti i tipi di schifezza possibili e immaginabili.
«ora tu mangi e poi dormi...siamo intese?»
«sissignora» risposi per poi iniziare ad addentare tutto ciò che mi capitava a tiro, lei si aggiunse a me e dopo aver cercato di mettere apposto le cartacce, ci infilammo sotto le coperte, io ero pronta sapere cosa mi riservava la nuova vita
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Ciao a tutti,
Prima avevo un profilo ma si è cancellato, ora sto scrivendo questa nuova storia che spero voi leggiate. Poi ne trascriverò delle altre quindi per favore seguite e saprete le avventure di Charlotte...
SP 😘

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