Pranzammo tra una risata e un'altra ma nei momenti di parziale silenzio si percepiva quell'aria preoccupata che rende le giornate sempre un po' più grigie.

Era arrivata la sera,i nostri amici andarono via e la casa mi sembrava vuota senza loro.Farrah ascoltava i Clash e io sbrigavo faccende varie in casa.Eravamo una forza insieme,collaboravamo e ci divertivamo.Quella sera però nessuna delle due aveva voglia di uscire tanto che non se ne era neanche parlato.

L'indomani saremmo andate da Bestia con gli altri e io passai la notte in bianco.Farrah invece dormì come un angioletto.Stava forse cercando di placare i pensieri che la tormentavano?

Domenica mattina,sveglia alle otto.In un'ora eravamo fuori casa.

Farrah aveva un vestito con dei decori a spirali e fumava una MS lasciando una macchia fucsia sul filtro.Aveva un ombretto verde,in tinta con gli anfibi che portava.Aveva tanti tipi di anfibi,mentre io ne avevo due paia,neri, e mi limitavo a cambiare i lacci mettendone altri colorati.

Mi piaceva guardarla in tutta la sua innata delicatezza anche quando cercava di sembrare più dura.

Salimmo in macchina,passamo a prendere Betsy e Clara e andammo da Bestia.

Non mi aspettavo di trovarlo così bene,le cure dei medici lo avevano aiutato.Tutti noi da una parte odiavamo i medici,erano solo delle comuni persone e molti ci infastidivano perché credevano di poter comandare solo grazie ad un pezzo di carta rilasciatogli per aver passato anni a testa bassa sui libri.Comunque avevano salvato il nostro Bestia e questo affievolì un po' il nostro odio.

Si capisce il valore delle cose solo quando rischi di perderle o le perdi e per questo Farrah entrata in quella stanza d'ospedale-così bianca da far male agli occhi-gli corse tra le braccia e poggiò la testa sul suo gigantesco petto.

"Ti aiuterò io.Ne usciremo insieme,tu sei un gigante buono,io lo so."

Lui aprì gli occhi e le toccò in modo tenero i capelli.Io ero felice.Bestia stava meglio e Farrah aveva finalmente capito che Bestia era il grande amore che stava cercando con tanto affanno.

Finita questa sdolcinata scena da film americano,dalla quale ero stata anche un po' scocciata,ci mettemmo intorno al letto e iniziammo a parlare dell'accaduto.Con poche forze Bestia ci raccontò di quella sera.Un forestiero gli aveva proposto delle nuove pasticche e lui le aveva accettate.Ne aveva presa una ma il trip non saliva.Allora mandò giù la seconda e poi la terza.

Da lì,nessun ricordo.

Il suo sguardo mentre raccontava la vicenda era spento,triste,deluso.Era palesemente deluso da sé stesso e dalla vita.Voleva uscirne,ma ormai la sua quotidianità era quella.Lavori saltuari,debiti da pagare,serate punk,menate con altri ragazzi,droga.L'amore per Farrah che aveva tanto tenuto segreto con cura.

Io ero sbalordita,feci silenzio per tutto il tempo.Quando andammo via Bestia ci fece un sorriso,che se avesse avuto le forze sarebbe stato cinque volte più grande.

Eravamo tutti contenti di averlo visto.Farrah più di tutti,saltava ovunque e rideva,rideva come non mai.

Saltò su una panchina di Villa Borghese urlando "sole,baciami!";i suoi atteggiamenti da hippie in mezzo a noi lerci lasciavano i passanti sempre un po' spiazzati.Corremmo a braccia parte con il vento tra i capelli verso la macchina e salimmo di corsa,Betsy saltò sul tettino e facemmo il tragitto con lei lì sopra e i Sex Pistols a volume più che alto.

Arrivammo a casa e tra una birra e l'altra la domenica passò.

Il lunedì era sempre un problema.Non avevamo mai voglia di andare a lavoro e il ritmo della settimana col passare del tempo si faceva sempre più incalzante.

Mercoledì Farrah rimanè a casa,le avevano dato un giorno di riposo.Ogni volta che le davano un giorno libero in casa saliva l'ansia del licenziamento.Solitamente ero io ad essere licenziata,ero spesso insolente con i "capi" e non ero per niente docile.

Tornata a casa Farrah era seduta sul divano fissando un foglio con le mani tra i spumosi capelli.

"Che è succeso mo'?" le dissi con tono preoccupato.

Aveva fatto il conto delle spese,il mese era finito e anche i soldi.Ci ritrovammo di nuovo con le chiappe scoperte.

Mi guardò e mi sorrise:" sun is shining" mi disse,riportando alla canzone di Bob Marley.

Sapeva sempre come consolarci.Tirò fuori il tritino,io presi una birra e stanca mi sedetti vicino a lei,tutta intenta a rollarne una.

I giorni seguenti furono un completo disastro:litigavamo di continuo per via delle spese.

Farrah era stressata dal lavoro e dalle continue chiamate del padre che le ricordava sempre di averlo abbandonato per vivere una vita scombinata.

Anche lei non ebbe un'infanzia poi così spensierata.I suoi si separarono per i vari problemi con la giustizia di suo padre.Farrah venì su da sola,correndo per le strade a cercare sempre un po' di felicità di cui aveva un costante bisogno.

A 14 anni diventammo amiche,frequentando lo stesso liceo.Da lì niente fu tanto forte da separarci.

Eravamo perennemente incazzate col mondo.Avevamo le nostre buone ragioni.

Nei giorni seguenti continuarono le visite all'ospedale e Bestia migliorava clamorosamente.

Una mattina sfaccendavamo entrambe in casa quando suonò il campanello.Il suono di quel maledetto campanello mi mandava ai matti,era insopportabile almeno quanto la lucetta rossa dello stereo in camera mia.

Non era raro che qualcuno suonasse a casa nostra.Era sempre qualche nostro amico che veniva a passare un pomeriggio o una mattina da noi,dato che eravamo praticamente le uniche che avevano già una casa per conto loro,lontano dalle regole dei genitori.

Andai ad aprire e lanciai un urlo degno di Gloria Gaynor.Era Bestia!Non potevo crederci.Era curato,vestito a pennello -per quanto le sue possibilità economiche potessero permetterglierlo-,con un mazzo di rose rosse avvolto in una carta velina verde.

Gli saltai al collo e lui mi strinse con una forza inaspettata.

Farrah dalla cucina mi urlò:"chi è?" e io le risposi:" vieni qui!subito negra!"

Mi divertivo a prenderla in giro per il colore della sua pelle,rimandando alle idiozie colossali dei chiusi mentalmente.

Anche lei saltò al collo di Bestia,schiacciando le rose che lui le aveva dolcemente portato.Si diedero un bacio degno di un film di Hollywood.

Io scherzando dissi:"e basta su!Mi è venuto il diabete,cazzo!"

Bestia scoppiò in una risata di cuore,col suo vocione da orco.

Farrah quasi spariva nelle sue braccia.Li trovavo meravigliosamente belli insieme,anche se tutta quella dolcezza non era per me.

Farrah prese le rose,Bestia entrò in casa e mentre io chiudevo la porta spuntò Zanna.

"Zanna,fratellone,vieni qua smilzo!" urlò Bestia.Zanna era un vero punk.Mi piaceva come si conciava e poi suonava il basso.Era un vero figo.Una volta finimmo a letto insieme,ma la cosa non andò avanti.Ci eravamo divertiti una notte e poi tutto come prima.Eravamo buoni amici,ci dicevamo tutto.

A fine giornata in casa arrivammo ad essere in 16.Dopo aver saputo del ritorno in carreggiata del Bestia a casa nostra venne fuori un mega festone.

Bestia quella sera si fermò a dormire da noi e la notte ovviamente la passai in bianco.

Sentivo che ci stavano dando dentro e mi convinsi ancora di più che il soprannome di Giovanni era più che azzeccato.Era talmente imponente che sentivo persino il suo respiro affannoso e godente,certo,la parete che divideva le due stanze era praticamente un crackers,ma lui era qualcosa di esageratamente assurdo.

La mattina io corsi a lavoro,facendo tardi,come al solito.Uscendo di casa feci una battuta degna di una regina:"certo che mi immagino Farrah che prova a tenere a bada un colosso come te.Ahahah,che visione buffa!"

Farrah era piccolina,era davvero una visione alquanto buffa.

Occhi inconsapevoliWhere stories live. Discover now