«No.» risposi sincero.

Perché era stato così gentile?

Lui era stato... sorprendente...

Tornati in classe, seguii le lezioni per una paio d'ore. Uscii per andare in bagno e mentre camminavo per il corridoio, mi fermai a guardare fuori dalla finestra.

Era davvero una bella giornata e mi persi a osservare degli uccellini che volavano felici e spensierati nel cielo azzurro.

«Tu sei il ragazzo di Zed, vero?»

Mi girai, trovando a guardare due ragazzi dall'aspetto normale che venivano verso di me.

«Io...»

«Devi essere uno forte per piacere a Zed!» disse sempre lo stesso «Io sono Alek!»

«E io sono Faron.» si presentò l'altro con un sorriso.

«Uhm... piacere...» balbettai incredulo.

Alek era alto come me, quindi circa un metro e settantacinque, aveva i capelli neri e gli occhi cioccolato.

Mentre Faron era più alto di almeno cinque centimetri, aveva i capelli rosso fuoco e gli occhi verde chiaro.

«Ti va di pranzare con noi?» domandò Alek.

«Magari dopo possiamo studiato matematica insieme?» aggiunse Faron.

«Magari... possiamo... risolvere qualche problema...» azzardai.

«Certo, Cade.»

Loro sembravano persone simpatiche e a posto. Senza nemmeno conoscere questa gente, avevo pensato subito che fossero tutti degli idioti. Non era stato carino da parte mia, fare di tutta l'erba un fascio.

Passai una piacevolissima giornata con loro due, rivelandosi due bravi ragazzi, affamati di conoscenza. Quando li avevo aiutati a fare i compiti, si erano impegnati al massimo e avevo finalmente capito come si risolvevano le equazioni.

Per ringraziarmi, si erano offerti di tagliarmi i capelli. In effetti erano un po' troppo lunghi e avevo meditato di dargli una spuntata quanto prima, quindi accettai.

«Io tuoi capelli sono così neri che sembrano quasi blu alla luce del sole, lo sai?» mi disse Alek.

«Davvero?» feci io.

«Sì, Alek ha ragione, sono davvero belli.»

Dopo avermeli aggiustati, insistettero per mettermi anche del gel. Sinceramente odiavo avere quella roba addosso, ma i loro sorrisi mi incastrarono e li lasciai fare.

«Ecco, ora sei pronto per andare da Zed...»

«Mi mangerà con gli occhi!» disse Faron.

«Ma che dite...» sbottai io arrossendo e facendoli ridere.

Il giorno seguente, dopo la scuola mi ritrovai in un bar con Zed e Rensy e quest'ultimo mi stava riempiendo di complimenti per il mio nuovo taglio di capelli.

Ai lati Alek me li aveva fatti più corti, mentre gli altri li aveva lasciati più lunghi.

«Ti stanno bene Cade.» disse ancora Rensy «Non credi anche tu, Zed?» aggiunse poi voltandosi verso il biondo.

Lui continuava a fissarmi imbambolato, non aveva ancora detto una sola parola da quando ci eravamo seduti e il suo viso si era tinto di rosso.

Zed tirò un pugno in faccia a Rensy con un sorriso sulle labbra, rompendogli quasi il naso.

«Lo stai fissando! Così lo farai sentire a disagio!» disse Zed.

Rensy si mise a ridere e si congedò, lasciandoci soli. Il biondo era seduto dinnanzi a me, con solo il tavolo a separarci, e un silenzio opprimente calò tra di noi.

Ma perché mi aveva chiesto di uscire a bere qualcosa?

Questo non era un appuntamento... vero?

Zed prese in mano il suo bicchiere di aranciata e tremava così tanto dal nervosismo, che ne rovesciò un po' sul tavolo.

«Scusa...» disse lui distogliendo lo sguardo «sto così perché... sei davvero bello...»

Bello? Aveva detto che ero bello? Io?

Perché mi stava guardando con quell'espressione?

Sembrava... tenero... dolce...

Il mio cuore prese a palpitare e mi fermai a osservarlo meglio. Se era calmo e tranquillo, Zed era davvero stupendo. Poteva passare per un modello di una rivista di moda. Il suo viso era cesellato e virile, la sua camicia leggermente aperta lasciava intravedere un petto ampio e colpito e i suoi capelli biondi, assieme a quei favolosi occhi verdi, riuscivano a farmi sognare qualcosa di proibito.

Io pensavo che, in qualche modo, si stesse prendendo gioco di me. Invece, lui era sincero e divertente.

Passai un pomeriggio fantastico con lui. Ci prendemmo un gelato, mangiandolo mentre facevano una passeggiata e poi andammo alla sala giochi.

Sulla strada del ritorno si mise a piovere all'improvviso. Forte e fitta, l'acqua cadeva dal cielo come se gli avessi fatto un torto e casa era ancora lontana.

«Cazzo! Si è messo a piovere!» sbottò Zed «Ci beccheremo un malanno se non troviamo un riparo!»

Mi prese per mano, senza alcuna esitazione, trovando una tettoia che copriva alcune panchine nel parco.

Che sfortuna!

Mi voltai verso Zed, quando vidi che si stava togliendo la camicia, rimanendo a petto nudo.

Porca miseria!

Il suo corpo era una meraviglia! Mi vergognavo da morire a fissarlo come se volessi mangiarmelo, ma non potevo davvero farci nulla, era perfetto.

«Che... che fai?» balbettai.

«Se ti tieni addosso una maglia bagnata ti viene un accidente, giusto?» rispose tranquillo, mentre mi dava le spalle per strizzare la stoffa lontano da me.

le sue spalle mi fecero venire l'acquolina in bocca, ampie e ben tornite erano un vero e proprio capolavoro.

Sentivo il mio battito rimbombare irregolare in ogni parte del mio corpo, quando lui tornò da me e cercò di asciugarmi i capelli con la camicia.

«Ehi, guarda che pure tu devi asciugarti.» disse mentre mi frizionava leggero la testa.

«Sei davvero gentile Zed...» ammisi arrossendo.

«Io non mi definirei gentile... come tuo amico, ho detto che ti avrei protetto. Se qualcuno ti fa del male, sarò costretto a fargliela pagare.»

Mi prese il mento tra le dita e mi alzò il viso, incatenando i suoi occhi verdi con i miei tanto scuri da sembrare neri e riprese a parlare.

«Ma sin dall'inizio, non ho mai pensato che avrei avuto solo essere amici...»

Io ti proteggeròWhere stories live. Discover now