Calls Me Home

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Un grido di puro dolore risuonò per tutto l'ospedale. Tutti quelli che lavoravano lì corsero a vedere che cosa stesse succedendo, e si trovarono davanti una scena che vedevano fin troppo spesso.
Un ragazzo moro che non dimostrava più di 20 anni era accasciato a terra, in preda alle lacrime, mentre un dottore cercava di calmarlo.
"Che è successo! Che gli avete fatto! Non può essere vero, lui è ancora vivo!" due ragazzi entrarono di corsa in ospedale, erano entrambi alti, uno dei due aveva capelli corti, mentre l'altro una pettinatura "a cespuglio". Entrambi sembravano distrutti, quando l'altro ragazzo li vide, si rivolse subito a loro "Ditelo anche voi! Avanti, ditegli che è vivo!" l'amico coi capelli più corti sussurrò "Alex... vorrei dire così, purtroppo non c'è più stato nulla da fare..." "No! Non è vero! Gennaro è  vivo! Lo so che mi sta facendo uno di quegli stupidi scherzi che tanto odio! So che ora uscirà da lì e mi prenderà in giro, ridendoci su come fa sempre! Shorty, almeno tu, dimmi che è tutto uno scherzo, ti prego" Davide, detto Shorty, guardò negli occhi Giovanni, il ragazzo che aveva parlato prima. Si abbassò ed asciugò le lacrime ad Alessio, poi con cautela gli prese una mano, e chiese al dottore dove fosse la stanza di Gennaro.
"Davide, non penso che-" cominciò Gió, per poi essere interrotto dall'amico, che gli si avvicinò e gli sussurro "deve vederlo. Alex Deve capire che non c'è più, noi saremo lì con lui, e gli staremo vicini finché non si sentirà meglio" allora l'altro annuì indeciso, mentre si avviava con gli altri per i corridoi dell'ospedale. Quando capitarono davanti alla stanza di Genn, il dottore guardò tutti e tre negli occhi. "Mi dispiace, ragazzi" disse loro prima di lasciarli entrare.
Gennaro era lì, in quella stanza, sdraiato sul letto dalle lenzuola bianche, che lo facevano sembrare più pallido di quanto non fosse già. Alex gli si avvicinò, si sedette di fianco al suo letto e gli prese una mano. Quando si accorse che il compagno era più freddo del solito, si voltò verso la macchinetta che doveva segnare il battito cardiaco di Genn. Era spenta.
"Gió. Perché questo affare è spento?" L'amico sussurrò un'altra volta il suo nome, ma venne bloccato dallo stesso Alessio "non dirlo. Lui non è..." non riusciva nemmeno a dirlo, gli costava una fatica incredibile, ma ci riuscì "Gennaro non è morto. Non può essere morto."
***
Quel pomeriggio Gennaro e Alex dovevano vedersi a casa di quest'ultimo per suonare,come loro solito. Stava aspettando Nando, suo fratello, che era andato a prendere Genn per portarlo da loro, visto che il ragazzo non aveva ancora preso la patente. Quando Nando lo chiamò non si aspettava certo che gli dicesse una cosa simile.
"Alex, è successo un casino, il camion... la macchina... Genn... io non--"
"Nando, che è successo? Genn? Che è successo a Genn?" "Abbiamo fatto un incidente in macchina, un camion ci è venuto addosso, e... e..non so dove abbiano portato Genn" Nando voleva piangere, voleva gridare, avrebbe avuto una crisi isterica, lo sentiva.
"Fai presto, ti prego" gli disse infine, aspettando che Alex arrivasse all'ospedale. La verità era che sapeva dove fosse Gennaro. L'avevano portato d'urgenza in sala operatoria, ma il suo cuore aveva ceduto poco prima di entrarvi.
Quando il fratello arrivò, chiese al primo dottore che gli passò davanti dove fosse Gennaro Raia. Il dottore, che era appena uscito dalla sala operatoria, lo portò nel corridoio, e pacatamente gli disse quelle parole che lo colpirono più di mille coltelli piantati nel cuore.
"Il tuo amico non cel'ha fatta"
E allora aveva gridato,Alessio. Aveva urlato con tutto il fiato che aveva, gridava che non era vero, che erano tutte cazzate, che Genn avrebbe cantato assieme a lui quella sera, assieme al resto della Baell Squad.
***
Nando arrivò subito dopo di loro, aveva appena finito i controlli, e gli avevano medicato le ferite che aveva riportato.
"Come sta?" Chiese a Davide, che lo guardò con gli occhi carichi di lacrime "sta aspettando che Gennaro si svegli".
Poi Gió si voltò, le lacrime gli  rigavano il volto "io non ce la faccio, scusatemi tanto" e uscì singhiozzando.
Alex sorrise, voltandosi verso il fratello e l'amico. I suoi occhi non erano più espressivi come prima, avevano perso quella luce che li contraddistingueva, erano spenti "perché piange? È qui, è vivo, e tra un po' si sveglierà" poi tornò a rivolgersi al suo ragazzo "ti sveglierai, non è vero Genn?"
**********
Si erano appena messi assieme, Gennaro e Alessio. Non potevano essere più felici di così
Dopo tutti quei baci rubati nel loft di X Factor, avevano deciso di chiarire, così Alessio aveva lasciato Eleonora, e si erano dichiarati l'uno all'altro. 

Quel pomeriggio erano a casa di Genn, sdraiati sul letto del ragazzo a coccolarsi.

"Alé" lo chiamò Gennaro, sdraiato su un fianco, con la testa appoggiata al petto di Alex "Dimmi" rispose il ragazzo, mezzo addormentato. "Adoro ascoltare il ritmo del tuo cuore"
**********
"Sai, anch'io vorrei ascoltare il ritmo del tuo cuore, Genn" sussurrò Alex, seguendo con gli occhi le linee che i fili attaccati al corpo del suo fidanzato tracciavano, per poi andare ad attaccarsi al macchinario vicino a lui. Vide che un filo in particolare era staccato, così lo connesse alla macchinetta.
Fu quando un suono acuto e prolungato invase la stanza, e sul display di quell'aggeggio si formò una linea retta, che Alex capì davvero di averlo perso. Capì che non avrebbe mai più rivisto quegli occhioni azzurri che gli scavavano dentro ogni volta, o quel sorriso così  bello che riservava solo ed esclusivamente a lui.
Anche Davide ormai aveva ceduto alle lacrime, e piangeva silenziosamente. Nando invece voleva essere forte per Alessio, per tenerlo in piedi, per non farlo perdere in quell'abisso oscuro in cui sarebbe caduto di lì a poco.
*********
Diverse volte Genn chiamava Alex "la sua casa", perché con lui si sentiva amato, si sentiva davvero accettato. Non avrebbe saputo cosa fare, o dove andare, se non ci fosse stato Alessio con lui. Quando glielo disse, Alex sorrise di cuore, e lo abbracciò così forte che per un attimo temette di poter rompere qualche osso a Gennaro. Per questo, al loro primo mesiversario il biondo gli aveva cantato Calls Me Home. Il moro aveva aggiunto la sua voce a quella del ragazzo, ed avevano finito la canzone assieme, per poi baciarsi come se non ci fosse un domani. Il loro amore era fatto di questi piccoli momenti, di semplici frasi dolci sussurrate dopo aver suonato tutto il pomeriggio, o di quei baci in pubblico, felici di non doversi più  nascondere. E a loro andava bene, all'uno bastava la presenza costante dell'altro per sentirsi davvero in pace con se stesso.
*******
Quando gli infermieri entrarono nella stanza e fecero allontanare Alessio da Gennaro, il ragazzo sentì di stare per svenire, e cercò appiglio nel fratello, che gli cinse i fianchi con un braccio. Uno dei tre infermieri coprì il volto di Gennaro col lenzuolo, e questo fu un gesto più che eloquente per i due, che uscirono. Alessio si diresse all'ascensore. Aveva capito ciò che voleva fare. Una volta sel'erano detto. 

Gennaro, preda di un attacco di pessimismo, gli aveva chiesto "e se io morissi tu che faresti?" E Alessio si era voltato verso di lui.

 "Verrei con te" gli aveva risposto.

Arrivato all'ultimo piano, salì le scalette che l'avrebbero portato sul tetto. Uscì e una folata di vento lo fece tremare dalla testa ai piedi. Poi si avvicinò al cornicione, e vi salì. "Arrivo, Genn" aveva sussurrato al cielo. Portò un piede in avanti, poi si buttò nel vuoto.

Alessio aprì gli occhi di scatto, portandosi una mano al cuore, cacciando un grido che fece spaventare Gennaro, che fino a poco prima dormiva beato di fianco a lui. "Che è successo, Alé? Un brutto sogno?" Alex, ancora scosso, si voltò verso di lui e lo baciò "Dio mio, sembrava così reale..." sussurrò sulle sue labbra "Nando doveva venire a prenderti, mentre ti aspettavo lui mi chiamava e diceva che avevate fatto un incidente e quando sono arrivato all'ospedale tutti dicevano che eri morto, e poi eri lì sul lettino e..e..." il moro disse tutto quasi senza prendere fiato, con le lacrime che minacciavano di scendere da un momento all'altro. Il biondo lo bloccó, con un dolce sorriso.

"Sta a te decidere, Alex. È reale o no?" concluse Gennaro.

SPAZIO DELL'AUTRICE: scusate tanto per il degrado, è che volevo scrivere una Gennex, visto che hanno spodestato tutte le altre ship e sono arrivati al vertice!
Bene, se siete arrivati a leggere fino a qua... come vedete alla fine ho lasciato questa specie di suspance... voglio che il resto della storia lo immaginiate voi: è reale oppure è tutto davvero un sogno?
Alla prossima, e grazie per aver letto questa One Shot!

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