2. Devo fidarmi?

11.6K 538 94
                                    

P.O.V Niall

Ultimamente mi sembrava di convivere con il dolore. Il mio ginocchio sinistro era già difettoso da mesi, ma solo dopo aver sentito un CRACK sul palco di Tokyo, dopo esser saltato giù dalla pedana - che non era neanche tanto alta -, la situazione era peggiorata. Era stato inutile mettere ghiaccio e non riuscivo neanche ad appoggiarlo tanto che Liam ed Harry avevano dovuto aiutarmi ad arrivare fino alle macchine che ci avrebbero portati in albergo e poi in aeroporto. Ero sicuro che quella volta avevo fatto davvero un bel danno. Per lo meno, era successo nell'ultima tappa del tour. Rabbrividivo al solo pensiero che potesse accadere prima.

Quest'ultima settimana era stata straziante, mentre ero bloccato in casa aspettando che mi trovassero il fisioterapista più adatto.

"Trovato!". Liam era entrato in casa con il mazzo di chiavi in più che gli avevo dato, facendomi sobbalzare e svegliare dal mio stato di dormiveglia sul divano, a causa dell'entusiasmo che ci aveva messo nella voce.
Irritante. In quel periodo mi irritava tutto e probabilmente la mia acidità era dovuta alla sofferenza che mi procurava quel dannato ginocchio.

"Trovato cosa?" chiesi con tono infastidito.

"Come cosa? Spencer Morgan, il tuo nuovo fisioterapista. Tra due ore hai un appuntamento. Vuole visitarti".

Grugnii e feci per alzarmi, mentre Liam si affrettava ad aiutarmi, passandomi le stampelle. Odiavo quegli aggeggi solo a guardarli, ma erano l'unica cosa che mi facessero camminare senza urlare dal dolore. E ci avrei dovuto convivere ancora per un bel po' di tempo.

"Spero sia bravo".

"Altrimenti non te l'avrebbero appioppato, no?".

Beh, non ne ero così sicuro. Non sempre chi lavorava per noi era competente e solo il pensiero, trattandosi in quel caso della mia salute, mi mandava nel panico.
Lo so, forse avrei dovuto pensarci io, ma per una volta avevo deciso di fidarmi.

E allora cosa vuoi, idiota? Sei stato tu, non lamentarti e muoviti, mi dissi nella testa.

In ogni caso non riuscivo molto a fidarmi degli sconosciuti, soprattutto se si trattava di dottori e robe simili.
Avevo paura di loro, dovevo ammetterlo.
Era per quel motivo che continuavo a sperare che quello Spencer fosse bravo e magari uno che mettesse a suo agio i suoi pazienti. Lo sperai davvero per tutto il tragitto in macchina.

-

Quando entrai in quel centro di riabilitazione iniziai a farmi prendere dal panico. Quell'odore di alcool mi terrorizzava e le pareti bianche facevano sembrare quel posto molto simile ad un ospedale.
Iniziavo bene.
Liam mi accompagnò fino al punto informazioni, dove mi aveva aiutato a registrarmi, compilando fogli e fogli con tutti i miei dati. E poi andò via, dicendomi che sarebbe tornato a prendermi Louis.

"Prosegua lungo il corridoio e svolti a destra. La prima porta a sinistra è quella che le interessa. Non può sbagliarsi. Ha la targhetta sopra la porta".

Oh, avrei potuto sbagliare eccome. Sembravano semplici indicazioni, ma quando si trattava del mio senso dell'orientamento... Mmh, meglio non fidarsi.

"Si accomodi pure all'interno" stava continuando a dire, mentre io viaggiavo con la mente.

"La dottoressa Morgan la raggiungerà a breve" e mi sorrise.

No, aspetta. Mi riscossi e guardai quella donna paffutella che avevo davanti, ma che non mi stava più prestando attenzione.
Aveva detto dottoressa?
No, probabilmente avevo sentito male io.
Spencer era un nome maschile. Chi lo avrebbe messo ad una bambina, scusa?
Scossi la testa e proseguii lungo il corridoio, mentre l'ansia mi assaliva.

Avrò Cura Di TeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora