In morte di un fratello

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Sarà poi la coscienza dei peccatori ad essere sporca.

I corpi dei morti privati della loro vitalità sono solo salme tutte uguali.

Ma la sua mi rimarrà impressa nella mente per tutta la vita.

Sarà l'immagine che nei miei incubi mi farà capire che avrei potuto passare più tempo con lui se solo avessi ascoltato le persone che mi volevano più bene al mondo.

Per qualche minuto ho combattuto al fianco del fratello ora morto.

Le ha rivolte a me le sue ultime parole.

E poi è morto.

Sotto i miei occhi.

Mentre in mondo andava avanti anche se si sarebbe dovuto fermare.

Avrei voluto urlare di smettere di combattere.

Io avevo perso un fratello.

Ma più avanti i corpi di Remus e Tonks testimoniavano che qualcuno aveva perso più di un fratello.

Non avrebbe mai conosciuto i suoi genitori il piccolo Teddy.

Fred era solo una delle tante perdite di quella giornata.

Non ci si poteva fermare.

Bisognava andare avanti.

Ma io non l'ho fatto.

Mi sono fermato.

Le lacrime bagnavano il corpo del fratello.

E gli ho recitato un sonetto.

Era la prima cosa che mi era venuta in mente quando il suo corpo ha toccato per terra.

Ho salutato mio fratello con qualcosa che sicuramente gli avrebbe fatto schifo ma nello stesso tempo mi avrebbe riconosciuto.

Solo Percy Weasley avrebbe potuto recitagli quello.

"Un dì, s'io non andrò sempre fuggendo

Di gente in gente, me vedrai seduto

Sulla tua pietra, o fratel mio, gemendo

Il fiore de' tuoi gentil caduto.

La madre or sol, suo dì tardo traendo

Parla di me col tuo cenere muto;

ma io deluse a voi le palme tendo;

e se da lunge i miei tetti saluto,

Sento gli avversi Numi, e le secrete cure

Che a viver tuo furon tempesta,

e prego anch'io nel tuo porto quïete.

Questa di tanta speme oggi mi resta!

Straniere genti, almen l'ossa rendete

Allora al petto della madre mesta"

Avrei voluto non finisse mai.

Era l'unica cosa che mi permetteva di poter restare accanto al suo corpo.

Ma anche l'ultima parola raggiunse le altre.

Ed ormai le lacrime non sono più una buona scusa.

Altre persone cadevano intorno a me.

In morte di un fratello

Nessuno sembrava accorgersene.

Loro non avevano un fratello che piangeva per la loro perdita.

Probabilmente i loro parenti eraano nell'altro schieramento o gli stavano aspettando "dall'atra parte"

Ma no riuscivo ad essere triste per loro.

Due parole mi avevano appena portato via mio fratello.

Non sarei neanche riuscito a dedicarne una agli altri defunti.

Avrei voluto parlare ancora a Fred.

Come un vano tentativo di riportarlo indietro.

Ma dalla mia bocca uscivano solo singhiozzi.

Avrei voluto svegliarmi e andare dalla mia famiglia a scusarmi.

Quello era solo un brutto sogno.

Un brutto sogno che purtroppo è realtà.

Ma Fred, mio fratello non era morto invano.

Dovevo combattere.

L'avrei fatto per lui.

Con gli occhiali che mi scivolavano sul naso mi sono rialzato.

Ho appoggiato la bacchetta di Fred tra le sue mani ed ho impugnato la mia.

E dopo essermi voltato un'ultima volta indietro mi sono buttato nella folla.

A pensarci ora, mentre guardo le foglie cadere dall'albero, mi chiedo come io abbia avuto al forza di ritornare a combattere, di presentarmi davanti alla mia famiglia dicendo loro che io avrei potuto salvarlo ma non l'ho fatto.

Perché?

Non so neppure io il perché.

Una foglia rosso carota mi cade in grembo.

E mi sembra di vedere il suo volto che mi sorride.

Ho paura di romperla.

Di spezzare qualcosa che mi ricorda lui.

E con la foglia sul cuore cammino per i corridoi di quella scuola dove ho potuto scegliere il mio futuro.

Senza sapere perché mi fermo e abbasso lo sguardo.

Il cuore diventa più pesante e la foglia scivola fuori dalla giacca.

Su una targhetta dorata leggo.

Fred Weasley

(01/04/1978 - 01/05/1998)


In morte di un fratelloWhere stories live. Discover now