CAPITOLO 1

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~Ho visto gente con tanto talento rovinarsi con le loro stesse mani.~
Cit. Low Low.
Flashback
12 Maggio 2005
Continuavo a piangere da più di mezz'ora e ancora i miei non la finivano di litigare. Ero rinchiusa nella mia cameretta azzurra,rannicchiata sul letto con gli occhi chiusi, sperando che quell'incubo finisse presto. Sentì sbattere con forza il portone di casa mia e dopo un pò notai che mio padre stava entrando nella mia dimora con gli occhi rossi dal pianto e i pugni serrati. Anche questa volta era stata mia madre ad uscire di casa. Ogni volta era la stessa storia,finivano per litigare e poi mia madre se ne andava. -Piccola..- mi sussurrò mio padre sedendosi nel bordo del mio letto,mi fece segno di sedermi accanto a lui e lo feci. Era da sempre il mio eroe,lo avrei amato sempre,qualunque cosa faceva,io ci sarei sempre stata per lui.
-Mamma dov'è andata?- Chiesi con un filo di voce singhiozzando. Ero piccola,avevo 7 anni,ma mio padre mi faceva apparire "grande". -È andata in un posto lontano.- mi rispose continuando ad accarezzare i miei lunghi capelli mori. -Tornerà per il mio compleanno? Voglio il regalo che mi aveva promesso.- dissi imbronciata. Mia madre mi aveva promesso che mi avrebbe portato alle giostre,lo desideravo tanto,io le adoravo. Lui mi guardò per un bel pò e dopo mi rispose -Questa volta,piccola mia,siamo rimasti solo noi due...io e te.-
Fine Flashback
12 Maggio 2015
Eccomi qua,davanti allo specchio a sistemare questa mia chioma ribelle che non riesce ad avere un ordine sensato. Mi chiamo Britney Rose,ho 17 anni e vivo in California con mio padre Jack Rose e mia nonna Lorelay. Abito nella casa in campagna da mia nonna,adoro stare in mezzo alla natura. Ma adesso cambierà tutto,andrò a trasferirmi in città per motivi di lavoro di mio padre ed io inizierò a studiare come un'adolescente normale,mi tocca essere ciò che non sono,ovvero essere normale. Ho un'infanzia distrutta per via di Caroline,una prostituta alcolizzata che fino a poco tempo fa potevo definirla "madre". Fin da piccola sono stata la piccola di mio padre. Proprio dieci anni fa,quando avevo 7 anni,mia madre iniziava a tornare a casa ubriaca,così litigava tutte le sere con mio padre,finché lei non se ne andava di casa e restava fuori per un paio di giorni a prostituirsi. Tutto questo durò fino a quando decisero di divorziare,forse la scelta migliore per entrambi. Così io e mio padre andammo a vivere in campagna da mia nonna per nascondere il nostro passato,ma adesso mio padre è stato chiamato per lavoro,e quindi dovremmo trasferirci di nuovo in città. Lui è avvocato,ha scelto questo lavoro forse perché voleva il meglio per me,non mi ha mai fatto mancare nulla,e il ruolo dell'avvocato,in quel periodo,era il lavoro dove si prendeva più soldi. Ammiravo mio padre,aveva sempre un incoraggiamento pronto da darti e una vita che stava ancora aspettando,o che io la stavo aspettando per lui. Meritava il meglio.
-Sei pronta?- Mi chiede mio padre entrando in camera mia,o per meglio dire,di mia nonna quando aveva la mia età. Io e mio padre avevamo gli stessi occhi azzurri,ed era fantastico. Annuisco seduta sul letto intenta a mettermi le scarpe. T-shirt bianca senza maniche,una giacca a scacchi rossa e nera,e dei jeans chiari andranno più che bene per un viaggio di 3 ore esatte. Appena finito,raggiungo mio padre in cucina e vado a salutare mia nonna,mi mancherà davvero molto.
-Mi raccomando,Bry,sta' attenta e non accettare le caramelle dagli sconosciuti!- continua a dire mia nonna stringendomi le guance,per lei ero ancora una bambina,o forse lo sono ancora,non ho infanzia.
-Sì nonna,anche tu mi mancherai molto!- dico abbracciandola. Mi stacco dall'abbraccio e vado verso mio padre che sistema i bagagli in auto.
-Pronta?- Mi chiede per l'ennesima volta. Ed io annuisco sbuffando,mi mancherà tutto davvero. Mi abbraccia e poi mi fa salire in macchina,pronta per un nuovo viaggio. Aspetto che entri anche lui e gli chiedo -Dove siamo diretti?-
-Nella nostra vecchia casa.- dice abbassando la voce,ha paura che io potrei incazzarmi,ma non voglio fare scenate,odio quell'appartamento. Odio tutto ciò che è stato in quelle quattro mura. Annuisco e continuo a guardare fuori dal finestrino,finché non chiudo gli occhi e cado tra le braccia di Morfeo.
-Bry,siamo arrivati.- Continua a toccarmi mio padre,tiro un pò di mugolii fin quando non apro gli occhi e mi stiracchio. Wow,ho dormito per tre lunghe ore? Cavolo. Vedo mio padre sorridente e noto subito qual'è la nostra casa. Bianca,enorme con un giardino verde e migliaia di piante. Scendo dalla macchina e mi giro un pò attorno,è lo stesso vialetto dove giocavo da bambina,il giardino dove mi ci mettevo a terra a parlare da sola con le bambole.
-Hey,va tutto bene?- Mi chiede mio padre vedendo il mio viso afflitto. Annuisco solamente e mi incammino verso casa. La mia vecchia e nuova casa. Aspetto mio padre con le chiavi per entrare e,appena apre la porta,rimango con gli occhi spalancati. Dopo 10 anni,la casa è identica,non c'è nulla fuori posto,tutto è in ordine come mio padre l'aveva lasciato.
Salgo immediatamente le scale e trovo la mia camera,all'interno era tutta azzurra,come la ricordavo, a sinistra la scrivania,l'armadio,la finestra,una panchina e il letto con il comodino a destra. È proprio come la ricordavo,si.
-Sei sicura di restare qui?- sussulto e mi volto per vedere mio padre che entra nella mia vecchia/nuova camera.
-Sì papà,non ne voglio più parlare. Se sei felice tu,lo sono anch'io. Dobbiamo solo dimenticare.- dico sicura di sé. E lui annuisce lasciandomi sola in quella stanza fredda. Trasportata dalle dolci parole di mia madre,ormai false.
"Non ti abbandonerò mai."

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Ciao belli,sto scrivendo una nuova storia come state vedendo,spero vi piaccia...buonanotte♡

Insecure. ||Christian Collins||Where stories live. Discover now