Dear

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Tarquinia,17.11.2015

Caro amore mio,
so cosa stai pensando da quando ti sei svegliata in un letto vuoto e con una lettera sul cuscino, ma ti assicuro che non ti ho abbandonata e sto facendo lo sforzo di non bruciare nulla in cucina.
Ricordi quando ci siamo visti per la prima volta? Eravamo in treno e tu mi continuavi a fissare, credevi non ti avessi visto ma ero abbastanza veloce da guardarti proprio mentre spostavi le tue iridi scure fuori dal finestrino. Non te l'ho mai detto, ma credo tu non sia portata per fare la spia.
Sono sceso ad una stazione che non conoscevo con l'intenzione di capire dipiù su di te, e so che potrei essere sembrato uno stalker ma tutto è perdonato ora che stiamo insieme no?
Quel giorno capii tre cose; la tua bellezza era semplice, ti piaceva il cappuccino con la panna e non avrei potuto lasciarti andare senza conoscerti. E fu così che tra le tue guance rosse e le mie presentazioni impacciate, finimmo a parlare su quel tavolino del bar fino a che non chiuse. Ti invitai a cena l'indomani, le tue labbra non esitarono a sorridere e di colpo mi ritrovai a fare lo stesso. Strano vero? Forse giá mi stavo innamorando.
Quando al nostro primo appuntamento ti presentasti in jeans e maglietta, probabilmente mi innamorai completamente di te. Eri bellissima.
Arrivò il secondo appuntamento, il terzo, il quarto e solo a quota otto tu mi dicesti "Che dici, pensi di poter chiedermi di essere la tua ragazza prima o poi?"...ti assicuro, che in quel momento mi sentii un pirla. E con te lo ero sempre, possibile che mi facessi quell'effetto? Fu quella sera che ci baciammo la prima volta, ogni cosa intorno a noi era una tela scarabocchiata che faceva da sfondo all'opera più bella; era appena iniziato il noi.
Passavano i mesi, piano piano, fatti dei nostri viaggi in treno per incontrarci, delle notti insonni al telefono e delle tue foto con le tue facce buffe che ti rendono ancora più bella. La nostra prima volta? La notte in cui facemmo l'amore, fu la più bella di tutta la mia vita e non smisi di dirtelo per troppo tempo. Troppo per te, che arrossivi timidamente per i miei commenti.
Abbiamo passato momenti indimenticabili vero? Come quando stavi prendendo la patente e ti aiutavo con la pratica. Tiravo indietro il sedile, ti sedevi su di me e schiacciavo i pedali mentre tu tentavi di non ucciderci entrambi girando il volante.
E so, che ogni risata e ogni pianto, ogni raggio di luce e ogni momento di buio, sono serviti a costruire ciò che siamo.
Non finirò mai di ritenermi uno stupido, nella sera in cui non ho risposto alle tue chiamate e ti ho tradito, lì ho perso tutto. Persino me stesso.
La cosa più dolorosa di tutte è stato il tuo sguardo su di me. Potevo vedere il fuoco e la tempesta nei tuoi occhi scuri, rabbia e delusione, tristezza e diffidenza. Era per tornare a vedere il sole che facevo due ore di treno ogni giorno per ricevere una porta sbattuta in faccia. Me le meritavo sai? Se prima credevo valessi mille, quando ero ad un passo dal perderti capii che tu eri un numero periodico per me, infinitamente importante.
Per questo, dopo che mi hai perdonato, sono pronto a renderti felice e a chiederti...mi vuoi sposare?

Per sempre tuo
Francesco

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