32. Amore che si chiede

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Quanto sarebbe meraviglioso, però, poter tornare nel suo letto, e passare tutto il resto della giornata a guardare il suo viso e il suo corpo affaticarsi sopra di me? Poter leccare ancora quei suoi tatuaggi scuri?

"Luna storta?" Interrompe il mio conflitto interiore, vivo una costante fase di combattimento con me. Io sono la peggior nemica di me stessa.

Non lo guardo ancora, ma so che ha un'espressione confusa. Io non voglio che lui sappia ancora, che si rubi un altro pezzo di me. Non voglio che mi conosca così bene. Non voglio che noti quanto io sia dannatamente instabile e squilibrata. Mille diversi dibattiti nella mia testa mi privano del tempo prezioso per pensare a una risposta adeguata, quello che lui sta aspettando.

Mi controllo mentre gli rispondo, mi giro offrendogli una tazza di caffè e un sorriso teso, con una mano tengo ancora il lenzuolo che mi avvolge, aiutandomi con gli avambracci stretti intorno a me. Prende la tazza di caffè e fa un sorso, il suo sguardo non si stacca mai dal mio e questo mi fa abbassare gli occhi sui suoi grandi piedi nudi. Sorseggio il mio caffè, prima di rendermi davvero conto che indossa un paio di boxer e niente altro. Vuole rendere le cose ancora più difficili?

"Perché cavolo non ti sei messo niente addosso?" Irrompe nella stanza la mia voce acuta.

"Che dici? Ma guarda te, da che pulpito! Anche tu ti trascini quel lenzuolo per casa come se non avessi indossato nulla al di sotto. E so che è così."

"Il mio lenzuolo copre tutto il mio corpo!" Tutto!

"Oh, questo le credi tu! E poi sei così, Cristo..." Sospira frustrato, dedicandomi uno sguardo duro, ma non prima di passarmi gli occhi addosso. "Dio santo, per me è una tortura vederti in questo stato senza poter... Aaah!" Stringe i pugni e punta gli occhi al soffitto in modo frustrato.

"Sai cosa? Penso che dovremmo stabilire delle piccole regole, se vogliamo davvero affrontare questa... questa cosa." Quasi non gli sputo il caffè per la sorpresa.

"Aspetta, questa cosa cosa?" I miei occhi s'ingrandiscono per lo stupore e lui mi guarda confuso.

"Uhm, non saprei. Questa cosa di questa notte o di eventuali notti che ci saranno. Perché, sai, ho pensato che, dopo quello che mi hai detto questa notte, tu volessi.... Volessi un – Oh, 'fanculo! Con te è tutto così complicato." Ad ogni sua parola il suo viso è sempre più disorientato e il suo corpo s'irrigidisce. E adesso che succede?

Sputo le prime parole che mi vengono in mente: "Ehm, Harry, questa notte è stato..."

"Un'errore. Già, hai ragione, lo è stato. E' così stupido." Avrei voluto rimanere nell'illusione che quella era stata la nostra notte fragile e piena di confessioni, un segreto intoccabile e infrangibile che nessun altro avrebbe mai violato. Ma no, Josephine: il mondo delle fate, arcobaleni e unicorni, proprio non esiste.

"Stavo per dire equivoco ma, direi che hai afferrato..." Non faccio caso al bruciore nel petto mentre pronuncio le mie stesse parole. "La pensiamo allo stesso modo, a quanto pare." Cerco di convincermi delle mie parole.

"Sì." E abbassa lo sguardo.

No.

Non io. Forse ora neanche lui. Forse ora lui risponderebbe che se non avesse ancora un po' di me soffrirebbe per nostalgia, ma è facile parlare dopo una notte così! Le cose non durano. Ed io, bastarda che sono, sono pericolosamente presa da te, dai tuoi occhi così profondi e dal tuo cuore così pronto ad affondare perdersi nel mio, ma ho solo bisogno di tenerti lontano, perché quando ti renderai conto di ciò che sono realmente non ti farai scrupoli a buttarmi via.

The Runaway (Harry Styles AU)Where stories live. Discover now