24. Fame del mattino

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"Ho detto che sei bello, sembri un adorabile pulcino spettinato. Sei più bello, al mattino." Giusto per intenderci: una bambina timida saprebbe essere più sfrontata e meno imbarazzata di lei.

Pretendo di tenermela ancora qui sul petto, tirandola a me quando fa per alzarsi – "Vieni qui, tu" dico. Senza chiedere. Senza gentilezza. Che solo qui con me, dovrebbe starsene.

"Tu lo sei. Sei bellissima, ma questo tu già lo sai." E non è vero, invece. No che non lo sa. Lei non lo sa per niente. Non sa quanto sia infinitamente bella. Tutto di lei è splendido, e ne è completamente inconsapevole.

Non mi risponde e affonda il viso nel mio collo, baciandolo leggermente. Ha le labbra calde e un po' inumidite. A quel contatto non posso evitare il pensiero genuinamente automatico della sua bocca che pompa intorno a me. La mia testa è un festival di perversioni, in questo momento. Mio malgrado, questo non è proprio il giusto momento, ma il mio amico laggiù non è d'accordo. Lei non si è accorta che con questo corpo meravigliosamente (e pericolosamente) esposto sta facendo del suo meglio per contribuire all'operazione facciamo in modo che Harry ce l'abbia ancora più duro, 'sta mattina.

"Joss, dovresti indossare qualcosa però. Non mi aiuti se – se ti strofini in questo modo sul mio uccello."

Col palmo della mano tocco e sfrego la protuberanza dei boxer. Lei sussulta, allargando gli occhi davanti al mio gesto spontaneo e il suo respiro si blocca un secondo.

Mi guarda colpevole, manco ci avesse volontariamente messo della malizia, in quel suo modo di essere. In realtà è solo una ragazza bella ma troppo svampita per farsene un ragione.

"Scusami. Oddio. Adesso mi vesto e trovo una soluzione per uscire da questa stanza, e senza che Niall mi noti."

Sto cercando di convincermi che i sensi di colpa nei confronti del mio migliore amico, prima o poi, spariranno. Che tutte queste bugie e sotterfugi non saranno mai nocive per nessuno.

Joss infila la testa riccioluta nel colletto di una mia felpa troppo grande per lei, facendomi notare di aver sentito il rumore della porta in fondo al corridoio sbattere; la stanza di Niall. Così corre via, lasciandomi solo nella mia camera. E il mio amico non ne vuole sapere di abbassarsi: con le falangi di tre dita lo strofino attraverso i boxer.

E poi finisco col farmi una sega.

Vengo silenziosamente in un fazzoletto kleenex ed è tutta colpa di Josephine. Decido che appiopparle la colpa, almeno nella mia testa, mi farà sentire meglio.

Mi godo gli ultimi istanti soffocando un leggero gemito. Praticare dell'auto erotismo al mattino è comunque un ottimo modo per iniziare la giornata – me ne auto convinco e cerco di non sentirmi troppo un patetico quattordicenne in piena crisi ormonale intrappolato nel corpo di un uomo ormai adulto. Metto addosso almeno una maglietta per ingannare l'odore di lei che la notte m'ha impresso sulla pelle, esco di lì ed ecco che in cucina trovo Niall.

"Buongiorno lazy Hazzy." Niall è alle prese con la moca e sembra di buono umore, quando lo è in modo particolare mi apostrofa con insoliti e nuovi soprannomi, che ovviamente hanno una certa assonanza ma che non fanno assolutamente ridere. Se questa notte si è divertito come penso, non posso biasimare la sua eccessiva felicità. "Vuoi del caffè?"

"Magari, grazie. Com'è andata con – uhm...?" Temporeggio, schioccando le dita ripetutamente – non ricordo chi fosse la fortunata.

"Melanie, e bene. E' andata decisamente bene. Me la sono scopata per bene." Mi batte il pugno, giusto per chiarire il concetto che comunque sia è andata bene, nel caso non l'avessi capito.

The Runaway (Harry Styles AU)Where stories live. Discover now