22. Onde a rincorrerne altre

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Aggrotto la fronte verso mio fratello che è ormai sull'uscio; Harry sta ancora tenendo l'ascensore aperto. Allora entro, fa lo stesso lui pigiando al piano; poi mi volto e azzardo. "Satiriasi?"

"E' un coglione, lascialo perdere."

"Ma che cazzo – perché il termine non mi è nuovo?"

Non mi guarda. Sospira prima di accennare una spiegazione. "Ninfomania nell'uomo, Joss."

L'ascensore nel frattempo è partito. Questo ascensore, che poi è un tugurio, perché i palazzi qui alla Jackson fanno un po' pena e io... io sto riflettendo su quanto le palazzine siano blande piuttosto che concentrarmi sull'informazione che ho appena ricevuto.

E non rifletto sulla realtà attuale; che sono chiusa in un vecchio ascensore con Harry. E che l'immaginazione dà i suoi frutti: perché starmene chiusa in una scatoletta mobile con lui ha un nonsoché di afrodisiaco?

"Ma davvero? Non hai – non hai..." Non posso immaginare come completare la frase. Non hai freni, forse? Non hai la cognizione di quando basta e quando no? Non hai mai il cazzo in fase di riposo? Cos'è che si domanda, in certi casi?

Lui ridacchia e dice no. "Tuo fratello ed io viviamo insieme. E lavoriamo in un nightclub. Siamo abbastanza in confidenza per raccontarci e per aver visto certe cose. Ma no. Sarebbe... assurdo." Scuote la testa col sorriso sul volto. "Cazzo. E poi – bleh no, non sono quel tipo. Ho una certa classe, sà."

Classe? Non ha la faccia di uno che non si diverte col sesso opposto, questo è certo.

E' sovrappensiero mentre la porta si apre. Una volta nel pianerottolo mi trattiene dal polso. "Joss?"

Harry tira il mio braccio a sé. Incontro il suo petto. Un solo sospiro intimo è ormai l'aria che produciamo entrambi dal naso e io dalla bocca. Sono affannata, perché anche se in quell'ascensore non è accaduto nulla, l'aria si è appesantita. E ora c'è lui che mi osserva con una tale intensità da spezzarmi il respiro. Abbandona il mio polso per arrivare alla mia mano rilassata. Pollice nel centro del mio palmo, indice e medio sul dorso. Dopo una leggerissima carezza quasi impercettibile su quest'ultimo, rigira delicatamente la mia mano; adesso posso percepire la presenza di un oggetto freddo e metallico nel centro del mio palmo. Devo interrompere i respiri smorzati e gli occhi ipnotici di lui nei miei per scoprire cosa c'è adesso nella mia mano e...

"Hai fatto fare una chiave dell'appartamento per me?" Dico, sorpresa.

Harry abbandona ogni parte del mio corpo, distoglie persino l'attenzione da me, tutto esattamente in quel momento. E' serio; sopracciglia aggrottate ad enfatizzare la profonda ruga nel centro. Quel suo piccolo dettaglio, quella ruga è persistente. Quel piccolo dettaglio rappresenta Harry. C'è proprio di natura. Il solco nella sua fronte non è preoccupazione, né rabbia, né concentrazione o risentimento. E' solo Harry che se è serio, è serio per davvero, e il solco è compreso nel pacchetto serietà. Ma se sorride - sorride per davvero (nessun giro di parole, solo la verità). Cambia un mondo intero, Cristo santo. Il mio di sicuro, se sorride. Se sorride non puoi staccargli gli occhi dall'espressione contagiosa. Se sorride, Harry, fa star meglio.

Comunque non lo sta facendo, ora. E' solo serio – io sto maledettamente desiderando che mi sorrida.

Invece mi dice che non è niente di che. "E non ti azzardare a rubare il mio mazzo, ora."

Con il tono duro che ha mi minaccia che altrimenti mi nasconde i suoi (e i miei) biscotti preferiti.

The Runaway (Harry Styles AU)Where stories live. Discover now