"Quello ormai l'avevo capito da un pezzo. Non avevo realizzato com'e' morire" gli spiego "Quando tornammo dal funerale e mi sedetti su quell'altalena cominciai a parlare con mia madre. Ho un ricordo abbastanza vago di quello,ma non e' che vedessi mia madre e ci parlassi,parlai col ricordo di essa. Parlavo a me stessa pero' speravo che lei in qualche modo mi sentisse. Per questo le chiesi se volevo che la raggiungessi"

"E hai cambiato idea quando tuo padre ti ha sentita?" mi chiede.

"No te lo ripeto non avevo intenzione di suicidarmi. Ancora non avevo realizzato che uccidermi sarebbe stato prendere un coltello e ficcarmelo nel petto oppure prendere una pistola e puntarmela alla testa. Se avessi avuto davvero un segnale da mia madre come mi aveva chiesto sarei rimasta li su quella altalena ad aspettare. Ad aspettare che mi portassero da lei in qualche modo. Forse non hai capito,ma non volevo uccidermi,volevo solo stare con lei. Semplicemente non avevo capito che non era possibile"

E' un pensiero cosi complicato che ancora io faccio fatica a capire. E' stato anni fa ormai e non ricordo tutto in modo nitido ma io sono sicura che non volevo davvero uccidermi. Non volevo farmi del male e non avevo intenzione di suicidarmi,non e' mai stata questa la soluzione dei miei problemi. Semplicemente non avevo realizzato.

"Ho capito" mi rivolge un sorriso dolce.

"Davvero?"

"Si.Ti conosco Jennifer. Sei troppo forte e determinata per pensare che il suicidio sia la soluzione ai tuoi problemi e sono sicuro che lo eri anche allora"

Questo mi da sollievo. Il fatto che Josh,anche solo per un attimo, abbia potuto pensare che ho cercato di uccidermi mi fa venire i brividi.

"Abbiamo cambiato questo divano tre volte" sorrido.

"Perche'?"

"Perche' io e mia madre continuavamo a sporcarlo di cibo e non andava mai via. Mio padre diventava sempre furioso,io la passavo liscia spesso perche' ero piccola ma mia mamma non se la cavava cosi facilmente. Una volta mi ha anche dato la colpa,ma mio padre non le ha creduto"

Josh comincia a ridere e mi ci unisco anche io. Perche' e' un bel ricordo e ne ho troppo pochi per scordarmene.

"Lei mi chiamava sempre Jen sai? Mio padre mi chiamava sempre per intero mentre Anny e Greg: signorina Jennifer o signorina Milton"

"Per questo non vuoi che ti chiamo Jen?"

"So che puo' sembrare stupido ma lei era l'unica a chiamarmi cosi. Era una cosa sua,anzi,nostra"

"Ti chiamero' sempre Jennifer" annuisce Josh e gli sorrido perche' asseconda le mie fissazioni.

"Li c'e' la cucina e la sala da pranzo" indico una porta di vetro davanti al salotto "Non ci abbiamo mai passato troppo tempo,ci stava sempre Anny"

"Deduco quindi che tua madre aveva le stesse capacita' culinarie che tu hai ora"

"Vuoi dire perfette ed impeccabili?" domando alzando il mento.

"No disastrose e nocive"

"Faro' finta di non averti sentito. Comunque mia madre non e' mai stata una gran cuoca,nemmeno il the' sapeva fare. Sembrava semplicemente acqua. Una volta Anny ha anche provato a insegnarle qualcosa ma lascia perdere,non e' finita bene"

Se c'era una cosa che accomunava me e mia madre,erano i disastri. Uno dopo l'altro,sempre peggio del precedente. Avrebbero dovuto fare santo John Milton per quello.

"Possiamo andarcene quando vuoi lo sai vero?" mi chiede gentile.

"Lo so e non voglio"

Sono sincera. Assolutamente sincera. Non lo faccio solo per lui. Ma anche per dimostrare qualcosa a me stessa. Sono qui,nel posto che piu' mi fa male con la persona che piu' mi fa stare bene.

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