21. Discussions

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Bokuto s'incamminò verso casa iniziando a pensare a cosa avrebbe raccontato alla madre, che l'avrebbe sicuramente messo sotto interrogatorio volendo sapere ogni dettaglio.

Bokuto sospettava che in realtà sua madre avesse notato la sua cotta per il ragazzo, ma non glielo aveva chiesto per non metterlo in imbarazzo. Gli aveva parlato spesso di lui, lei si limitava a sorridergli senza interrompere i suoi racconti. 


Camminava il più velocemente possibile, aveva sempre fretta di tornare a casa. Gli dispiaceva sapere che sua madre era da sola com quell'uomo spregevole che la trattava come una schiavetta. 

L'aria era stranamente fredda per essere quasi aprile, ma nessuno ci faceva mai caso. Le temperature erano sempre un po' sballate in quella città. 

Bokuto si fermò davanti alla porta e un brivido gli percorse la schiena quando sentì una voce provenire da dentro 

"Cioè, tu lo sapevi e non mi hai detto niente?!" Era lo voce brusca di suo padre, l'aveva sentito urlare in diverse occasioni, ma mai contro sua madre 

"Non alzare la voce caro, sapevo che non ti avrebbe fatto piacere perciò ho pensato fosse meglio non dirtelo. Anche perché lui mi aveva detto di non farlo, e tengo alla privacy di nostro figlio" stavolta era la madre a parlare. Aveva un tono calmo ma fermo e sicuro. 

"CHE CAZZO DIMMI CHE NON È VERO!" 

"Tesoro, non penso se lo sia inventato... e comunque non è una cosa bru-" 

"NON DIRE CAZZATE ANCHE TU, TETSU" 

"Non essere volgare, dico solo la mia opinione. È nostro figlio, ed è nostro dovere come genitori sostenerlo in qualsiasi situazione. Sopratutto per un argomento delicato come questo, non è il caso di reagire in questo modo" 

"Nostro dovere di genitori??? Il nostro dovere è dargli un tetto sotto cui vivere, cibo e studi. Che se la cavi da solo per il resto! Ma non c'è speranza per quelli come lui in un mondo come questo"

"Quelli come lui? Keizo, non essere crudele... è normale al giorno d'oggi"

"Tsk! Al giorno d'oggi. Non cercare di difenderlo, è pigro, se non si dà una svegliata non arriverà da nessuna parte!" 

"Davvero non capisci???? È tuo figlio! Non puoi trattarlo in questo modo! Non so neanche cosa gli dici quando io non ci sono  e non sono sicura di volerlo sapere. Lui ha un sacco di potenziale, come fai a non vederlo? Lo sapresti, se provassi a incoraggiarlo e magari a vedere le sue partite. È il capitano della squadra, lo sai? E il suo  sogno? Lo sai qual'è? No, non sai niente di lui! NON PROVARE A GIUDICARLO" A Bokuto veniva da piangere. Mai in vita sua aveva sentito sua madre urlare. Mai. Figuriamoci contro suo padre. 

Stava decidendo di andarsene e di tornare poco dopo quando la situazione si sarebbe calmata ma il rumore che sentì che lo spinse a spalancare la porta in modo da  poter osservare la scena con occhi sgranati. La donna era accasciata a terra con il marito che aveva ancora una mano alzata sopra di lei. La sua guancia era così rossa che avrebbe potuto fare concorrenza ad Akaashi. 

"ORA BASTA! CONTINUI A SPARARE MINCHIATE SU MINCHIATE. INCORAGGIARLO NON SERVE A NIENTE TI DICO! STENTO A CREDERE CHE SIA MIO FIGLIO, MAGARI MI HAI TRADITO, EH PUTTANA?!" 

Bokuto non potesse sopportare quella vista, nessuno chiamava sua madre puttana e tantomeno le metteva le mani addosso. 

"CHE CAZZO STAI FACENDO" Si mise in mezzo ai due, che neanche l'avevano visto entrate

"CHE CI FAI QUI! LEVATI DAI COGLIONI" 

"NON TOCCARE MIA MADRE" 

"SI DIA IL CASO CHE SIA ANCHE MIA MOGLIE" 

Bokuto non lo ascoltò e si inginocchiò accanto alla madre. Lacrime calde le rigavano le guance, ma ciò non le impediva di mantenere un sorriso rassicurante sul volto. 

Sentì i passi del padre che si allontanavano e poi lo sbattere della porta 

Sapendo che quell'uomo ripugnante se n'era andato scoppiò anche lui in lacrime ispezionando le ferite della madre "s-stai bene mamma?" Aveva iniziato anche a tremare. 

"Va tutto bene tesoro mio, è passato"  lo rassicurò stringendo il figlio tra le braccia passandogli una mano su e giù per la schiena mentre lui singhiozzava "shh, è tutto passato" 

"Ho sentito la discussione..." esordì, dando fine all'abbraccio, e così, anche a quel momento di calma e tranquillità 

"Amore, non-" 

"Sappi che non mi importa quello che dice lui di me" 

"Fai bene, amore, fai bene" 

Bokuto la aiutò ad alzarsi e la fece sedere sul divano "non c'è bisogno amore, davvero, sto benissimo" gli aveva chiesto di non preoccuparsi ma a Bokuto non era importato e aveva portato del ghiaccio da mettere nei numerosi lividi che si erano formati, probabilmente, a causa della brusca caduta. 



Il padre non era tornato quella notte 




"Mamma... ti posso chiedere... come mai l'hai sposato?" 


"Lui... non era così al tempo" 














Spazio autrice: 

ALLOUR 

QUESTA VOLTA È MOLTO PIÚ CORTO 

In genere faccio più di... 1400 parole IN QUESTO NON RAGGIUNGO NEANCHE LE 900

Comunque, non avevo altro da dire e il resto vorrei dirlo tutto insieme nello stesso capitolo

QUINDI VE LO FARETE ANDARE BENE 

Piango pk la mamma di Bokuto (Tetsu) è un angelo, una santa, una dea e non si merita sto marito di merda 

Purtroppo capita 

Mi disp 

Come al solito spero vi sia piaciuto (se si lasciate una ztellina) e

Ciao ciao ~




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