Ancora, ancora, ancora

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Di anni passati dal tanto agognato diploma ne erano trascorsi due, ma ai ragazzi dell'ormai ex quinta B non interessava. Sentivano la mancanza della quotidianità, del vedersi tutti i giorni, passare le ore insieme e provare a superare le giornate senza soccombere alle interrogazioni a tappeto e costanti di Lombardi. Certo, i gruppi WhatsApp possono sopperire alla mancanza, possono fare però così poco rispetto al guardarsi negli occhi e cercare di capire le altre anime pronte a circondarti, ed è per questo che a pochi mesi dalla maturità l'ex quinta B del Liceo Da Vinci aveva preso l'abitudine di organizzare una volta al mese a Villa Balestra delle serate a tema, serate giochi, serate karaoke che servivano solo per riunirsi tutti, abitudine trasformata poi in tradizione portata avanti anche in quei due anni quando ognuno di loro aveva preso una strada diversa, ma serviva a tutti loro ritornare un po' quei ragazzetti spensierati senza pensare ai corsi e agli esami da dare.

Era da poco iniziato Dicembre con il suo vento freddo e con il primo profumo di biscotti zenzero e cannella che fuoriusciva dalle finestre e dalle panetterie. I supermercati avevano già esposto i primi panettoni, forse anche un po' in ritardo quell'anno, le vetrine dei negozi erano già colorate di rosso, oro e argento, i bambini erano davanti le vetrine dei negozi di giocattoli sognando i regali sotto l'albero lasciandosi incantare dalla magia del Natale e di Babbo Natale.

Il freddo era arrivato all'improvviso con il suo vento freddo e costante, incurante di tutti pronto a far volare via tutte le foglioline rosse sugli alberi, a smantellare i castelli di carte pericolanti che si tenevano in piedi con un equilibrio precario, precari e pericolanti come i sentimenti che si attorcigliano nello stomaco come un forte nodo senza che si riesca a sciogliere.

Dal freddo insolente e pungente era stata invasa anche Villa Balestra i cui abitanti non erano pronti ad una cosa del genere, i quali ancora indossavano magliettine leggere e felpe poco calde, i letti erano sormontati da trapunte leggere poco adatte a riscaldare dagli spifferi freddi che entravano da alcune fessure fin dentro le ossa, fino al cuore per raffreddarlo un po' di più, e i riscaldamenti accesi erano solo un vago ricordo dell'inverno precedente. Non erano pronti allo scompiglio che avrebbe portato quel vento in tutte le loro vite.

Nonna Virginia però al primo accenno di freddo e di aria natalizia aveva tirato fuori i plaid rossi e dai dubbi ricami posizionandoli in maniera strategica sul divano e sulla poltrona, aveva messo al riparo tutte le sue piantine dalla possibilità che potessero gelare e aveva riempito la credenza di scatole di tisane, cioccolato in polvere e Ciobar, perchè si sa che una tazza di cioccolata calda è un ottimo rimedio per tutti i problemi, specialmente quelli di cuore; Simone invece aveva recuperato la sua tazza natalizia, quella di Babbo Natale con lo scomparto per i biscotti perchè la comodità prima di tutto!, mettendola accanto a quella di Manuel a forma di Grinch.

Simone quelle due tazze le stava riempiendo proprio con della cioccolata calda e piccoli marshmallow da portare su in camera, dove ad aspettarlo sotto le coperte c'era un Manuel ancora assuefatto dall'ultimo bacio e dalle ultime carezze leggere che gli aveva lasciato tra i ricci, Manuel che non aveva avuto il coraggio di uscire dal caldo groviglio di coperte e da quella fragranza perfetta che era l'odore di acqua di colonia, sesso e Simone per fumare la solita sigaretta post sesso.

"Ecco qui, tieni" sentì sussurrare piano da Simone, il quale gli stava porgendo la tazza verde mentre lui apriva un occhio facendo capolino da quel bozzolo di coperte calde.

"Grazie" mugugnò mettendosi seduto sul letto tirando un po' le maniche di quella felpa troppo grande che Simone gli aveva dato dopo aver fatto l'amore, ma non gli importava, aveva ancora il suo profumo addosso e andava bene così. Allungò una mano per afferrare la tazza portandola subito al viso per inebriarsi di quell'odore dolce.

Manuel non sapeva se il cuore gli stesse andando a vento per quel piccolo gesto o perché il più piccolo gli avesse lasciato un piccolo bacio sulla fronte dopo essersi seduto sul letto. Non era raro che tra loro ci fossero piccoli gesti, piccole attenzioni, tutt'altro, come non era raro vederli l'uno appoggiato sull'altro sul divano, seduti con le gambe intrecciate durante un'uscita, o come in quel momento con gli occhi ad intrecciarsi, occhi che erano pronti a parlarsi, così come i cuori di entrambi, ma forse nessuno dei due era ancora pronto per l'altro. O forse quello di Manuel era pronto, ma loro erano rimasti gli unici a non rendersene conto e a voler portare avanti quella farsa dell'essere "amici con benefici".

Legati come due note stonate | OS SimuelWhere stories live. Discover now