Inspirai dalla sigaretta e sbuffai.
Non c'era tempo di piangersi addosso perché avevo preso peso, non era una cosa successa per caso ma dovuta al fatto che avevo momenti in cui andavo in blackout e mi abbuffavo come un facocero ed ora era troppo tardi per rimediare e senza senso stare solo a piagnucolare.
Dovevo smetterla.
Mi veniva da piangere ma dovevo smetterla.

"Ehi pop star, com'è andata?"
Salite le scale, il benvenuto mi fu dato da Sarah che era seduta sulla panca bianca contro il muro esterno della casetta.
Sull'altra panca Holy e Mew coperti da un piumone.
Li raggiunsi, avevo ancora qualche tiro prima di finire la sigaretta.
"Minchia" esordì ridendo di me stessa, "potrei ballare solo su Skibiri dopo dop."
In risposta ricevetti delle fragorose risate che mi fecero distrarre da tutta quella merda per almeno un paio di minuti.
Ma con l'ultimo tiro una rivelazione mi colpì in testa con un mattone.
"Cazzo!" Esclamai, "Nicki!"
Corsi dentro casa e salutai tutti velocemente dirigendomi però verso la mia camera come un razzo pilotato da Usain Bolt.
Gettai sul mio letto, borsone e giacca, presi il PC e le cuffie e rimanendo con la tshirt sudata e i biker stretti corsi fuori dalla camera azzurra per dirigermi verso la sala prove della casetta.
Nella mia corsa da proiettile nero di super Mario andai a sbattere contro qualcosa che quasi mi fece quasi cadere a terra.
Quasi.
Quel qualcosa, cioè qualcuno, mi afferrò con la mano sull'avambraccio per tirarmi dal richiamo della gravità per il mio culo.
Finì addosso a quello che capì essere Mida e velocemente mi spostai di un passo indietro.
"Grazie."
Mi guardò circa un secondo negli occhi e poi, senza troppi complimenti, abbassò gli occhi su di me e sulla mia mise sudata e appiccicosa.
Va bene che stavo una merda ma neanche a farmelo notare come se davanti avessi una delle Mean Girls.
"Dove vai così di corsa?"
Alzai il PC per farglielo vedere e metterlo fra me e lui che stranamente non indossava una canotta o una tshirt ma una felpa blu piuttosto larga e dei jeans larghi e scuri.
"A scrivere qualcosa sulle fesse strette" mi uscì, così senza pensarci.
Mi colpì la fronte con il palmo della mano mentre lui rideva di me, non con me.
"Tu vuoi farti squalificare" rise lui di risposta.
Forse era un mio desiderio intrinseco, una volontà per evitare la puntata che mi toccava mercoledì sera.
"Ma da dove vieni?"
Continuava a guardare me, nella mia interità e sudore, ma non mi guardava negli occhi e questo scan di come ero combinata non mi faceva stare molto a mio agio.
Quell'imbarazzo però non mi avrebbe portato a chiedergli di Gaia. Nop, non di nuovo.
Ancora dovevo capire cosa mi fosse successo la sera prima, non avrei impilato problemi su problemi solo per il mio masochismo.
"Dalle lezione di staging" aprì un solo braccio, perché l'altro doveva sostenere il PC ma la mano del braccio ampiamente disteso la feci scuotere come una maracas.
"È andata bene suppongo."
Se continuava a fissarmi in quel modo ostinato quella mano gingillante avrebbe fatto un volo in aria per arrivare sulla sua guancia per schiaffeggiarlo.
"No, ero imbarazzante ma Elena è una persona che...voglio avere ancora vicina, perciò sono contenta di fare quelle lezioni. Dovrebbero anche aiutarmi in generale."
Christian si accorse che avevo una faccia e piantò i suoi occhioni brillanti nei miei. Le labbra a canotto erano sempre rosee, piene e tirate verso l'alto quando parlava con me e quel divertimento che aleggiava sul suo visetto furbo mi faceva, per qualche motivo, compiacere.
Alzò il braccio e allungò le sue lunga dita affusolate verso il mio viso ed io di tutta risposta smisi subito di respirare, mi si fermarono i polmoni, non c'era più nessun aria da pompare e buttare lì dentro.
I polpastrelli mi sfiorarono appena quando mi tolse una ciocca di capelli rossi fuoco da vicino gli occhi ma il punto appena toccato sulla mia pelle mi sembrò che andasse a fuoco.
Cosa cazzo mi stava succedendo.
"Ti sta facendo decisamente bene tutto...questo."
Abbassò per un ultimo secondo lo sguardo su di me e poi se andò lasciandomi lì come uno stoccafisso.
Non riuscivo più a muovermi.

"Ok praticamente" con uno scatto mi alzai in piedi e iniziai a gesticolare verso Holden che era seduto di fronte a me e aveva la testa alta per poter guardarmi, "ho scritto tipo una strofa e basta ma avevo intenzione di buttarci dentro un pezzo in inglese così al massimo se scrivo una cacata la gente non se ne accorge."
"Mi sembra corretto."
Joseph era stupido quanto me perciò mi andava dietro nelle mie idee di merda ma era esattamente il giusto mood che mi serviva per non credere che stessi facendo solo cagate.
"Allora" mi piegai sul PC per far partire la base di Bahm Bahm.
Mi rialzai e iniziai a seguire il ritmo stretto della base con la testa, facendola ondeggiare avanti e indietro.

Paris Latino - Mida Where stories live. Discover now