Feci uscire prima loro, che erano belle e di impatto e io dietro di loro marciavo con la stessa camminata che vedi nei film riguardanti il ghetto.
Andammo nella sala prove della casetta dove c'erano già tutti ed una volta che entrai io, mi misi in posizione davanti alla porta.
Misi un piede davanti all'altro, aprì le braccia e le mani e sorrisi ampiamente.
Tutti scoppiarono a ridere.
Tirai un sospiro di sollievo.

Un'ora dopo ci spostammo tutti fuori per fumare e per ballare.
Nel giardino c'erano le casse e un altro tavolo con degli stuzzichini di cui ci eravamo accorti solo in quel momento.
Come sempre molto svegli.

La parrucca mi prudeva, era irritante e continuava anche a darmi fastidio sulla nuca perciò la trascinai via con una mano e con l'altra inspirai dalla mia sigaretta.
"Se avessi potuto avrei filmato questo momento" Alzai il viso incontrando quello di Mida. Un occhio era coperto da una benda e sulla testa riccia una bandana nera con un teschio disegnato su.
"Saresti diventata meme internazionale" continuò ridendo.
La camicia bianca e svolazzante era aperta sul petto e i pantaloni neri e larghi sembravano di un tessuto leggero.
Mi resi conto che fumare con la parrucca in mano e vestita da pagliaccio potesse essere divertente per un esterno ma probabilmente avevo un'irritazione alla base dei capelli per quella cosa maledetta ed era l'unica cosa a cui riuscivo a pensare.
"Cazzo avrei potuto far carriera" dissi a denti stretti, "grande occasione sprecata."
Christian aveva gli occhi, o per meglio dire l'unico occhio che vedevo puntato sulla sigaretta fra le mie labbra perciò la sfilai dalla mia bocca e gliela porsi, "Vuoi?"
La prese dalle mie dita e se la infilò fra le sue labbra carnose.
Notai solo in quel momento che era sporca del mio rossetto rosso.
Inspirò e in quei secondi nessuno dei due disse nulla, ci limitammo a guardarci in silenzio senza perderci mai di vista.
Sbuffò il fumo verso il lato e spezzammo la connessione.
"Ci voleva dell'alcol" pronunciai guardando il tavolo pieno di cibo e sidro.
A me il sidro faceva anche cagare.
Mida annuì e prese un altro tiro, "magari dopo la noce moscata dell'anno scorso evitano ogni possibile causa di disgrazie."
Quella storia mi aveva incollata al cellulare. Non era mai stata smentita né confermata ma alla fine eravamo tutti convinti che si fossero pippati la noce moscata ed era una roba che mi faceva scoppiare dal ridere.
Non avremmo mai raggiunto quell'altissima edizione. Impossibile.
"Potevi vestirti da Elmo stasera."
Tornai con lo sguardo su di lui, le labbra tirate erano sintomo di una volontà repressa di ridere e gli occhietti furbi mi facevano sorridere.
Voleva prendermi in giro ma era divertente con quell'espressione da bambino colto con le mani nella cioccolata.
Increspai le labbra in un sorriso divertito, "hai un'ossessione strana per quel pupazzo, pervertito."
Lui scoppiò a ridere e mi sbuffò involontariamente il fumo in faccia, "non ti sei vestita da Elmo perché avevi paura di un mio approccio allora", sul volto era fermo quel sorrisetto sghembo e furbo tipico di lui.
"Avevo paura di farti eccitare" abbassai il tono di voce, "e la stoffa di quei pantaloni non avrebbe lasciato molto spazio all'immaginazione" la mia voce era ormai un flebile tono sprezzante di giocosità, "e io non vorrei mai che le tue fan a casa rimangano deluse dalle tue...doti."
"Pagliaccia, vieni che devo mostrarti le mosse che ho imparato da Giovanni."
Mi voltai per vedere Holden giù dalla veranda, con I piedi coperti da delle strane ciabatte arancioni.
Mi voltai verso Christian che continuava a guardare solo me in silenzio con la sigaretta stretta fra le labbra.
Allungai la mano e gliela strappai via per poi girarmi verso Joseph, "non riesco a guardarti" affermai fra le risate.
Joseph vestito da zucca era una roba che non avrei mai pensato di vedere ma ora che la guardavo con i miei occhi era tremenda e spassosa allo stesso tempo.

Ci trovammo tutti in giardino a ballare quando dalle casse uscì potente Mambo N.5
Io e Sarah ruotavamo intorno alla zucca per accerchiarlo mentre lui nel mezzo muoveva i piedi come se fosse stato colpito da un raptus.
Quelli erano i passi che gli aveva insegnato Giovanni ma Giovanni era convinto che invece non fossero esattamente quelli.
Joseph mosse il bacino a destra e a sinistra con degli stacchi decisi e una faccia coinvolta in quello che stava facendo ed io mi fermai di fronte a lui per ammirarlo.
Appena poco dopo di noi Gaia ballava con Mida sfiorandolo nel modo delicato in cui solo lei era brava.
Quel vestito da fatina le donava molto, era una ragazza delicata ed insicura ma molto empatica e sensibile.
Mi ritrovai a guardarli senza rendermene conto solo fino a quando non sentì gli occhi di Christian su di me che mi muovevo in modo abbozzato giusto per non far sembrare palese che stessi fissando.
Scossi la testa e tornai con l'attenzione su i due miei amici che si stavano colpendo fianco a fianco per poi saltellare.
Scoppiai a ridere e pian piano ci aprimmo tutti per ballare in cerchio.

Paris Latino - Mida Where stories live. Discover now