11. I can't breathe!

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Mi girai continuamente cercando di vedere se qualcuno mi stesse controllando. Mi sentivo osservata. Forse era solo una mia impressione, e tutto ciò mi stava dando di matto al cervello.

Mi ricordai improvvisamente, come se fosse una stupida notifica arrivata sul cellulare, che tanto sicuro non leggerai e ignorerai, che i pasticcini erano ancora in forno, ma ero talmente tanto impegnata da non riuscire a riflettere ad altro che non fosse scivolare dolcemente sul ghiaccio.

Se ne sarebbe occupato Liam per una volta. Ero sempre io quella che doveva sistemare ogni cosa e lui invece era libero di uscire con qualche ragazza stupida e divertirsi con gli amici?
No mi dispiace, colpo sbagliato e persona sbagliata.

Ora ero io che volevo divertirmi, e lui non me lo avrebbe di certo impedito per un paio di pasticcini bruciati. Speravo solo che non mi vedesse. Non volevo che scoprisse che stavo pattinando per la prima volta, tra l'altro dopo che tutti mi avevano messo in allarme, dicendomi chiaramente di non andarci.

Ma le cose mi erano entrate da un'orecchia e uscite dall'altra. Più però il tempo passava e più ripensavo alle parole degli anni passati, di Lory e di Harry, più mi convincevo che forse non era una cosa giusta infrangere le regole.

Ma ormai ero lì, su quella fantastica pista, ma in realtà era un lago. Nella mia più profonda fantasia mi immaginavo di essere davanti a milioni di persone, la pista all'interno di una sala privata, ed io li a danzare e ad esibirmi. Ma ciò ero sicura che non sarebbe mai accaduto.

Mentre camminavo lentamente su quelle sponde ghiacciate cercavo il più possibile di non pensare a Liam, con chi fosse, dove fosse. Ma ciò non mi sarebbe dovuto importare giusto? E allora perché non riuscivo a non pensare ad ogni suo passo, sua mossa.

Era così irritante, tanto che ormai la frase "ho litigato con Liam" la ripetevo ogni giorno a Evelyn. Nulla di nuovo, sempre lo stesso e vecchio rapporto tra noi due, anche se avvertivo il filo rosso che ci separava sempre più corto.

Ho sempre creduto in cose abbastanza stupide - forse, per voi, ma per me erano importanti.-
Come per esempio il destino.

Il fato è una cosa che non possiamo controllare, così superiore a noi da non poter decidere più di tanto sulle nostre azioni, perché prima o poi ciò che ci aspetta resterà sempre lì, qualunque cosa noi facciamo.

Forse era così tra me e Liam, il fato aveva deciso che non eravamo fatti l'uno per l'altra, ne per essere fratelli e ne per essere dei semplici, e normali amici.

Forse a lui non bastava. O forse a me.

Eppure qualunque cosa cercassi di fare la mia mente non si scollegava al pensiero di lui.

Mentre affogo nei pensieri mi ritrovai a ricordare diversi momenti della mia infanzia. La mamma mi raccontava molte storie, per lo più fantastiche ma anche romantiche.

Le mie preferite però erano quelle sulla mitologia greca. Un tempo, si narra secondo il mito di Platone, che l'uomo e la donna erano una cosa unica, una cosa sola. Avevano due gambe, due braccia, due teste, due orecchie e due organi genitali. Venivano definiti come la perfezione e bellissimi, ma Zeus, geloso li divise in due e da quel momento sono destinati a cercarsi, per ritrovare quella che era la perfezione.

Pensai alla sua voce, calda e dolce, mentre mi dava il bacio della buonanotte prima di dormire e che mi scaldava il cuore.

Cosa avrei fatto per un altro suo abbraccio...di tutto.

Uno Strato Di Ghiaccio Tra Di Noi✔️ - TeclaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora