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Utahime's pov:

Dopo l'ultimo scatolone scaricato sul pavimento della mia nuova casa, posso dire finalmente con certezza che è iniziata la mia nuova vita.

«La ringrazio per l'aiuto!» dissi all'uomo che aveva gentilmente scaricato tutti i miei bagagli.

Lui annuì con un sorriso per poi voltarsi, risalire sul suo furgone bianco e ripartire.

Attraversando il portone di legno marroncino, entrai nella casa. Notai subito il pavimento a parquet, di un colore grigiastro.

Un divano abbastanza grande, a forma di L color pece, riempiva la stanza. Di fronte un mobiletto lungo, su cui era appoggiata una televisione di circa cento pollici.
Al centro della stanza, un tavolinetto di vetro in cui vi erano buttati degli appunti.

Era proprio come me l'aspettavo.
Peccato che non fossi la sola in questa casa.

Continuai il mio giro per tutta la casa. Mi diressi verso il bagno: pareti bianche con contorni grigi, mobiletti marroncini e uno specchio di medie dimensioni, dove sotto si trovava il lavandino.
C'erano sia la doccia sia la vasca. Molto utile, no?

Mi misi davanti lo specchio, iniziando ad osservare la mia cicatrice che copriva la maggior parte della mia guancia destra.
Tutto per colpa di quello stupido incidente...
Alzai l'indice e il medio, per poi farli scivolare lentamente lungo tutta la mia cicatrice, mentre tenevo lo sguardo perennemente abbassato.

...

«Ma guarda! Una sconosciuta che si infiltra nella mia casa! Cos'è? Sei una mia ammiratrice?»

Sobbalzai all'istante nel mentre rimisi le mie dita al loro posto. Una voce di un uomo irruppe nella stanza; una voce parecchio fastidiosa, a prima impressione.

Mi voltai di botto, guardando confusa la figura che si trovava alle mie spalle, al momento appoggiato sul cornicione della porta, che mi osservava dall'alto verso il basso, con una smorfia seccata.

«Non sono una sconosciuta... Tanto meno una tua ammiratrice! Piuttosto tu sei il mio nuovo coinquilino, non è così?»

Alzai leggermente il tono contro l'uomo. Nel mentre iniziai a scrutare anche io la sua figura.

Era alto. Molto alto. Stimo circa 1,90cm.

Sul colletto del suo maglioncino nero, teneva appesi degli occhiali tondi neri. I suoi occhi erano azzurri. Davvero bellissimi. Brillavano tantissimo. Le sue ciglia erano lunghe, aveva delle labbra rosate e ben curate, e dei capelli biancastri spettinati, ma comunque si presentavano ordinati.

«Già, proprio in carne ed ossa! Che buffa cicatrice! Combatti, per caso?»

Il bianco scoppiò in una piccola risata, che soffocò poco dopo.
Iniziai ad innervosirmi, data la sua domanda. Lo guardai in modo truce, facendo uno scatto in avanti.

«No, non combatto e non è buffa! Ora lasciami stare...»

Lo feci scansare dalla porta, invitandolo a farmi uscire.
Ma come si permette questo tipo?!
È strambo forte. Ha proprio un'aria da arrogante! Il classico principino che si crede chissà chi...

Feci qualche passo in avanti, quando venni bloccata per un braccio con forza. Mi voltai, per poi ritrovarmi faccia a faccia con il bianco.
Strizzai gli occhi, nel frattempo notai il lungo distacco di altezze fra noi due.

L'uomo aveva sulla faccia un sorrisetto da ebete malizioso, mentre puntava i suoi occhioni azzurri contro di me come un'arma.

«Il tuo nome, nanetta?» Esclamò il ragazzo, con voce profonda e sensuale al mio orecchio.
Mi allontanai, facendo un'espressione disgustata, mentre il bianco se la rideva. Merda, se mi fa innervosire...

«Nanetta? Vaffanculo»

Scacciai la sua presa. Intanto, lui fece una faccia sorpresa, però mantenendo il solito sguardo da provocatore.
Mi voltai dandogli le spalle, senza dire più nulla. Proseguii per andare nella mia stanza.

«Ehi, vacci piano con il linguaggio, piccoletta!»

Sentii il bianco alzare il volume della voce contro di me. Decisi di ignorarlo, per poi chiudermi nella mia stanza.
Non volevo più vedere quel tipo... Purtroppo era il mio coinquilino, e avrei dovuto conviverci, d'ora in poi.

Osservai il mio lettino, adagiato verso il muro.
Feci un test della comodità -che venne superato con gran successo- per poi sdraiarmi e chiudere gli occhi per un po'.
Il viaggio è stato stancante. Per non parlare di questo pessimo inizio...

•••

Dopo aver dormito per circa due ore, mi alzai dal mio comodo letto, aprii la porta della mia stanza e notai che c'era uno strano silenzio.

Che lui se ne fosse andato?

Scossi la testa e mi diressi in cucina. Avevo un certo languorino e si era già fatto tardi per cenare.
Aprii il frigorifero e notai che non c'era quasi nulla se non un mezzo sandwich e dei noodles istantanei.

Scelsi la seconda opzione. Alla fine non avevo così tanta fame.
Il giorno dopo mi sarei occupata della spesa.

Mi servii un bicchiere d'acqua, per poi sedermi e iniziare a mangiare i noodles.

Poco dopo finii di mangiare. Sparecchiai, per poi mettere il mio pigiama: un semplice pantalone lungo e nero, e una magliettina con le spalline, anche essa nera.

Ammetto che il fatto che ci fosse lui che mi potesse vedere così, mi metteva abbastanza in soggezione. Ma non mi importava. Sarebbe stato meglio non vederlo.

Mi avvolsi in una copertina color panna, mi sdraiai sul divano, iniziando a guardare qualcosa random sulla TV.

I miei occhi si chiudevano da soli e qualche volta mi addormentavo per pochi minuti. Improvvisamente, mentre il film proseguiva, sentii la porta aprirsi di botto. Sobbalzai sul colpo.

Mi alzai dal divano, appoggiandomi sullo schienale. Scrutai la figura nascosta tra le ombre. Beh, chi poteva essere se non lui..?

«Ah...sei tu.» Sussurrai a bassa voce.
Certo che era lui, stupida! Chi altro c'era in quella casa?

Il bianco si diresse in cucina fischiettando con le mani nelle tasche, mentre il mio sguardo lo seguì lungo tutto il suo percorso.

Mi rannicchiai fra le coperte, cercando di non farmi notare. Probabilmente non aveva nemmeno sentito ciò che avevo detto.

«Ehi piccoletta! Dovresti andare a dormire.»

Diamine! Chiudi quella bocca!
Mi voltai verso di lui con uno sguardo parecchio seccato, e notai che stava sorseggiando dell'acqua, guardandomi storta.

Aveva sempre quel dannato sorriso da pervertito stampato sul volto...

«Fatti gli affari tuoi!»

Mi alzai dal divano di botto e parecchio furibonda, dalle provocazioni dell'uomo dagli occhi azzurro-cristallino.

Aprii di botto la porta della mia stanza, ma prima di poter entrare, la voce del bianco mi fermò un'altra volta: «Buonanotte piccoletta! E non fare rumore perché domani il magnifico Satoru Gojo si alza presto per andare a lavoro!»

Odio il suo nomignolo stupido. Nonostante questo, mi aveva detto il suo nome. Dovrei sentirmi in debito?
Ma no, non devo assolutamente pensarlo!

«Non solo tu vai a lavoro domattina...» Dissi con un filo di voce parecchio innervosita.

Dopodiché entrai nella mia stanza sbattendo la porta e chiudendomi a chiave, feci un lungo sospiro.

Solo il primo di tanti giorni con Mr.Arrogante...

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||𝗗𝗼𝗺𝗲𝘀𝘁𝗶𝗰 𝗽𝗮𝗿𝘁𝗻𝗲𝗿𝘀𝗵𝗶𝗽 𝘄𝗶𝘁𝗵 𝗠𝗿.𝗮𝗿𝗿𝗼𝗴𝗮𝗻𝘁||Tempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang