Tutto sta cambiando

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Tutto sta cambiando

La stanza delle necessità aveva assunto lo stesso aspetto della sala comune dei Serpeverde, succedeva sempre così quando Beatrice vi entrava; perché infondo si sentiva protetta solo in quel luogo.
La sala era un sotterraneo lungo e basso con le pareti e il soffitto di pietra, da cui, appese a delle catene, pendevano lampade rotonde e verdastre.
Di fronte a lei, in un camino dalle sculture elaborate, scoppiettava un fuoco contro cui si stagliava il profilo di un divano in pelle nero.
James non era ancora arrivato; allora la bruna si andò a sedere e con un veloce gesto della bacchetta un disco incominciò a girare.
Ci vollero poche note per capire di cosa si trattasse: l'inverno di Vivaldi.
Beatrice adorava la musica classica e nonostante fosse molto giovane conosceva la maggior parte delle musiche di compositori Babbani.
Si, era un paradosso.
Lei una purosangue incallita ma adorava la musica Babbana e non l'avrebbe mai sostituita con quelle specie di orribili surrogati magici; ma infondo lei era tutto un paradosso.

La porta alle sue spalle si aprì e abbassando la musica disse in tono freddo: "Sei in ritardo"

"Buona sera anche a te" rispose allegro James ignorando le parole della serpeverde.

Il giovane Potter si andò a sedere accanto alla bruna.
Il cuore di Beatrice perse un battito; non riusciva a capire come potesse essere innamorata di lui.
In fondo loro erano gli opposti perfetti, le due facce della stessa medaglia.
Lui grifondoro sfegatato, orgoglioso e presuntuoso; lei serpeverde purosangue, furba e bugiarda.
A vederlo sembravano appartenere a due mondi diversi: Beatrice era seduta in maniera elegante; con la schiena dritta e le mani in grembo. Mentre James era sdraiato con i piedi sul basso tavolino da tè, la cravatta annodata malamente, il maglione sgualcito e i capelli scomposti.

"Ho delle novità" disse James dopo alcuni minuti di silenzio.

"Cosa?" Chiese curiosa.

"Guarda" dichiarò James lanciando delle foto sul tavolo in mogano.

Beatrice si avvicinò al ragazzo e prese le foto.
Le rigirò più volte tra le esili dita, provava un certo disgusto nel vedere il suo "fidanzato" abbracciato a quella traditrice di una Weasley.

"Allora?" Chiese il giovane Potter.

"Come le hai avute?" Gli domandò la ragazza allontanando le foto il più possibile dalla sua vista.

"Sai anche io ho i miei tirapiedi" rispose malizioso.

"un grifondoro che sfrutta altri esseri umani?" Rise.

"Non siamo tutti uguali...era un tasso del primo anno...una preda facile...è bastato un'autografo" dichiarò serio James.

Beatrice sorrise, la stanza delle necessità li cambiava.
Li rendeva più veri.
Ogni volta che metteva piede li si sentiva più forte e lasciava cadere quella maschera di pura freddezza che la caratterizava.
Anche a James capitava una cosa simile; però non lo dava a vedere.

"Ora cosa facciamo?" Chiese James puntando i suoi occhi nocciola in quelli grigio scuro di Beatrice.

"Spediscile. Ma usa un gufo della scuola; non devono capire chi le ha inviate." Disse.

Poi prese una busta di pergamena e inserite le foto dentro le porse al giovane.

"E tu che fai?" Chiese curioso.

"Vado a litigare con il mio fidanzato. Ormai le serpi ci sentono tutte le sere, sarebbe strano se non lo facessimo anche oggi." Dichiarò seria la bruna.

"Io vado. Non vorrei rimanere chiuso fuori"

James si alzò e pochi secondi prima che aprisse la porta si sentì chiamare. Beatrice si alzò velocemente in piedi e si fermò accanto alla porta.

"Grazie" dichiarò scoccandogli un bacio sulla guancia.

Lui rimase per qualche secondo imbambolato, poi si voltò e uscì con ancora il ricordo delle labbra fredde e morbide di Beatrice sulla guancia.
La ragazza attese qualche minuto poi uscì dalla stanza.
Il corridoio era vuoto, ma Beatrice si guardò intorno circospetta soppesando ogni minimo rumore.
Quando fu sicura di essere sola imboccò le scale per il dormitorio di Serpeverde.
Erano le dieci e mezza e la sala comune era meno animata del solito; ormai i cinque fuochi si stavano spegnendo.

"Beatrice!" La chiamò una voce alle sue spalle.

La ragazza si voltò e dirigendosi verso la voce.
Una ragazza con la pelle ambrata la stava guardando; accanto a lei sedeva un ragazzo.

"Scusa Sophia ma non ti avevo visto" disse la bruna avvicinandosi agli amici.

"Dov'eri finita?" Gli chiese la ragazza.

"Cercavo Scorpius" rispose assumendo una finta espressione triste.

"Io non l'ho visto" subentrò il ragazzo dagli occhi scuri.

"Non capisco come tu faccia" disse Sophia ponendo una mano su quella di Beatrice "se fossi in te lo avrei già mollato"

"Siamo fidanzati ufficialmente" si giustificò.

La ragazza sbuffò stringendo le braccia al petto, insoddisfatta della risposta dell'amica.

"Sophia non è così semplice" constatò il giovane. "Altrimenti lo avrebbe già fatto"

La serpeverde stava per rispondere quando la parete del sotterraneo si aprì.
Una ragazzo dai capelli platino entrò e vedendo gli amici si recò subito da loro.

"Ti ho cercato tutta la sera! Dov'eri finito? " chiese arrabbiata Beatrice.

"Dovevo studiare ero in bibblioteca" rispose sedendosi accanto a lei.

"Sono passata ma non c'eri" mentì lei.

Non era mai andata in biblioteca ma era sicura che Scorpius non vi avesse mai messo piede.
Beatrice uno, Scorpius zero.

"Si vede che non mi hai visto" ribatte arrogante.

"Smettila immediatamente di usare quel tono con me!" Protestò la ragazza.

"calmi voi due" cercò di intromettersi Sophia.

Ma i due ignoravano completamente le parole dell'amica; continuavano a litigare ad alta voce e ormai metà della sala di Serpeverde li guardava.

"Sono stufa!" Gridò Beatrice.

"Stufa? Tu sei stufa? Cos'è vuoi degli altri regali?" La provocò.

"Non mi interessano i tuoi regali! Vorrei solo passare più tempo conte cosa che che ultimamente succede raramente" Urlò.

"Sei solo una principessa viziata!" Dichiarò.

"E tuo un'arrogante pavone!" Disse voltandosi e marciando velocemente verso il suo dormitorio.

Tutti erano cascati nel tranello; ormai mancava poco.
Un'altro giorno e sarebbe stata libera; niente più rigidi protocolli da seguire e noiose routine.
Avrebbe finalmente potuto amare senza confini.

Omnia Vincit AmorDove le storie prendono vita. Scoprilo ora